Nel 2050 gli over 60 raddoppieranno, arrivando a 2 miliardi, il 22% della popolazione globale. Quali politiche e azioni intende promuovere l’Onu per l’invecchiamento?
L’invecchiamento sano e attivo è riconosciuto dalle istituzioni di tutto il mondo come un diritto sociale, che rientra a pieno titolo nella realizzazione di una società sostenibile e per tutte le età.
L’Onu (Organizzazione delle Nazioni Unite) si è posta l’obiettivo di promuovere un piano di azioni concertate per formulare delle politiche che rafforzino in tutti i settori le capacità delle persone anziane, in collaborazione con gli Stati membri e i partner internazionali e nazionali. Il documento che ne sta alla base è l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile per la realizzazione di un mondo adatto a tutte le generazioni attuali e future, anziani compresi. Sottoscritta il 25 settembre 2015 dai 193 Stati membri delle Nazioni Unite, l’Agenda si articola in 17 obiettivi e 169 traguardi. Ma cosa significa al lato pratico e quali sono gli obiettivi e le azioni specifici per promuovere la qualità della vita degli anziani e l’invecchiamento sano e attivo? Facciamo il punto.
In termini generali, l’Agenda 2030 parte dal presupposto che l’invecchiamento sano può contribuire a costruire una società coerente, pacifica, più giusta, sicura e sostenibile. Ne consegue che un’azione per favorire l’invecchiamento in buona salute possa aiutare a combattere le disuguaglianze e garantire che le persone anziane invecchino in modo sicuro in un luogo adatto a loro, che siano libere dalla povertà, che possano continuare a sviluppare le proprie capacità e che possano contribuire alle loro comunità mantenendo l’autonomia e la salute.
Oggi, la maggior parte delle persone vive più a lungo e una percentuale significativa della popolazione mondiale è costituita da persone anziane. Entro il 2050 gli over 60 saranno 2 miliardi, pari al 22% della popolazione globale. La tendenza non può che aumentare, visto il progressivo calo delle nascite e l’aumento della speranza di vita di uomini e donne. La cosiddetta transizione demografica ha forti implicazioni sullo sviluppo sostenibile della società. Su questo fenomeno incidono anche le dinamiche migratorie, che contribuiscono a modificare le strutture di età della popolazione di alcuni Paesi e Regioni e la progressiva concentrazione della popolazione nei centri urbani. L’80% di questa importante fetta di popolazione vivrà in Paesi a basso e medio reddito. Man mano che le persone invecchiano, i loro risultati sulla salute, i bisogni e ciò che apprezzano possono cambiare. Diventa quindi fondamentale sostenere questi cambiamenti con azioni multisettoriali sull’invecchiamento e sulla salute. Ben 9 obiettivi dell’Agenda su 17 riguardano in modo diretto gli anziani e i loro diritti. Vediamoli uno a uno.
OBIETTIVO 1
Zero povertà. I diritti e il benessere delle persone anziane possono essere tutelati sostenendo le loro scelte lavorative e fornendo una rete di sicurezza per loro e le loro famiglie. L’obiettivo 1 contiene azioni su politiche pensionistiche flessibili e misure di tutela per i lavoratori informali, percorsi di formazione e riqualificazione dei lavoratori, servizi di supporto e assistenza alla famiglia (caregiver), accesso garantito ai servizi sanitari anche a lungo termine.
OBIETTIVO 2
Zero fame. L’attenzione all’alimentazione delle persone anziane può aiutare a invertire i modelli di malnutrizione che aumentano la dipendenza degli anziani dalle cure e diminuiscono la capacità intrinseca. L’obiettivo 2 prevede azioni per rendere accessibile il cibo agli anziani poveri e che vivono in zone isolate, così come il potenziamento dell’apporto di vitamine, minerali e proteine negli alimenti.
OBIETTIVO 3
Salute e benessere. Mantenersi in salute in tutte le fasi della vita porta con sé più indipendenza, più partecipazione sociale ed economica nella società e minori costi sanitari. L’obiettivo 3 promuove i binomi salute-assistenza a lungo termine per garantire la prevenzione delle malattie, la cura e la riabilitazione degli anziani, nonché l’accesso ai medicinali e alle tecnologie a favore del potenziamento delle capacità funzionali (tecnologie abilitanti).
OBIETTIVO 4
Istruzione di qualità. L’apprendimento permanente permette all’anziano di essere parte attiva della società, svolgendo attività e prendendo decisioni. È quanto l’obiettivo 4 si propone di realizzare attraverso programmi specifici di alfabetizzazione di base, sanitaria e di acquisizione di nuove competenze (ad esempio, tecnologie), abbattendo le barriere che impediscono all’anziano di accedere all’istruzione.
OBIETTIVO 5
Uguaglianza di genere. Le donne rappresentano il 54% della popolazione mondiale di età pari o superiore a 60 anni e il 61% di quelle di età pari o superiore a 80 anni nel 2015; le donne, inoltre, vivono mediamente più a lungo degli uomini. L’obiettivo 5 mira a potenziare la presenza e il ruolo delle donne sul lavoro, per contrastare povertà, aumentare l’accesso alla pensione con pensioni sociali e migliorare le condizioni di salute e di gestione della famiglia.
OBIETTIVO 9
Industria, innovazione e infrastrutture. Favorire l’invecchiamento sano e attivo è anche questione di innovazione nella produzione e nelle infrastrutture. L’obiettivo 9 promuove le tecnologie “eHealth” per la telemedicina e il monitoraggio della salute e la prevenzione delle malattie dell’anziano, ma anche l’interoperabilità dei dati raccolti dalla ricerca per la creazione di soluzioni e prodotti a misura di anziano.
OBIETTIVO 10
Riduzione delle disuguaglianze. Gran parte della discriminazione vissuta dagli anziani deriva dagli ambienti fisici e sociali in cui essi vivono (casa, quartiere, comunità, ambiente di lavoro). L’obiettivo 10 mira ad abbattere le discriminazioni di età, di genere, etnia e livello di istruzione.
OBIETTIVO 11
Città e comunità sostenibili. Gli anziani che vivranno in zone urbane entro il 2050 saranno 908 milioni. Una città per tutte le età deve ripensare molti dei suoi settori: salute, assistenza a lungo termine, trasporti, logistica, alloggio, lavoro, protezione sociale, informazione e comunicazione. Gli attori coinvolti sono governo, fornitori di servizi, società civile, anziani e loro organizzazioni, famiglie e amici.
OBIETTIVO 16
Pace, giustizia e istituzioni più forti. Anche l’immaginario sull’invecchiamento va corretto: le campagne di sensibilizzazione, la diffusione di buone pratiche e la promozione di politiche per l’inclusione degli anziani possono preparare il terreno al necessario cambio di paradigma.
Come visto, sono davvero molti i fronti su cui occorre lavorare e mancano solo 11 anni alla “chiusura” del programma dell’Agenda 2030. Per il tempo che rimane, l’Oms ha istituito il “Decennio sull’invecchiamento sano 2020-2030”. L’obiettivo è di attivare in modo congiunto e sinergico governi, società civile, agenzie internazionali, professionisti, università, media e settore privato su un piano di attività che permetta di migliorare la vita delle persone anziane, delle loro famiglie e delle comunità in cui vivono.
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