Approvato, con la certificazione dell’Unione Europea, il primo sistema ricaricabile di neurostimolazione profonda del cervello, capace di gestire i tremori caratteristici della malattia di Parkinson.
AlphaDBS, questo il nome del dispositivo, rappresenta una sorta di pacemaker, capace di adattarsi in maniera automatica alle esigenze di ciascun paziente. Sviluppato dalla Newronika, società afferente al Policlinico e all’Università Statale di Milano, AlphaDBS si presenta come uno strumento elettromedicale impiantabile. Capace di leggere in tempo reale i segnali del cervello e far partire una stimolazione elettrica su tutto il corpo. In questa maniera il dispositivo entra in funzione solo quando necessario, come farebbe un normale pacemaker per il cuore.
Come funziona AlphaDBS
In particolare, l’impianto è composto da un circuito elettrico chiuso, con degli elettrodi impiantati in alcune aree del cervello. Questi vengono poi connessi a uno stimolatore elettrico disposto sotto la pelle, vicino alla clavicola. Dopodiché il sistema registra, interpreta e decodifica tutta l’attività bioelettrica del cervello, e in particolare i segnali chiamati “potenziali di campo locale” che gestiscono le aree del movimento.
Questo innovativo sistema di neurostimolazione profonda agisce direttamente sulle fluttuazioni motorie, le continue mutazioni dello stato clinico del malato di Parkinson durante l’arco della giornata. Chi soffre di questa patologia debilitante, infatti, può alternare momenti di buona motilità alternati a momenti di blocco motorio, il cosiddetto “fenomeno on-off”.
L’innovazione di AlphaDBS
AlphaDBS rappresenta un enorme passo in avanti nella ricerca contro il Parkinson in quanto, rispetto dagli attuali sistemi DBS che stimolano il cervello continuamente, rappresenta una sorta di “stimolazione selettiva” che si attiva solo quando necessario.
Finora, la sperimentazione del dispositivo ha coinvolto 48 pazienti utilizzando un sistema esterno. Poche settimane fa, però, un paziente ha ricevuto il primo impianto posizionato sottopelle. I dati raccolti hanno già convalidato i risultati ottenuti dagli studi precedenti, confermando l’efficacia della stimolazione adattativa.
Grazie ai ricercatori della Newronica, che hanno impiegato circa 10 anni per sviluppare questo impianto, si aprono nuove potenziali cure per trattare e contenere il Morbo di Parkinson
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