Secondo i dati OsMed 2021, la percentuale di pazienti che mantiene un’aderenza terapeutica raggiunge il 70% fra gli over 75 fragili. In Europa, quasi 200mila morti all’anno che potrebbero essere evitate. Il progetto di Cittadinanzattiva: sviluppare un modello per misurare l’aderenza terapeutica; attuare il Fascicolo Sanitario Elettronico; coinvolgere caregiver, infermieri di comunità e farmacie dei servizi.
Secondo dati certificati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno in Europa perdiamo 125 miliardi di euro per i costi dei ricoveri dovuti ad una scarsa aderenza terapeutica. Ovvero per la scarsa capacità del paziente di seguire le terapie concordate con il medico e riguardanti dosi, tempi e frequenza dell’assunzione dei farmaci, oltre che un corretto stile di vita. Il costo in termini di vite umane è di 194.500 morti all’anno.
Solo poco più del 50% dei pazienti giudica ottimale l’aderenza terapeutica. La percentuale scende al 30% fra gli over 75 che soffrono di più patologie.
In questo contesto, Cittadinanzattiva lancia l’“Action Plan sull’aderenza terapeutica”: un piano di azione per migliorare l’accesso e la qualità di prestazioni e servizi. Il documento è il risultato del lavoro svolto in 8 tavoli regionali, che hanno coinvolto associazioni e istituzioni di Campania, Emilia Romagna, Liguria, Molise, Puglia, Sicilia, Valle D’Aosta e Veneto.
In Italia il 70% degli over 75 sospende la terapia senza avvisare il medico entro 6 mesi dalla prescrizione
Secondo il Rapporto 2021 dell’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) dell’Agenzia Italiana del Farmaco, in Italia solo il 55% dei pazienti affetti da ipertensione arteriosa assume il trattamento antipertensivo con continuità. Gli stessi numeri si riscontrano in chi soffre di osteoporosi, mentre l’aderenza alle indicazioni terapeutiche è inferiore al 45% fra i pazienti con diabete di tipo II, è al 35% fra chi soffre di insufficienza cardiaca e addirittura al 15% circa fra i pazienti con Asma e BPCO.
I pazienti più anziani, in alcuni casi, sospendono autonomamente il trattamento farmacologico, dunque senza consultare il proprio medico di base o lo specialista di fiducia. Questo accade entro i primi sei mesi dalla prescrizione della terapia, nel 70% dei casi fra gli ultra 75enni.
Non solo questione di farmaci, ma anche di “alleanza” fra paziente e medico
Cittadinanzattiva ha condotto a sua volta un’indagine fra i pazienti affetti da patologia cardiovascolare nel 2021: solo il 30% degli intervistati ritiene che il medico (specialista o di medicina generale) abbia dedicato il giusto tempo alla spiegazione del percorso terapeutico e all’importanza dell’adesione sistematica e costante allo stesso. Questo a fronte del 70% dei medici che dichiara invece di aver dedicato il giusto tempo e la giusta attenzione alle spiegazioni.
Dunque, l’aderenza terapeutica è anche una questione di comunicazione e di rapporti interpersonali: “L’aderenza alle terapie non significa soltanto assumere i farmaci in modo corretto e per il tempo necessario da parte dei pazienti, ma implica anche la capacità del SSN di individuare e modificare comportamenti e abitudini non salutari dei pazienti, di garantire l’accesso a prestazioni e servizi in tempi certi e adeguati alle necessità di cura dei cittadini, coinvolgendo pazienti e caregiver nel percorso di cura” spiega Valeria Fava, responsabile politiche della salute di Cittadinanzattiva. “In questo senso l’aderenza terapeutica è frutto dell’alleanza fra il paziente e tutti i professionisti sanitari che lo hanno preso in carico e che lo accompagnano nelle diverse fasi del processo di cura”.
L’ Action Plan di Cittadinanzattiva per l’aderenza terapeutica
Dall’analisi dei contesti regionali, dunque, Cittadinanzattiva ha elaborato una serie di proposte operative per interlocutori scientifici, istituzioni e stakeholder della salute. Proposte che vogliono essere la base per un piano nazionale in grado di eliminare gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo di un percorso di cura adeguato e personalizzato per i pazienti.
La farmacia dei servizi
Svolge un ruolo centrale grazie alla capillarità delle strutture sul territorio; è in grado di raggiungere direttamente i pazienti e costituisce, in molti casi, l’unica porta di accesso alla salute sul territorio. Dunque, può contribuire attivamente a migliorare la cura e il benessere del cittadino, ad esempio attraverso un pieno sviluppo del Fascicolo Sanitario Elettronico Integrato.
L’Infermiere di Comunità
Una figura essenziale non solo nel percorso di cura, per somministrare farmaci e fornire indicazioni su un corretto stile di vita – spiega Cittadinanzattiva – ma anche per la formazione dei pazienti e dei caregiver.
Formazione
Secondo l’Action Plan, la formazione non deve riguardare solo i medici e i pazienti, ma anche chi svolge ruoli di accompagnamento e affiancamento dei malati. Così come le nuove generazioni, chiamate, tra non molti anni, a svolgere un ruolo fondamentale di cura dei più anziani.
Il caregiver
Quella del caregiver è sempre più una figura fondamentale per i pazienti, spesso anziani, per i quali la solitudine è molte volte determinante nella scelta di rinunciare alle terapie. L’importanza di tale figura è ulteriormente accentuata in caso di disturbi mentali. Il percorso di adesione alle cure può essere garantito dunque solo attraverso l’attenzione a questo ruolo, spostando la prospettiva dalla cura della patologia alla cura della persona.
Telemedicina e digitalizzazione
Anche se non può sostituirsi all’interazione umana, la Telemedicina rappresenta, se adeguatamente implementata, un’ottima opportunità per ridurre le criticità che limitano l’accesso ai servizi. E costituisce uno strumento di monitoraggio del percorso di cura.
Il Fascicolo Sanitario Elettronico
La condivisione delle informazioni e dei dati sulla storia clinica del paziente darebbe la possibilità di controllare la somministrazione dei farmaci e di sviluppare meglio la poli-farmaco terapia.
Sburocratizzazione dei processi
La carenza di ambulatori dedicati, l’impossibilità di dematerializzare il percorso, la complessità delle indicazioni terapeutiche – evidenzia il documento – sono tra le principali cause che scoraggiano l’adesione alle cure.
La DPC e la somministrazione domiciliare
Attraverso la distribuzione per conto farmaci (DPC), i farmaci vengono acquistati dalla Regione ma distribuiti al paziente, per conto della Regione stessa, dalle farmacie territoriali aperte al pubblico. Un processo che può evitare i lunghi spostamenti per il reperimento dei farmaci – spiega Cittadinanzattiva – e agevolare il percorso di cura; così come la somministrazione domiciliare di alcuni farmaci consentirebbe al paziente di curarsi presso il domicilio che è il primo luogo di cura.
Rispetto degli ambiti territoriali di garanzia
La prossimità delle cure dipende anche dalla piena implementazione del Piano Nazionale di Governo delle Liste d’Attesa (PNGLA) e dal rispetto degli ambiti di garanzia previsti dalle norme per evitare ai pazienti lunghi spostamenti per raggiungere i luoghi di cura o di distribuzione di alcune tipologie di farmaco.
Aggiornamento continuo dei LEA
Ancora oggi – si osserva nell’Action Plan – molte patologie necessitano di farmaci non riconosciuti come rimborsabili a causa del non inserimento degli stessi nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Questo genera una diversificazione dell’aderenza in base al reddito, con un profondo impatto sulla qualità della vita. È necessario un costante aggiornamento dei LEA e l’adozione di un sistema premiante che valuti il coinvolgimento delle aziende sanitarie e le azioni poste in essere per tutelare i pazienti nel loro percorso di cura.
Personalizzazione delle cure
Personalizzare le scelte terapeutiche anche in base a fattori anagrafici, sociali economici, di residenza del paziente è un obiettivo primario da raggiungere per Cittadinanzattiva. La condizione socio-economica-educativa dei pazienti è infatti una delle principali discriminanti nella scelta di un percorso terapeutico e nella capacità di seguirlo con costanza.
Misura dell’aderenza terapeutica
Infine, il Piano di Cittadinanzattiva propone di sviluppare un modello di misurazione standardizzato dell’aderenza, capace di personalizzare l’approccio alle cure. Restituendo così dati attendibili legati non solo alla somministrazione dei farmaci ma anche alle abitudini e agli stili di vita dei pazienti.
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