Exposanità è un appuntamento internazionale al servizio della sanità e dell’assistenza. La ventiduesima edizione si svolge presso i padiglioni della Fiera di Bologna da mercoledì 11 a venerdì 13 maggio.
All’interno dell’esposizione anche un salone dedicato alla Terza Età con un focus sul cohousing dove l’abitare sociale include un servizio di assistenza sanitaria domiciliare. Non solo. Nello stesso ambito anche il rilancio del welfare territoriale.
Tre giorni di incontri per rinnovare i servizi sanitari
Convegni e workshop. Tre giorni di incontri per rinnovare i servizi sanitari mettere al centro del dibattito l’importanza dell’assistenza, specialmente in ambito domiciliare. E soprattutto, ‘Rivolti al futuro’ come recita lo slogan dell’evento. Si apre con questo obiettivo la 22esima mostra internazionale di Exposanità che sancisce i 40 anni di attività.
“Stiamo lavorando ad un’edizione che renda giustizia al desiderio di tornare a fare fiere e alla necessità di parlare di sanità. Si apre per il nostro Paese una stagione di riforme dei servizi sanitari, di potenziamento delle reti socio sanitarie, di ripensamento complessivo del sistema” fanno sapere gli organizzatori alla vigilia della prima giornata.
Ospiti illustri – esperti di ambiti disparati – incontreranno gli addetti ai lavori ma anche gli avventori per presentare le novità in cantiere e i progetti da realizzare in un futuro prossimo. Dalle analisi posturali alla podologia, passando dalla legionella alla sanificazione dei canili e ancora fisioterapia e disabilità.
Un padiglione dedicato alla Terza età
Tra gli argomenti trattati all’interno dell’appuntamento bolognese, particolare importanza avrà la ‘terza età’ a cui sarà dedicato un intero padiglione. “La pandemia ha fatto emergere l’urgenza di un ripensamento delle politiche di assistenza sociosanitaria per la popolazione più anziana. Il PNRR si prefigge di favorire una trasformazione del sistema di assistenza agli anziani e una transizione dalla residenzialità ad una più efficace presenza sul territorio attraverso l’assistenza domiciliare, il sostegno alle famiglie e la telemedicina” si legge in una nota che anticipa l’evento.
“Il cohousing, inteso come rete di minialloggi protetti o “condomini solidali”, è in grado di assecondare questo obiettivo garantendo la sicurezza di presenze e rinforzando una socialità anche per chi è rimasto solo” continua la nota.
Infine: “Questa soluzione abitativa, poco presente ancora nel nostro Paese, ma molto diffusa in Europa, può rappresentare uno degli strumenti attraverso il quale realizzare l’ambizione di portare dal 4% al 10% l’assistenza sanitaria domiciliare per i fragili ultra sessantacinquenni entro il 2026”.
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