La campagna di comunicazione “Non sono emergenza” racconta e approfondisce l’adolescenza attraverso un fotoreportage di Riccardo Venturi e un documentario di Arianna Massimi, dando voce a ragazzi e ragazze. A completare i dati dell’Osservatorio di “Con i Bambini” e Openpolis
Ascoltare i ragazzi e le ragazze, per raccontarli e rappresentarli con le loro luci e le loro ombre. È l’obiettivo che si pone la campagna “Non sono Emergenza”, lanciata alcune settimane fa da Con i Bambini, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
All’interno della campagna, il racconto per immagini del fotografo Riccardo Venturi e la film-maker Arianna Massimi, che hanno incontrato e ascoltato gli adolescenti in un viaggio da Nord a Sud, iniziato un anno fa e non ancora finito. Le immagini artistiche sono accompagnate dal racconto scientifico, attraverso i dati raccolti dall’Osservatorio di Con i Bambini insieme a Openpolis.
I “grandi” non capiscono
Gli adulti non capiscono i ragazzi: lo pensa il 54% degli adolescenti, trovando d’accordo il 45% dei genitori. È uno dei dati che fa da sfondo al tema del disagio: una tendenza che porta a interrogarsi sui fattori che ne stanno alla base. “Il mondo degli adulti ha difficoltà a comprendere le ragioni di questo disagio diffuso, presente già da prima della pandemia ma cresciuto durante quel periodo drammatico”, spiega Marco Rossi- Doria, presidente di Con i Bambini.
“Non possiamo uscirne etichettando semplicisticamente come emergenza un’intera generazione o definire gretini chi si impegna per la salvaguardia del pianeta, cioè il loro futuro. Ci sono tanti ragazzi che fanno cose insieme, si aiutano e aiutano nei momenti di bisogno, fanno sport, volontariato e costruiscono comunità a scuola e fuori. Ascoltiamoli! Il tema del disagio degli adolescenti riguarda tutti, non solo i ragazzi, le ragazze e le loro famiglie. Riguarda la scuola e la formazione, le fondazioni e il Terzo settore, le istituzioni e gli enti locali, il mondo della cultura, dello sport e dell’informazione, il mondo economico e delle imprese. Per questo motivo, in questi mesi chiederemo a tutti questi soggetti interessati ad aderire idealmente alla campagna di farlo, perché vuol dire condividere l’urgenza e anche testimoniare, prendere consapevolezza di far parte di una comunità che educa i giovani e li ascolta, che impara anche da loro”.
Ma i giovani s’impegnano
Nonostante le difficoltà personali e sociali, i giovani tendono a partecipare e dare un positivo contributo alla società. Tra i 15 e i 24 anni, quasi 2 giovani italiani su 3 si dichiarano molto preoccupati per il cambiamento climatico. Molto più della media della popolazione, pari al 53%. La quota di 18-19enni che hanno preso parte ad associazioni ecologiche, per i diritti civili e per la pace è quasi doppia rispetto al resto della popolazione (2,9% contro una media del 1,6%).
In crescita la quota di chi, tra 14 e 17 anni, presta attività gratuite in associazioni di volontariato (6,4% nel 2022, a fronte del 3,9% dell’anno precedente). Al netto di problemi e difficoltà, oltre 6 giovani su 10 tra 14 e 19 anni esprimono un giudizio positivo sulle proprie prospettive future nei prossimi 5 anni. Un altro, ennesimo, segnale di come servano ulteriori dati, più strutturati, per comprendere fino in fondo la condizione giovanile. Ma soprattutto di come solo partendo dal punto di vista di ragazze e ragazzi sia possibile migliorare la loro condizione e quella del paese.
La campagna si svilupperà fino ad almeno la fine dell’anno, con la condivisione di immagini, dati e indagini, che saranno messi a disposizione sul sito dedicato e sui relativi canali social. Alla ripresa dell’anno scolastico verrà promosso un contest rivolto ai ragazzi e ragazze, per promuovere promuovendo il loro protagonismo. Qualsiasi ente e organizzazione che intende aderire alla campagna può farlo tramite il sito.
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