L’Afghanistan, tornato al centro dell’interesse internazionale per la rapidissima avanzata dei talebani fino al controllo di Kabul, è uno dei paesi con la più bassa percentuale di anziani al mondo.
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, nel 2019, e dunque prima della pandemia, gli over 65 erano appena il 2,6%. Un dato al di sotto della media dell’Asia meridionale (6%). Ed estremamente lontano da medie europee e nazionali, dove la popolazione con più di 65 anni rappresenta rispettivamente il 20,3% e il 22,8% del totale.
Invecchiare in Afghanistan
Secondo il Global age watch index, che analizza una serie di parametri come lo stato di salute, la sicurezza di un proprio reddito, l’ambiente e il contesto sociale, l’Afghanistan è stato valutato come uno dei paesi peggiori al mondo nel quale invecchiare.
Dalla fine del regime talebano nel 2001, la popolazione anziana è cresciuta del 200% e da allora è aumentata anche l’aspettativa di vita. Si è passati, infatti, da una media di 45 anni a 47 per le donne e da 61 a 65 per gli uomini. Tuttavia, bisogna sottolineare che si sono moltiplicati i casi di disabilità e di malattie legati proprio all’età.
Le condizioni di vita degli anziani afghani
L’Afghanistan independent human rights commission (AIHRC) ha condotto uno studio sulla situazione degli anziani nelle province di Kabul, Balkh, Herat, Nangarhar, Kandahar e Laghman. Ne ha esaminato le condizioni di vita ed è emerso che il 78% delle persone intervistate aveva problemi di salute e patologie croniche.
Un problema endemico nel paese, già presente ancora prima della ripresa del potere dei talebani, è rappresentato per gli anziani dalla totale assenza di un sistema di assistenza statale. Un malfunzionamento che vincola lo stato di salute e le condizioni di vita dei senior alle possibilità dei familiari più giovani di far fronte ai loro bisogni.
La situazione attuale
E in un paese con la metà dell’intera popolazione – circa 32 milioni di persone – al di sotto della soglia di povertà, sono proprio i più fragili che continuano a pagare il prezzo più alto. Con tutte le incognite del presente e dell’immediato futuro.
L’Organizzazione internazionale per le migrazioni ha previsto che con il ritorno dei talebani al governo ci saranno almeno altri 359 mila nuovi sfollati entro la fine del 2021. Con il rischio concreto che la maggior parte delle Ong e associazioni nazionali e internazionali sul territorio debbano ridurre o, peggio, cessare le attività di supporto.
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