Il laboratorio statunitense AgeLab ha inventato Agnes, un dispositivo che, indossato, simula i cambiamenti del corpo con l’età.
È un classico della terza (e quarta) età: dolori alle gambe e alla schiena, fatica a svolgere i gesti di un tempo, problemi di equilibrio e rischio di caduta. Per conoscere (in anticipo) le sensazioni che può vivere un ottantenne, magari colpito da qualche acciacco ormai cronico, il MIT, l’Istituto di Tecnologia di Boston (Stati Uniti), ha creato Agnes. Uno strumento di ricerca e di empatia per aiutare a comprendere le difficoltà dovute al trascorrere del tempo.
Sperimentare l’anzianità
Si tratta di uno strumento – composto da tuta, occhiali, tutore al collo, guanti, pesi e calzature di gomma, – utilizzato “per far sperimentare a ricercatori e studenti la frustrazione e la fatica che spesso provano gli anziani”. Così Joseph Coughli, direttore del MIT, spiega la sua invenzione, che si serve dei diversi accessori per rendere “l’immersione” particolarmente realistica. Infatti i pesi simulano la perdita muscolare, gli elastici riducono la libertà di movimento e l’elasticità delle giunture, le scarpe, con una suola modificata, riducono la stabilità di chi le indossa. Inoltre i guanti riducono il tatto, mentre i grossi occhiali rossi simulano i disturbi della vista legati all’età ed il tutore al collo non permette di ruotare il capo.
Tutti gli usi di Agnes
Scopo di questo equipaggiamento speciale non è provocare un effetto sorprendente sui più giovani ma aiutare a progettare gli strumenti e i servizi più adatti agli over. Con questo fine Agnes è infatti già stata impiegata per valutare il trasporto pubblico prima negli USA e poi a Londra, oltre che per ideare dispositivi medici, spazi pubblici e privati age friendly. Ma non bisogna tralasciare un altro aspetto che lo stesso Coughlin sottolinea: Agnes è anche (e forse soprattutto) un’opportunità per immaginare oggi come saremo domani. E poiché l’invecchiamento è un fenomeno lento e non uguale per tutti, ma che, come recita un detto “si prepara da giovani”, è utile per costruire fin da subito una vita migliore.
Vita da star
Visto il successo, da poco Agnes appare anche in una nuova serie di documentari del Nationa Geographic intitolata “Limitless with Chris Hemsworth” (giovane attore noto per la sua prestanza fisica). Negli episodi il protagonista affronta situazioni estreme come temperature gelide, l’alta quota e il digiuno prolungato, per comprendere – e superare – i limiti del corpo umano. La puntata finale prende una svolta sorprendente. Invece di affrontare l’ennesima sfida, Hemsworth deve accettare i limiti inevitabili del potenziale umano: l’invecchiamento e il declino fisico.
Uno strumento di empatia
I produttori di Limitless fanno di tutto per calarlo nella parte di un vero anziano. Creano una comunità di pensionati con tanto di assistenti e residenti, invecchiano la sua foto nella carta di identità, ma più di tutto, lo equipaggiano con una versione personalizzata di Agnes. Potrà così sperimentare i cambiamenti del suo corpo con molti anni di anticipo, scoprendo quanto è faticosa una lezione di aerobica, una partita a ping pong o quanto pesa la goffagine dei movimenti causata dalla tuta. Ma il secondo giorno si arrenderà all’impossibilità di sfidare queste limitazioni e imparerà ad adattarsi alla diminuzione di autonomia, fino ad accettarla.
Un’simulatore per immaginare il futuro
Il successo dell’apparizione di Agnes in un programma televisivo molto popolare indica sicuramente la sua capacità di essere uno strumento di empatia. Non necessariamente la vecchiaia di ciascuno sarà come quella immaginata dai ricercatori di Boston, ma la loro invenzione fornisce agli studiosi della silver age utili intuizioni e spunti di riflessione per giungere preparati al meglio a questa nuova fase della vita.
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