Uno studio rivela il ruolo cruciale di microbi sconosciuti nel ciclo del carbonio. Le torbiere amazzoniche, tra le più grandi riserve di carbonio al mondo, potrebbero rilasciare milioni di tonnellate di CO2, se danneggiate.
Un team di ricercatori dell’Arizona State University (ASU) e dell’Università nazionale dell’Amazzonia peruviana ha scoperto una famiglia di microbi finora sconosciuta, in grado di influenzare il clima globale. Questi microrganismi, migliaia di volte più piccoli di un granello di sabbia, prosperano nelle torbiere tropicali dell’Amazzonia peruviana, ecosistemi fondamentali per lo stoccaggio del carbonio. Lo studio, pubblicato sulla rivista Microbiology Spectrum, getta nuova luce sul ruolo di questi organismi nel ciclo del carbonio e sui rischi legati alla loro alterazione.
Il ruolo delle torbiere
Le torbiere amazzoniche, situate in Perù nel Bacino di Pastaza-Marañón Foreland, rappresentano una delle più grandi riserve di carbonio del pianeta. Con una superficie di circa 100.000 chilometri quadrati, questa regione ospita vaste distese di foresta pluviale allagata e paludi ricche di torba. Si stima che queste torbiere immagazzinino circa 3,1 miliardi di tonnellate di carbonio, una quantità pari al doppio di quella contenuta in tutte le foreste del mondo. La loro capacità di trattenere il carbonio è dovuta alle condizioni di saturazione d’acqua, che rallentano la decomposizione del materiale organico, permettendone l’accumulo nel corso di migliaia di anni.
Microbi che “mangiano” carbonio
I microbi appena identificati appartengono al gruppo Bathyarchaeia, noto per la sua capacità di sopravvivere in ambienti estremi, come quelli privi di ossigeno. Questi microrganismi svolgono un ruolo chiave nel metabolizzare il monossido di carbonio, un gas tossico per molti organismi, convertendolo in energia e riducendo la tossicità del carbonio nell’ambiente. Inoltre, scompongono i composti del carbonio, producendo idrogeno e anidride carbonica (CO2), che altri microbi utilizzano per generare metano.
Il pericolo del cambiamento climatico
La loro flessibilità metabolica li rende particolarmente adatti alle condizioni variabili delle torbiere amazzoniche, dove i livelli dell’acqua e la disponibilità di ossigeno fluttuano durante l’anno. In condizioni stabili, questi microbi contribuiscono a mantenere le torbiere come efficienti serbatoi di carbonio, sequestrando grandi quantità di CO2 e mitigando i rischi climatici. Tuttavia, i cambiamenti ambientali, come siccità e riscaldamento globale, potrebbero alterare il loro equilibrio, accelerando il rilascio di carbonio nell’atmosfera.
Detossificare, per respirare meglio
Secondo lo studio, se l’ecosistema delle torbiere venisse ulteriormente danneggiato dall’attività umana, entro la fine del secolo potrebbero essere rilasciate circa 500 milioni di tonnellate di carbonio, equivalenti al 5% delle emissioni annuali globali di combustibili fossili. Hinsby Cadillo Quiroz, autore principale della ricerca e ricercatore presso il Biodesign Swette Center for Environmental Biotechnology dell’ASU, ha sottolineato l’importanza di questi microrganismi nel garantire servizi essenziali, come la stabilizzazione del carbonio e la detossificazione del monossido di carbonio.
La scoperta, dunque, evidenzia la complessa interazione tra vita microbica e clima globale, sottolineando l’urgenza di proteggere le torbiere tropicali. Questi ecosistemi non solo svolgono un ruolo cruciale nella regolazione delle emissioni di gas serra, ma rappresentano anche una delle principali difese naturali contro il cambiamento climatico.
La loro conservazione è quindi fondamentale per garantire un futuro più stabile per il pianeta.
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