No, l’elisir di lunga vita non è ancora stato scoperto. Ma ultimamente la ricerca anti-aging ha fatto progressi e oggi alcuni farmaci promettono, più di altri, di rallentare l’invecchiamento, o almeno le malattie legate all’avanzare degli anni. La buona notizia è che si tratta di prodotti già in commercio usati per altri scopi. Hanno quindi già ampiamente dimostrato di essere sicuri.
La rapamicina, dai trapianti all’effetto protettivo contro l’Alzheimer
Il primo farmaco in lista è la rapamicina. Si tratta di un immunosoppressore usato per prevenire il rigetto nei trapianti d’organo. Uno studio sui topi ha dimostrato che, assunto a basso dosaggio, è in grado non solo di allungare la durata della vita degli animali del 15% ma di rallentare la degenerazione dei tendini, del cuore e del fegato. La rapamicina sembra inoltre avere un effetto protettivo sul cervello, allontanando il rischio di Alzheimer.
La metformina, dal diabete di tipo 2 all’effetto antinfiammatorio delle cellule
Un secondo farmaco candidato come prodotto anti-aging è la metformina. Viene impiegato per il trattamento del diabete di tipo 2, ma si è osservato che le persone che assumono il farmaco per un periodo di tempo prolungato vivono più a lungo e sviluppano meno malattie rispetto a chi non lo assume. La metformina ha infatti la capacità di bloccare l’infiammazione causata dalle cellule che invecchiano (le cellule senescenti, chiamate anche “cellule zombie”) e provvede anche al loro rifornimento energetico.
I senolitici, i farmaci killer delle cellule senescenti
Un’altra categoria di farmaci nel mirino della ricerca anti-aging è rappresentata dai cosiddetti senolitici. Si tratta di medicinali in grado di uccidere o modificare le inutili e dannose cellule senescenti impedendone l’accumulo nell’organismo.
Di questo gruppo fanno parte alcuni composti come il dasatinib e il navitoclax (due antitumorali), la quercetina (un flavonoide contenuto in diversi frutti come mele, uva, olive, agrumi, frutti di bosco e ortaggi quali pomodori e cipolle) e la fisetina (presente nelle fragole).
Altra sostanza su cui si indaga da tempo è il resveratrolo, un composto che si trova nell’uva e nel vino rosso e che sembra in grado di invertire la senescenza cellulare.
La tesi di Andrew Steel: diventare vecchi senza invecchiare
Molte cellule umane entrano in senescenza quando perdono i loro telomeri, i cappucci protettivi alle estremità dei cromosomi. Un altro promettente filone della ricerca riguarda quindi i farmaci capaci di impedire l’accorciamento dei telomeri.
Ma tutto questo lascia immaginare solo una cosa. Potrebbe avere ragione Andrew Steel, il biologo inglese diventato celebre per la sua rivoluzionaria tesi: si può diventare vecchi senza invecchiare. Nel suo libro Ageless. The New Science of Getting Older Without Getting Old, Steele descrive infatti tutti i progressi della ricerca che stanno preparando il terreno a una grande rivoluzione in medicina: curare l’invecchiamento.
“Il sogno della medicina anti-aging – scrive Steele nel suo libro – è un trattamento che identifica le cause profonde della disfunzione man mano che invecchiamo, per poi rallentare la loro progressione o invertirle interamente. Queste cause profonde sono ciò che i biogerontologi chiamano tratti distintivi. Se gli scienziati possono affrontare questi tratti distintivi, possiamo elaborare trattamenti che rallentano l’intero processo di invecchiamento”.
In pratica cosa succederebbe se la medicina arrivasse a curare la vecchiaia? Secondo Steele potrebbe accadere di vivere fino a 150 anni senza malattie cardiache, artrite, cancro.
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