Amalassunta, il nome protagonista del progetto di due reporter marchigiani: navigare dal Brasile alla Colombia e poi donare una scuola galleggiante.
Un battello a motore, acquistato con i propri risparmi, poi restaurato e messo in acqua attraverso una raccolta fondi in internet. Un giornalista e un fotografo “navigati”, Angelo Ferracuti e Giovanni Marrozzini, entrambi marchigiani, da sempre intenti a raccontare il mondo. Un progetto che prende il nome dall’opera dedicata alla luna di un illustre conterraneo, lo scomparso artista Osvaldo Licini. Un itinerario che li vede coinvolti in quattromila chilometri di navigazione per raccontare popolazione e natura, ricchezza e sfruttamento, autodeterminazione e ingiustizie. Con un lieto fine che prevede di lasciare la barca in Brasile, donandola ad un’associazione locale che si occupa di ragazzi di strada. In modo che possa diventare una scuola galleggiante e una biblioteca itinerante.
Chi sogna può muovere le montagne
I due reporter che hanno dato vita al progetto della Amalassunta citano la frase che Fitzcarraldo ha pronunciato proprio a Manaus nel film di Herzog:“Chi sogna può muovere le montagne”. Il primo, Angelo Ferracuti, classe 1960, è giornalista, da Il Manifesto a Rai Radio3, nonché scrittore di romanzi, da Feltrinelli a Mondadori. Il secondo, Giovanni Marrozzini, classe 1971, è un fotografo capace di poesia e verità nei suoi scatti: suoi numerosi reportage e libri d’immagini, dall’Africa alle Americhe, passando per Balcani e Medio Oriente.
Insieme, hanno di recente “donato” alle Marche, la regione dove sono nati e tra un viaggio e l’altro fanno tappa, la Scuola di Letteratura e Fotografia Jack London. Insieme, per anni, hanno già viaggiato in Amazzonia, raccontando e mostrando al mondo quelle terre. Vite, culture, paesaggi, riti, come anche violazioni di diritti e forme di tenace resistenza delle comunità che abitano quei luoghi. Ora, lo fanno con un progetto che li coinvolgerà in tre mesi di navigazione attraverso la Foresta Amazzonica, partendo il 28 agosto dall’Italia e il 3 settembre da Manaus. Un viaggio da quattromila chilometri sino in Colombia alle sorgenti del Rio Vaupés.
Amalassunta
Oltre a muovere le montagne, Ferracuti e Marrozzini sicuramente intendono muovere coscienze. Impresa a cui non sono affatto nuovi. Il progetto Amalassunta si presenta quindi come “un viaggio in barca per raccontare i popoli nativi, alcuni dei quali in via di estinzione, minacciati da taglialegna, cercatori d’oro, multinazionali”.
“Racconterò la vita dei popoli indigeni, minacciata da taglialegna e narcotrafficanti, sfregiata dal turismo sessuale e dagli sversamenti di petrolio, e la natura bellissima e feroce della selva” spiega il giornalista Angelo Ferracuti. “Incontreremo le comunità che vivono solo di ciò che fornisce la foresta presso la riserva estrattiva. Parliamo del Kama, gruppo etnico animista, e i Nukak che vivono in Colombia” completa il discorso il fotografo Giovanni Marrozzini.
Per gli ultimi, sino all’ultimo
Un’iniziativa che ha già trovato il favore di molti e coinvolto centinaia di donatori online, chiamati all’appello su GoFund Me per sostenere l’avventura tra lavori di manutenzione, spese di bordo e strumentazioni. Ad oggi, giorno della partenza dei due dall’Italia, attorno ai 11.600 euro con centinaia di sostenitori (ma se volete, potete continuare a donare qui). Una volta in Brasile, salperanno il 3 settembre da Manaus, nel cuore della Foresta Amazzonica.
Per tre mesi e quattromila chilometri. Poi la loro barca diventerà una scuola galleggiante e una biblioteca itinerante che lasceranno in dono all’Associazione Piccolo Nazareno, che opera a Manaus con i ragazzi di strada, spesso dediti al consumo di droghe e alla prostituzione.
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