Il celebre fotografo Oliviero Toscani, noto per le sue audaci campagne pubblicitarie e il suo impegno sociale, si è spento a 82 anni dopo una lunga battaglia contro l’amiloidosi.
Oliviero Toscani, il leggendario fotografo italiano che ha rivoluzionato il mondo della comunicazione visiva, è morto all’età di 82 anni. La sua scomparsa, avvenuta il 13 gennaio presso l’ospedale di Cecina, segna la fine di un’era per la fotografia e la pubblicità italiana. La famiglia ha annunciato la notizia, richiedendo riservatezza in questo delicato momento. “Con immenso dolore diamo la notizia che oggi il nostro amatissimo Oliviero ha intrapreso il suo prossimo viaggio”, si legge nel comunicato firmato dalla moglie Kirsti e dai figli Rocco, Lola e Ali.
La lotta contro l’amiloidosi
Toscani era stato ricoverato da giorni in rianimazione a seguito di un aggravamento delle sue condizioni di salute, per l’amiloidosi, una malattia rara di cui aveva parlato pubblicamente lo scorso agosto. Il fotografo aveva rivelato di aver perso circa 40 chili nell’ultimo anno, descrivendo come la malattia avesse alterato il suo rapporto con il cibo e il vino, rendendo necessarie cure sperimentali. Eppure, la sua lotta contro la malattia è stata affrontata con la stessa audacia che ha caratterizzato la sua carriera.
L’istinto della provocazione
Nato a Milano il 28 febbraio 1942, Toscani ha studiato fotografia e grafica all’Università delle arti di Zurigo. Durante la sua carriera, lunga oltre sei decenni, ha dimostrato una continua ricerca di creatività e un’incessante volontà di provocare dibattito attraverso le sue immagini. Celebre per le sue collaborazioni con marchi di moda come Chanel e Fiorucci, Toscani è forse più noto per il suo lavoro con United Colors of Benetton, dove ha creato campagne indimenticabili e controverse, come il famoso “bacio tra prete e suora” e le provocatorie immagini legate a temi sociali come la diversità e l’uguaglianza.
Fotografia e creatività
Nel 1990, ha fondato “Colors”, una rivista che ha trattato questioni di rilevanza sociale e culturale, e nel 1993 ha aperto “Fabrica”, un centro di ricerca per la creatività nella comunicazione, progettato dall’architetto giapponese Tadao Ando. Toscani ha sempre cercato di utilizzare la fotografia come strumento di denuncia e consapevolezza, affrontando temi come la pena di morte, l’omofobia e l’anoressia.
Tra i suoi lavori più significativi, spiccano le campagne “No-Anorexia” del 2007, che ha fortemente colpito l’opinione pubblica, e il progetto “Razza Umana”, un censimento visivo delle diversità umane. Nonostante il suo successo, Toscani ha sempre ritenuto che non fosse un’immagine singola a definire un artista, ma piuttosto l’insieme della sua opera e del suo impegno.
L’impegno politico
Con una carriera costellata di riconoscimenti, tra cui il Grand Prix de la publicité e il Leone d’oro al Festival internazionale della pubblicità di Cannes, Toscani ha anche avuto un ruolo attivo in politica, candidandosi con i Radicali. La sua voce forte e provocatoria ha spesso suscitato polemiche, come dimostrato dalla sua dichiarazione sulla morte di Silvio Berlusconi, che ha scatenato reazioni contrastanti.
Fino alla fine, Toscani ha continuato a esprimere il suo pensiero critico, come dimostrato nelle sue ultime interviste, in cui non ha esitato a criticare le scelte del governo attuale. “Cerco facce nuove, persone con entusiasmo negli occhi”, affermava, ribadendo il suo amore per la bellezza autentica e il suo sguardo rivolto verso il futuro.
Toscani lascia un’eredità indelebile nel panorama creativo internazionale, un maestro che ha saputo coniugare arte e attivismo in modo straordinario. Una cosa è certa: la sua visione unica del mondo continuerà a ispirare generazioni di artisti e creativi.
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