Il settore del commercio italiano sta affrontando una crisi significativa: mancano lavoratori qualificati e le aziende faticano sempre più a trovare personale adeguato alle loro esigenze.
Questo fenomeno, che si è intensificato negli ultimi anni, rappresenta un ostacolo rilevante per la crescita e lo sviluppo delle attività commerciali nel nostro paese.
Le figure professionali più richieste e introvabili
Secondo i dati diffusi da Confcommercio, tra i profili più difficili da reperire figurano commessi specializzati, addetti alle vendite con competenze specifiche e personale con conoscenze tecniche nel settore retail. La mancanza di manodopera (mancano circa 260mila lavoratori nel terziario) si estende anche al personale amministrativo, ai magazzinieri con competenze digitali e ai responsabili di punto vendita.
“Trovare manodopera qualificata – ha sottolineato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli – è sempre più difficile ed è un’emergenza che rischia di frenare la crescita economica di importanti settori del commercio. Tra le cause ci sono il calo demografico e la mancanza di profili adeguati. Occorre, con urgenza, sostenere le imprese che investono in nuova formazione, anche di immigrati, e rendono più competitivo il nostro paese”.
Le cause della mancanza di lavoratori nel commercio
Secondo Confocommercio, questa differenza tra domanda e offerta di lavoro nel settore commerciale è riconducibile, nel dettaglio, a diversi fattori:
– Mismatch formativo: il sistema educativo non sempre fornisce le competenze richieste dal mercato
– Cambiamenti demografici: l’invecchiamento della popolazione e il calo demografico riducono la forza lavoro disponibile
– Scarsa attrattività del settore: condizioni di lavoro, orari e retribuzioni non sempre attraggono i giovani
– Evoluzione tecnologica: la digitalizzazione richiede nuove competenze che molti lavoratori non possiedono.
L’impatto della pandemia e le nuove esigenze
La pandemia ha accelerato alcune tendenze già in atto, modificando le esigenze delle aziende e le aspettative dei lavoratori. Il commercio online ha richiesto nuove professionalità legate alla gestione di piattaforme digitali, logistica e customer service remoto.
“La pandemia ha cambiato le carte in tavola – si legge in una nota Confcommercio -. Molti lavoratori hanno rivalutato le proprie priorità, cercando maggiore flessibilità e migliore equilibrio vita-lavoro, aspetti che il settore commerciale tradizionale fatica a garantire”.
Strategie per affrontare la mancanza di personale
Le imprese del commercio stanno adottando diverse strategie per rispondere a questa sfida.
Innanzitutto, molte aziende puntano sulla formazione interna, investendo sull’aggiornamento delle competenze dei dipendenti già in forza per colmare i gap professionali. Parallelamente, si stanno intensificando le collaborazioni con scuole e università per creare percorsi formativi mirati alle specifiche esigenze del settore, facilitando così l’ingresso di giovani talenti già adeguatamente preparati.
Non meno importante è il miglioramento delle condizioni lavorative, con l’introduzione di orari più flessibili e incentivi economici pensati per attrarre e trattenere i professionisti più qualificati. Infine, numerose realtà stanno accelerando la digitalizzazione dei processi, automatizzando alcune attività per compensare la mancanza di personale e ottimizzare l’impiego delle risorse umane disponibili.
Il ruolo delle politiche attive del lavoro
Per affrontare efficacemente questa carenza di manodopera, è fondamentale il ruolo delle politiche attive del lavoro. Incentivi alle assunzioni, programmi di riqualificazione professionale e un sistema di formazione continua possono contribuire a ridurre il gap tra domanda e offerta nel settore commerciale.
Per Confocmmercio: “Servono interventi strutturali: non si può pensare di risolvere il problema solo con misure temporanee o emergenziali”
Le prospettive future per il settore commerciale
Guardando al futuro, il settore commerciale dovrà affrontare una trasformazione significativa per rimanere competitivo e attrattivo per i lavoratori. L’integrazione tra commercio fisico e digitale, la valorizzazione delle competenze trasversali e l’attenzione al benessere dei dipendenti saranno fattori chiave per superare questa crisi.
Le aziende che sapranno innovare non solo nei prodotti e servizi offerti, ma anche nelle modalità di gestione delle risorse umane, avranno maggiori possibilità di trovare e trattenere i lavoratori qualificati di cui hanno bisogno.
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