Ci sono bambini che non sono mai entrati in una biblioteca. Bambini che non sanno cosa sia un centro estivo, un teatro, un laboratorio creativo. Perché non tutti hanno le stesse opportunità. È per colmare questo gap che è nato il progetto “Affido culturale”, che vuole ampliare le opportunità di accesso ad eventi culturali, artistici e sportivi per i minori in condizione di povertà educativa e relative famiglie.
L’idea alla base è semplice: una famiglia frequentatrice dei luoghi della cultura viene “unita” ad un nucleo familiare non abituato a usufruirne. Il progetto nasce a Napoli, il soggetto attuatore è “Con i Bambini Impresa sociale”, grazie al “Fondo per il contrasto della Povertà Educativa Minorile” e alla partecipazione della Fondazione “Con il Sud”.
L’intuizione
Tutto nasce da un’intuizione di Ivan Esposito, che da anni lavora dietro le quinte di teatri per bambini. Nel corso della sua esperienza Ivan si è trovato davanti sempre lo stesso problema: era difficile far avvicinare determinate famiglie al mondo della cultura. Si tratta di un segnale di ingiustizia sociale diffusa, che penalizza molti bambini. Un segnale che, inoltre, chiama in causa tutta la comunità: le scuole, le amministrazioni comunali, gli enti culturali, ma anche i singoli cittadini. Ha pensato a lungo, Ivan, a delle strategie da mettere in pratica per colmare questo gap e, come spesso succede, la soluzione è arrivata poi con l’esperienza diretta. Una volta, decide di portare sua figlia a Paestum per farle visitare gli scavi, ed estende l’invito anche ad un suo amichetto. Ne viene fuori una bellissima giornata spesa insieme, ed Ivan capisce che il metodo della condivisione è il più adatto. E forse è proprio lì la differenza.
Affido culturale
Il progetto nasce a Napoli ma si sviluppa contemporaneamente anche a Roma, Bari e Modena grazie al partenariato di varie associazioni. Partito agli inizi del 2020, ha una validità di 3 anni e, finora, ha ampiamente centrato l’obiettivo iniziale, come ci spiega Anna Carla Tredici, responsabile della comunicazione: «Potevamo raggiungere fino a 400 famiglie per anno e, nonostante siamo partiti in piena pandemia, siamo riusciti a coinvolgere 100 famiglie per città». Le restrizioni legate all’emergenza del Covid non hanno di certo aiutato, ma non hanno neppure interrotto la grande voglia di scendere in campo: «Abbiamo fatto tutte le prime visite in luoghi all’aperto – ci racconta Anna Carla -, che garantissero il massimo del distanziamento sociale. Successivamente ci sono stati dei momenti di chiusura, poi è iniziato il discorso dei vari Green Pass vincolanti ma, nonostante tutte le limitazioni, siamo riusciti ad andare avanti».
Il patto educativo
Il progetto punta sul ruolo delle “famiglie risorsa”, valorizzando l’esperienza dell’affido familiare, ma declinandola nella fruizione di prodotti e servizi culturali. «Sul territorio abbiamo delle scuole di riferimento – spiega la referente – che si fanno garanti del progetto. E poi c’è il comparto dei nostri operatori, professionisti del terzo settore che prendono contatto con le famiglie segnalate dalle scuole, fanno dei colloqui conoscitivi e danno vita all’abbinamento, prendendo in considerazione vari parametri come, ad esempio la vicinanza geografica, o magari il fatto che i bambini siano già amici». Viene così stilato un Patto Educativo, ovvero un sostegno complessivo multidimensionale promosso, garantito e monitorato dalla scuola.
Una gestione smart
Tutto funziona tramite App. Le famiglie possono scaricare l’applicazione “Affido Culturale”, scegliere e prenotare le attività disponibili nella propria città. Ogni utente (può essere una famiglia con figli, una coppia o un single) ha a disposizione un portafoglio virtuale di “e-ducati”, una moneta virtuale solidale, con cui pagare i biglietti di accesso ai luoghi della cultura convenzionati. «I bambini hanno sempre l’omaggio, per gli adulti può esserci l’omaggio o la riduzione, in base agli eventi. Inoltre i bambini di entrambi le famiglie hanno anche la merenda – precisa Anna Carla Tredici -, che può essere un ticket da spendere in un bar convenzionato oppure una box biologica. E c’è il diritto al rimborso del carburante, o dei biglietti dei mezzi pubblici utilizzati per raggiungere il luogo desiderato».
Per quanto riguarda gli eventi, c’è solo l’imbarazzo della scelta: c’è la visita al Palazzo Reale a Napoli, al Museo della Bilancia a Modena; e poi la Città della Scienza, laboratori creativi, musica in gioco, attività sull’eco-sostenibilità… Insomma, un programma vasto e variegato.
Il progetto “Affido Culturale” si sta espandendo sempre di più: «Abbiamo ricevuto richieste da tutta Italia e abbiamo organizzato anche un webinar per dare informazioni più precise. Da inizio anno è disponibile anche su Milano, sta per partire in Abruzzo e, nei prossimi mesi, approderà in Sardegna. Condividere la cultura e partecipare agli eventi – afferma Anna Carla Tredici – consente di abbattere barriere linguistiche, culturali e anche fisiche, ed è la strada giusta da percorrere».
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