Mangiare bene è fondamentale, ma rispettare degli orari per farlo lo è altrettanto. I primi risultati di uno studio francese, avviato nel 2009 e nato per indagare la relazione fra salute e alimentazione. L’indagine terminerà nel 2029.
Prima si consumano i pasti nell’arco della giornata e nei tempi giusti, meglio è per la salute del nostro sistema cardiovascolare: è quanto emerge dai risultati di uno studio condotto in Francia dall’Istituto nazionale di ricerca per l’agricoltura.
La ricerca, vasta e molto lunga
Gli scienziati hanno analizzato i dati di 103mila persone fra i partecipanti allo studio di coorte NutriNet Santè, lanciato nel 2009 e in corso fino al 2029, in cui i soggetti campione vengono seguiti per un lungo periodo di tempo allo scopo di indagare la relazione fra alimentazione e stato di salute.
Dopo aver escluso eventuali altri fattori che potessero incidere sul sistema cardiovascolare, come gli stili di vita, le abitudini del sonno e la qualità dell’alimentazione, i ricercatori si sono resi conto che esisteva un’associazione fra la presenza di malattie cardiache e l’abitudine di consumare i pasti tardi, con la cena dopo le 21.
I risultati: i tempi dei pasti sono fondamentali
I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Communication, hanno evidenziato come i momenti della giornata nei quali introduciamo cibo nell’organismo, alternati a periodi di digiuno fra un pasto e l’altro, hanno un effetto regolatore sui ritmi circadiani, ossia i ritmi di funzionamento quotidiani che consistono di variazioni cicliche che ogni giorno coinvolgono le nostre attività biologiche. In pratica si tratta di un “orologio biologico” che regola i livelli ormonali, il sonno e il metabolismo.
Fare colazione presto al mattino, e soprattutto non saltare il primo pasto della giornata, si associa a una diminuzione del rischio cardiovascolare, mentre ritardarla lo fa aumentare del 6% per ogni ora in più. Per quanto riguarda la cena, mangiare dopo le 21 è associato a un rischio più elevato del 28% di eventi cerebrovascolari, in particolare nelle donne. Cenare presto consente anche di prolungare più a lungo il digiuno notturno, e anche questo è un fattore protettivo.
Andare a dormire lontano dalla cena
Cenare presto è anche la chiave per un migliore riposo, secondo una ricerca del Salk Institute for biological studies di San Diego, in California: se il livello di melatonina comincia a crescere circa tre ore prima di andare a dormire, dando al pancreas il segnale di ridurre la produzione di insulina, e in quelle ore introduciamo del cibo nel nostro corpo, l’organismo avrà più difficoltà a regolare il livello di zucchero nel sangue.
La conferma arriva anche da un’altra ricerca del Brigham and Women’s Hospital, il secondo ospedale universitario della Harvard Medical School, che ha messo in luce come gli spuntini notturni o la cena in tarda serata riducano i livelli di leptina, l’ormone responsabile della regolazione dell’appetito e del metabolismo.
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