34mila utenze disalimentate dall’elettricità, oltre 10mila sfollati, 42 Comuni alluvionati, più di 280 frane, 23 fiumi esondati, 400 strade interrotte. Sono i disastrosi numeri dell’alluvione in Emilia-Romagna, l’emergenza che sta impegnando i soccorsi arrivati da tutta Italia.
42 Comuni interessati dalle esondazioni e oltre 280 frane, di cui 120 particolarmente importanti, in 58 Comuni. Il Comitato Operativo continua a essere riunito in via permanente dalla sera del 16 maggio presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile per garantire gli interventi di ricerca, soccorso e assistenza ai cittadini coinvolti. Migliaia di loro, infatti, sono stati evacuati dalle loro abitazioni e stanno trovando accoglienza in modo autonomo presso parenti e amici o nelle strutture messe a disposizione sul territorio.
Alluvione in Emilia-Romagna: oltre 4.900 uomini e 1.000 mezzi impiegati nelle operazioni
In queste ore, con più di 1.000 mezzi impiegati, stanno operano oltre 4.900 uomini e donne di Vigili del Fuoco, Guardia Costiera, Forze di polizia, Forze armate, delle organizzazioni di volontariato di Protezione Civile e delle colonne mobili regionali. A loro si aggiungono le centinaia di tecnici, funzionari dei Comuni, delle Province e delle Prefetture, di altri enti territoriali e della struttura di Protezione Civile dell’Emilia-Romagna.
In particolare, a supporto dei Comuni maggiormente colpiti ci sono oltre 500 unità delle colonne mobili delle Regioni Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana, Umbria, Veneto e delle Province Autonome di Trento e Bolzano e oltre 250 volontari attivati da 18 diverse Organizzazioni nazionali di volontariato. A tutti loro si aggiungono i 700 volontari dei 9 Coordinamenti dell’Emilia-Romagna. Abbiamo chiesto a Gabriele Russo, Presidente del Centro Servizi Regionale dell’Emilia-Romagna per il Volontariato di Protezione Civile, come si sono svolte e come si stanno svolgendo le operazioni sul territorio di Forlì-Cesena, uno dei più colpiti.
Nei giorni precedenti all’alluvione in molte zone dell’Emilia-Romagna è stato diramato lo stato di allerta. Come funziona questo procedimento? Quali passaggi precedono l’attivazione della Protezione Civile?
Il sistema di allerta si basa su previsioni effettuate con un anticipo di circa 12-24 ore dal previsto inizio dei fenomeni. Nel caso dell’Emilia-Romagna è la Struttura IdroMeteoClima di Arpae (Simc) ad occuparsi delle attività osservative e previsionali in merito a meteorologia, climatologia, idrologia e molto altro. In questo caso, sulla base di quanto rilevato, il sistema regionale ha diramato l’allerta rossa per la giornata del 16 maggio. I volontari, già con l’allerta arancione hanno iniziato le attività di monitoraggio arginale, hanno preparato sacchi di sabbia e approntato i mezzi e le attrezzature per la pronta partenza.
L’alluvione di questi giorni, però, ha raggiunto livelli difficilmente prevedibili…
Esatto. Noi possiamo distinguere due fasi dell’emergenza. Il 2 maggio si sono registrate precipitazioni abbondantissime in un tempo ristretto. In meno di 24 ore si sono riversati i quantitativi che cadono di solito in 6 e la terra si è imbevuta e appesantita tantissimo. Questi fenomeni hanno causato l’innalzamento dei fiumi nel forlivese fino alla “soglia 3” (le soglie idrometriche sono indicatori del livello raggiunto dai corsi d’acqua. Il livello 3 è considerato di “elevata criticità”, ndr) e hanno innescato un enorme movimento franoso nei Comuni di montagna. Mentre nel faentino avvenivano i primi allagamenti. Nei giorni successivi le precipitazioni sono diminuite, ma il suolo ovviamente non si è asciugato e quando la pioggia ha ripreso a scendere ha causato la grande alluvione. Tra il 16 e il 17 maggio sono caduti altri 100 mm di acqua nel forlivese. Tutti i corsi d’acqua, anche quelli minori, si sono ingrossati causando poi gli straripamenti. Da Bologna a Rimini sono esondati tutti i fiumi: una cosa mai vista prima in Romagna.
Tra i problemi principali, oltre alla quantità d’acqua riversata sulle strade e nelle case, ci sono anche frane e smottamenti.
Sì, purtroppo, si sono verificate oltre 280 frane e alcune di queste molto pericolose. Uno dei territori più colpiti è il Comune di Modigliana, sull’appenino tosco romagnolo in provincia di Forlì-Cesena, dove se ne sono verificate più di 70. Questo ha compromesso la viabilità e quindi le operazioni di evacuazione, così come il difficile ripristino di situazioni di disalimentazioni elettriche e interruzioni telefoniche.
Ci siamo occupati anche dell’evacuazione di diverse persone e della loro accoglienza, anche se molte persone hanno trovato ospitalità da parenti e amici. Ogni Comune, in questo senso, ha adibito dei punti attrezzati con brandine e beni di prima necessità, ma in alcuni casi mancano indumenti con cui cambiarsi che stiamo cercando di reperire di concerto con altre realtà di volontariato. Alla Fiera di Forlì, ad esempio, in questo momento si trovano circa 100 persone, ma altre sono nelle palestre delle scuole limitrofe o nei palazzetti dello sport.
Purtroppo, le previsioni meteo indicano pioggia anche nei prossimi giorni: cosa vi aspettate che accadrà?
Oggi ha ricominciato a piovere, anche se con meno intensità, e le previsioni indicano precipitazioni anche nel weekend. È attiva una nuova allerta, ma è difficile prevedere con precisione quello che accadrà. Nei prossimi giorni, appena le condizioni lo permetteranno, saremo impegnati nel supporto alle famiglie che hanno visto le proprie case allagarsi. Aiuteremo a ripulire, a togliere l’acqua che ristagna nelle taverne e nelle cantine con l’aiuto delle pompe e, infine, a smaltire tutto ciò che, purtroppo, non si può più recuperare.
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