Grazie ad un manuale nato dalla collaborazione del mondo accademico e sanitario, le televisite cominciano a diffondersi a beneficio di pazienti impossibilitati a uscire da casa.
La sanità digitale potrebbe diventare una realtà sempre più diffusa in un prossimo futuro, e l’emergenza Covid-19 sembra aver accelerato questo processo di semplificazione: lo scopo è supportare i pazienti più fragili, affetti da patologie croniche o di lungo periodo, consentendogli di restare a casa quando possibile e ricevere comunque un’assistenza costante.
Il progetto pilota è partito dal Centro oncologico dell’Ospedale di Prato, che sta applicando con un primo nucleo di pazienti il Manuale per le televisite nell’ambulatorio virtuale, ideato da Altems, Alta Scuola di Economia e Management dell’Università Cattolica, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma, della Usl Toscana centro e dell’Ospedale Santo Stefano di Prato.
Dal punto di vista tecnologico l’idea si basa sull’utilizzo di Skype, che si è ritenuto, almeno in una fase iniziale, preferibile rispetto ad altri strumenti di messaggistica istantanea e comunicazione audio-video perché ampiamente diffuso e gratuito, oltre che intuitivo e di facile utilizzo anche per i pazienti. Non richiede infatti l’installazione di software o hardware complessi che comportino costi di gestione e lunghi tempi di formazione. L’approccio “virtuale” non sostituisce ovviamente la visita in presenza, ma può affiancarla in emergenza, come nel caso del Coronavirus o in particolari condizioni della persona in cura.
Il Manuale è scaricabile gratuitamente dal sito Altems da tutte le organizzazioni sanitarie, e nella sua attuale versione è finalizzato al processo di erogazione di televisite a pazienti di lungo periodo, ma lo stesso approccio potrà poi essere esteso per formalizzare l’attività su specifiche patologie, processi assistenziali e di monitoraggio, oltre che attività di prevenzione e ricerca attraverso i dati clinici raccolti.
«L’attuale emergenza ha reso ancora più urgente organizzare i servizi erogativi – ha dichiarato Fabrizio Massimo Ferrara, docente di Informatica e coordinatore del Laboratorio sui sistemi informativi sanitari Altems – anche attraverso modelli di sanità digitale che consentano di non lasciare la propria abitazione. Per rispondere a questa urgenza, è consigliabile utilizzare strumenti già operanti e conosciuti sia all’interno delle organizzazioni sanitarie che da parte dei pazienti, rinviando ad un momento successivo soluzioni basate sull’introduzione di nuovi prodotti e piattaforme».
Sul modello di Prato è stato elaborato un altro manuale dal Centro di riferimento oncologico dell’Ospedale San Severo della Asl di Foggia, che ne ha creato un secondo sull’assistenza domiciliare integrata via WhatsApp, attivando un sistema di visite e sedute di supporto psicologico per i pazienti.
Cosa insegna il manuale
Le istruzioni consentono di gestire tutte le attività sotto il profilo tecnologico
Nel manuale sono contenute le istruzioni per gestire le attività sotto il profilo tecnologico e organizzativo, secondo procedure formalizzate che assicurano la sicurezza dei dati clinici. Le comunicazioni con il paziente avvengono in un unico ambiente integrato, che consente l’interazione audio e video e lo scambio di documenti durante il consulto o successivamente, l’archiviazione dei dati sensibili e dei referti, e la visibilità di tutte le comunicazioni intercorse con l’assistito, ai fini della rendicontazione e del rimborso dove previsto. Durante l’utilizzo delle televisite sono raccolti anche indicatori che ne misurano l’efficacia e il gradimento del paziente, utili a prevederne un futuro utilizzo, anche dopo la fase di emergenza Covid.
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