Alcuni ricercatori dell’Arizona State University hanno scoperto che “granuli di stress” nel cervello potrebbero causare enormi cambiamenti nell’attività genetica delle cellule e innescare così l’Alzheimer.
È una teoria rivoluzionaria quella che alcuni ricercatori dell’Arizona State University hanno proposto per spiegare la causa che innesca l’Alzheimer. Una spiegazione che potrebbe chiarire il “caos” molecolare che guida questa malattia e che interrompe il normale comportamento dei geni nelle cellule.
Cos’è l’Alzheimer e quali sono i sintomi
Spesso può apparire come un insieme di più malattie in una. L’Alzheimer resta una delle malattie neurodegenerative più devastanti, subdole e misteriose con cui la scienza medica si sta confrontando da molto tempo ormai. Subdola perché i sintomi possono spaziare dalla perdita di memoria al declino cognitivo sino ad arrivare ai cambiamenti di personalità. Sono tutti, sempre, legati a complesse interruzioni biologiche e questo rende davvero difficile definire una causa specifica o sviluppare trattamenti efficaci.
Quanto costa l’Alzheimer e con quale velocità si diffonde
Eppure, dopo oltre un secolo di intensa ricerca e miliardi di dollari investiti, non siamo ancora giunti ad un trattamento che fermi o curi la malattia. A livello globale il costo per le cure è altissimo. Secondo l’Alzheimer’s Disease International, nel 2019, è stato stimato in 1,3 trilioni di dollari, una cifra destinata a salire a 2,8 trilioni di dollari entro il 2030. Nel mondo, infatti, ogni tre secondi una persona sviluppa la demenza. Erano oltre 55 milioni nel 2020, un numero destinato a raddoppiare quasi ogni 20 anni, raggiungendo i 78 milioni nel 2030 e i 139 milioni nel 2050. Questo avverrà soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Già il 60% delle persone con demenza vive in Paesi a basso e medio reddito, ma entro il 2050 la percentuale toccherà il 71%.
Un guasto nel Rna potrebbe essere la causa dell’Alzheimer
In precedenza, la ricerca si è concentrata su sintomi tangibili come placche amiloidi, grovigli di tau, infiammazione e disfunzione cellulare. Mancava però una spiegazione che unificasse tutti questi fenomeni. I ricercatori dell’Arizona State University hanno dato il loro contributo proprio qui, suggerendo che potrebbero essere dovuti ad un malfunzionamento del sistema di trasporto della cellula. Gli effetti, insomma, sarebbero da ricondurre ad un guasto nel sistema che trasporta molecole vitali tra il nucleo cellulare e il citoplasma, l’ambiente liquido che circonda il nucleo in cui avvengono molti processi essenziali. Questa rottura interrompe la produzione di proteine essenziali e altera gli interruttori chimici che controllano l’attività di oltre 1.000 geni. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sull’ultimo numero di Alzheimer’s & Dementia: The Journal of the Alzheimer’s Association.
I granuli da stress cronico, un fattore chiave nella comparsa dell’Alzheimer
Dietro tutto ciò c’è un responsabile. Secondo i ricercatori sono i granuli di stress – grumi di proteine e RNA – ad innescare questo processo. Si tratta di strutture che in genere si formano solo per breve tempo in risposta allo stress cellulare. Mettono “in pausa” i processi non essenziali, così la cellula si riprende. Servono, in sintesi, a proteggerla. Nel caso dell’Alzheimer, invece, questi granuli diventano cronici, intrappolano molecole vitali e ostacolano i movimenti dentro e fuori dal nucleo cellulare. In questo modo causano danni e contribuiscono alla progressione della malattia.
Quale ruolo hanno i granuli di stress
Si ritiene che questi cambiamenti radicali avvengano nelle prime fasi della malattia, molto prima che compaiano i sintomi clinici. Tra le manifestazioni tardive più evidenti troviamo le placche amiloidi, ammassi di proteine mal ripiegate che si accumulano tra i neuroni, ostacolando la comunicazione cellulare, e gli ammassi neurofibrillari, grovigli di fibre della proteina tau che si accumulano all’interno dei neuroni, compromettendone la funzione e portando infine alla morte cellulare.
Un nuovo approccio per curare la causa dell’Alzheimer
Definita la causa, la possibilità di interventi precoci mirati ai granuli di stress offre un approccio rivoluzionario per contrastare la malattia di Alzheimer. Individuando e contrastando la formazione di granuli di stress patologici nelle fasi iniziali, si potrebbe arrestare o rallentare in modo significativo l’insorgenza di sintomi come placche amiloidi e ammassi neurofibrillari, e le devastanti conseguenze cognitive della malattia. Un approccio di questo tipo potrebbe spostare l’attenzione del trattamento dell’Alzheimer dalla gestione dei sintomi in fase avanzata alla prevenzione della progressione della malattia. Sebbene questi interventi siano ancora in fase di ricerca, la strada per comprendere e attenuare i meccanismi della malattia sembra promettente.
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