Vi piace svegliarvi presto al mattino? Siete allodole. Prediligete andare a letto tardi e la sveglia all’indomani è sempre un incubo? In quel caso fate parte della schiera dei gufi. Ma non temete, c’è anche la via di mezzo: i colibrì.
È tutta questione di “cronotipi”: così si potrebbe riassumere il tutto. Abbiamo infatti ritmi variabili che possono fare la differenza nell’approccio alla vita. Queste differenze però sono legate soprattutto ad una diversa organizzazione dei ritmi circadiani, dovuti – tra le altre cose – ai tempi di secrezione del cortisolo o della melatonina.
Insomma, quello che possiamo dire con certezza è che esistono diversi “cronotipi”. E sono proprio questi orologi interni, in grado di definire il nostro ritmo, a renderci più o meno predisposti all’attività in certi periodi della giornata. C’è persino un’area di studio specifica che indaga questo tipo di funzioni organiche: è la cronobiologia.
Meglio essere un’allodola o un gufo? I cronotipi più diffusi
Un paragone con il mondo degli animali potrebbe aiutarci a capire meglio di cosa stiamo parlando. Ci sono persone infatti che raggiungono un picco delle loro prestazioni fisiche e mentali nella prima parte della giornata. Sono soggetti che preferiscono andare a letto presto e svegliarsi presto all’indomani: proprio come le allodole.
E poi ci sono i cosiddetti “serotini”, quelli che raggiungono il loro picco prestazionale verso sera. Fategli fare le ore piccole e saranno iperattivi, ma guai quando la sveglia suono troppo presto al mattino. Loro sono i gufi.
La maggior parte della popolazione adulta vanta, invece, delle preferenze meno definite, e sono i colibrì. In questo caso entrano in campo diversi fattori, come ad esempio il ritmo di secrezione del cortisolo, l’ormone che più rappresenta il segnale della luce o dell’attività. Oppure quello della melatonina che, viceversa, è il segnale del buio e del riposo.
Social jet-lag, quando l’orologio biologico non combacia con la vita sociale
L’ideale sarebbe riuscire ad allineare le attività quotidiane al proprio naturale modo di essere. Quando invece si è “scoordinati” ed i propri ritmi interni non combaciano con quelli della vita sociale si rischia il “social jet-lag”, ovvero una mancata coincidenza del nostro orologio biologico con la routine giornaliera. Si tratta di un fenomeno che prima era studiato soprattutto per adolescenti e giovani adulti. A seguito della pandemia e dei ripetuti periodi di lockdown a cui siamo stati sottoposti, però, questo gap sta interessando anche altre fasce di età.
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