Il Forum si svolge nelle giornate del 15 e del 16 aprile a Roma. Ad aprire i lavori, il Presidente Carlo Sangalli. Durante la conferenza stampa sarà presentata un’analisi dell’Ufficio Studi sulla consumi e impatto dei dazi, con le relative previsioni economiche.
Alla ripresa economica continua a mancare un apporto incisivo dei consumi. È, in estrema sintesi, il quadro che emerge dall’analisi “La questione dei consumi”, realizzata dall’Ufficio Studi di Confcommercio e presentata nella conferenza stampa che ha aperto a Roma i lavori della ventiquattresima edizione del Forum “I protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni 2000”.
Il potere di acquisto, per tornare subito in tema, sta crescendo più della spesa reale delle famiglie italiane e, di conseguenza, anche la propensione al risparmio: gli italiani, insomma, hanno più risorse ma scelgono di non spenderle. La spesa pro capite dei residenti (21mila euro nel 2024), pur in recupero rispetto al 2020 (18mila 600 euro), non tornerà neppure nel 2026 (21mila 500 euro) ai livelli del 2007 (21mila 600 euro).
È un comportamento, da parte dei consumatori, influenzato anche dal ricordo di decenni di bassa crescita, con il corollario di crisi improvvise e di paure legate alla fiammata inflazionistica del 2022. E per fortuna che c’è il turismo, che si si conferma una leva fondamentale: dal 1990 ad oggi le presenze turistiche straniere nel nostro Paese si sono infatti triplicate ed è proprio grazie alla spesa venuta da oltreconfine che i consumi sono in crescita.
Sulla debolezza dei consumi incidono anche le basse dinamiche di redditi e salari, con l’Italia che continua a pagare pegno rispetto ai principali Paesi europei, soprattutto a causa di una produttività del lavoro molto più bassa (il prodotto per occupato in Italia è fermo da trent’anni…). Tenendo conto del costo della vita, il potere d’acquisto degli stipendi italiani resta del 26,5% inferiore rispetto a quello tedesco e del 12,2% a quello francese. Una differenza che possiamo limare tenendo presente che i contributi sociali in Italia sono più alti che in Germania e Francia, ma che resta comunque significativa (rispettivamente -16,5% e -11%).
E un quadro, quello appena delineato, che spinge Confcommercio a rivedere al ribasso le previsioni di crescita del Pil per il 2025 e 2026 con un +0,8% e un +0,9% rispettivamente. A pesare sono l’incertezza legata ai dazi, l’instabilità dei mercati finanziari e il timore di una perdita di ricchezza. Sono stime, anche se di poco, più ottimistiche rispetto a quelle del governo.
Il programma
Tra i partecipanti di martedì 15 aprile: Lilia Cavallari (Presidente Ufficio Parlamentare di Bilancio), Raffaele Fitto (Vicepresidente esecutivo Commissione europea), Federico Freni (Sottosegretario Min. economia e Finanze), Daniel Gros, Jeremy Rifkin, Chicco Testa, i professori universitari Amrita Narlikar e Paolo Guerrieri.
Tra i partecipanti di mercoledì 16 aprile: i Ministri Gilberto Pichetto Fratin e Adolfo Urso. Il presidente della Commissione Esteri della Camera, Giulio Tremonti. Paolo Gentiloni, Milena Messori (BEI), l’economista Gregorio De Felice (Intesa Sanpaolo), i professori universitari Marco Buti, Alessandro Campi, Deirdre McCloskey, Nicola Rossi.
Chiusura dei lavori da parte del Ministro degli Esteri Antonio Tajani.
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