Nel giorno dell’assegnazione del prestigioso Leone D’oro del 76° Festival del Cinema di Venezia, i giovani del Comitato “No Grandi Navi”, “Venice Climate Camp” e “Friday for Future Venezia” hanno occupato il tappeto rosso con una manifestazione pacifica.
È successo per la prima volta e il risultato è stato il sostegno pubblico nelle conferenze stampa tenute da tre importanti e non più giovani ospiti dell’evento. Parliamo di Mike Jagger (76 anni) e Donald Sutherland (85 anni), entrambi protagonisti del film di Giuseppe Capotondi The Burnt Orange Heresy, e Roger Waters (76 anni). Tutti e tre hanno manifestato apertamente il loro appoggio all’iniziativa dei giovani ambientalisti. Sutherland ha dichiarato fra l’altro: «Questi giovani devono ottenere più appoggio possibile, so che sul tappeto rosso ci sono anche persone che parlano di migrazione, anche questo tema ha bisogno di attenzione. Quando si arriva a 85 anni come me si ha figli, nipoti e ci si rende conto che non lasceremo niente se non butteremo fuori certa gente dai propri uffici. Anche noi abbiamo contribuito a questa rovina ma l’attuale classe dirigente la sta perpetrando».
Roger Waters, musicista dei Pink Floyd, arrivato a Venezia per presentare il film concerto Us+Them, ha affrontato in conferenza stampa i temi a lui più cari; fra questi l’ambiente, dichiarando: «Abbiamo assolutamente bisogno che i giovani, di tutto il mondo, si interessino alle idee, non solo agli iPhone».
Quanto a Mick Jagger, ha mostrato solidarietà con le proteste degli ambientalisti dichiarando: «Sono contento che lo stiano facendo, sono loro che erediteranno il pianeta: in USA c’è una situazione d’emergenza, negli ultimi dieci anni l’amministrazione non si è occupata di questo problema, anzi, va nella direzione opposta, quando invece l’America dovrebbe essere un Paese che indica la via. Quindi questi ragazzi fanno bene a protestare. Il mondo oggi è sicuramente diverso, a ogni generazione cambia: siamo in tempi molto strani e quando vivi in tempi del genere non sai che cosa succederà alla fine di questo periodo, perché i valori cambiano. Oggi il mondo è molto polarizzato: c’è inciviltà politica in molti Paesi. La combinazione di tutti questi elementi, brutalità e bugie, non si sa dove ci porterà: dobbiamo continuare a dialogare».
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