Quando si è in difficoltà, quando qualcuno che ci è vicino si è sentito male, quando abbiamo assistito ad un incidente, o -peggio – ne siamo vittime, il consiglio è sempre lo stesso: mantenere il sangue freddo. Bisogna preservare quella lucidità che ci porta a chiamare i soccorsi. Tenere a bada l’emozione, cercando di fornire più informazioni possibili al telefono, in modo che, dall’altra parte della cornetta, si possa avere l’esatta percezione del fatto avvenuto.
Non è facile. E non lo è soprattutto per chi si trova nella cosiddetta “sala operativa”, il centralino che risponde alle chiamate di aiuto, cercando di coordinare al meglio le operazioni di soccorso.
Empatia e distacco: così Alma Mazza coordina i soccorsi
Ad Arona, Comune piemontese sul Lago Maggiore, nella sede locale della Croce Rossa ci si può imbattere in Alma Mazza. Da trent’anni questa signora 92enne opera come volontaria nella sala operativa. Risponde alle chiamate, registra i nomi dei volontari che iniziano il turno e che fanno rapporto sui vari interventi, annotandone gli spostamenti sul registro.
Ma soprattutto la signora Alma, nel suo ruolo di volontaria, cerca di “tranquillizzare” chi ha bisogno di aiuto. Attende in linea l’arrivo dei soccorsi, monitorando ogni spostamento e dando informazioni preziose in diretta:. «La signora si è spostata davanti alla chiesa dell’ospedale, sta piovendo, ha cercato riparo lì», comunica con voce ferma all’ambulanza che si appresta a raggiungere il luogo.
Empatia e distacco: sono questi i due sentimenti che devono convivere in quegli attimi concitati. E Alma ne ha da vendere, sia dell’una che dell’altro. Ovviamente si preoccupa per chi è in difficoltà, ma con la sua voce calma e pacata cerca di guidarlo al meglio, accompagnandolo nell’attesa dei soccorsi, minuti che, spesso, sembrano non passare mai. E se a fine turno è esausta poco importa. La consapevolezza di esser stata “utile” è superiore a tutto.
Una pensione goduta all’interno della sala operativa
Alma, che oggi vive a Dormelletto, in provincia di Novara, ha alle spalle un passato in fabbrica. Poi, quando l’azienda ha spostato la produzione in un’altra Regione, è diventata direttrice di una ditta di abbigliamento, trascorrendo lì la maggior parte del suo percorso lavorativo. Dopo anni di lavoro avrebbe potuto rimanere a casa, insieme a suo marito. Avrebbe potuto godersi la meritata pensione. Invece ha deciso di rimanere attiva. Così, nel 1991, è entrata nella squadra della Croce Rossa. All’inizio ha prestato servizio sulle ambulanze, poi è diventata centralinista. E non si è più spostata.
Per la Croce Rossa di Arona è una risorsa preziosa: Alma è un esempio di dedizione e attenzione, e non ci pensa due volte quando si tratta di mettere tutti in riga. È contenta quando è di turno in sala operativa, mantiene la stessa verve di quando ha iniziato, e se le si domanda quando arriverà il momento di smettere lei risponde schietta: «E per fare cosa? Stare tutto il giorno in casa a guardare le telenovelas? Non ci penso proprio!».
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