La vita è fatta di casualità che si concatenano e ci portano a percorrere la nostra strada. Ed è proprio ciò che è accaduto a Susanna Martucci e ai tanti piccoli eventi inaspettati che hanno dato vita ad Alisea.
L’inizio di una carriera
“Appena mi sono laureata, mio padre ha voluto che facessi un concorso in banca. Così ho studiato tutta l’estate e ho passato il concorso. Ero felicissima, ma poi ho scoperto di non essere stata presa. Non riuscivo a capire il motivo e dopo qualche giorno ho chiamato per chiedere spiegazioni. La risposta è stata chiara: per quel lavoro non era prevista una figura femminile”. Inizia così il racconto di Susanna Martucci, CEO e fondatrice di Alisea, l’azienda italiana che produce oggetti di design partendo da materiali di scarto. La storia di questa veronese e della sua azienda è costellata di alti e bassi, di idee geniali e di tanta passione. Dopo il concorso in banca, infatti, Susanna Martucci, classe 1958, inizia il lavoro per una grossa casa editoriale in cui si occupa dell’organizzazione commerciale.
L’idea rivoluzionaria
Poi la vita la mette davanti a delle sfide inaspettate: l’azienda decide di chiudere l’intera rete commerciale e anche quando lei si rialza, due anni dopo, il suo partner in affari se ne va, portandosi via i migliori clienti. Che fare allora? “Qualche giorno dopo questa vicenda, in un bar, una persona mi regala un quadernino prodotto con carta riciclata e lì capisco in che direzione devo andare”, racconta in una conferenza per Ted. “Mi torna alla mente un ricordo che non pensavo di aver immagazzinato. L’idea nasce da un viaggio in treno, nel 1982. Stavo andando a Milano e nel vagone, poco distante di me, sento due professori universitari che parlano di rifiuti. Tra loro dicono che il mondo si sta riempiendo di materiali di scarto e che sarà un grosso problema smaltirli. Dopo poco, però, aggiungono che potrebbe essere anche un grande business per le future generazioni”. Eccola lì l’idea, chiara. “Farò oggetti di design made in Italy e saranno prodotti solo ed esclusivamente con materiali di scarto e di riciclo”, si dice Susanna. “Saranno oggetti che potranno raccontare il loro ciclo produttivo grazie ai materiali che li compongono”. Il piano è così ben articolato che trova a questi prodotti anche un nome: oggetti comunicanti.
La nascita di Alisea…
Nasce così Alisea nel 1994. Un progetto che ha trovato una propria collocazione sul mercato, divenendo l’unico operatore che fa del riuso e del riciclo una forma di identità d’impresa. Tutti i materiali utilizzati per la produzione degli oggetti, infatti, sono trattati con processi di trasformazione innovativi, che garantiscono gli stessi standard qualitativi di materie vergini. Esattamente quello che prospettava Susanna nel suo immaginario. Tra le più grandi invenzioni dell’azienda, però, c’è qualcosa che nessuno avrebbe potuto immaginare. Il suo nome è Perpetua.
…e la creazione di Perpetua
“Nel 2012 ricevo una telefonata da un’industria che vorrebbe affidarmi la produzione dei suoi gadget aziendali. La fabbrica si occupa di elettrodi in grafite. Gli scarti con cui dovrò lavorare sono composti da polvere di grafite e quando lo scopro rimango stupita perché la trovo bellissima e fatico a considerarla uno scarto. L’idea è immediata: facciamo delle matite”, racconta Susanna. “Cercando un produttore a cui appoggiarmi, scopro che in Italia nessuno produce più matite e decido di buttarmi in questo business. Dopo un anno di lavoro in team, nasce Perpetua, la mia matita, e con lei un processo innovativo chiamato self cycling in cui si autoconsumano i propri scarti”. La presentazione di Perpetua sul mercato ne conferma il potenziale e in poco tempo diventa un oggetto di design richiestissimo. La matita, infatti, viene venduta nel design store del Moma di New York, al Guggenheim di Bilbao con un modello in edizione speciale e che, grazie a una collaborazione con Starbucks, è presente nei punti vendita speciali della catena. E che dire poi dell’onore nell’essere stata scelta come dono dalla Presidenza italiana per le delegazioni internazionali giunte a Taormina per il G7?
Il segreto è l’ottimismo
La storia del successo di Susanna, imprenditrice instancabile anche a 62 anni, nasconde un solo segreto: l’ottimismo. “Quando siamo convinti di avere un’idea che può farci star bene e che può far stare bene anche gli altri, allora è necessario provare a realizzarla. Ci vuole coraggio, bisogna lottare, ma a volte la fortuna gira. E per me la fortuna sono tutte quelle occasioni che abbiamo saputo cogliere al momento giusto”. L’importante, quindi, è rimanere positivi: “Non nasciamo ottimisti, ma è un costante allenamento. Possiamo sforzarci di vedere ogni giorno il bicchiere mezzo pieno e andare avanti.”
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