Pensate a come sarebbe se vostro nipote o vostro figlio fosse l’ultimo bambino nato in Italia. Nessun altro coetaneo con cui crescere, scuole e asili vuoti, parchi giochi deserti. È lo scenario distopico su cui si basa il cortometraggio realizzato da Plasmon: Adamo 2050. La storia è quella di una coppia che dà alla luce l’ultimo bambino italiano e racconta, con l’aiuto di vari esperti, la sua vita.
Adamo 2050: il progetto sulla denatalità
Il corto è la proiezione di cosa accadrebbe nel nostro Paese se la tendenza alla denatalità andasse ancora aumentando. Ma, soprattutto, è un progetto nato dall’esigenza di fare qualcosa di concreto sul tema della natalità in Italia. Il problema, infatti, è composto da tante sfaccettature che la società e le istituzioni devono affrontare in maniera coesa. Perché in Italia non si fanno più figli? Quali sono le principali fatiche delle attuali e future famiglie? Plasmon le ha raccolte – e raccontate – con la speranza di portarle maggiormente all’attenzione di aziende e forze politiche.
Gli aspetti organizzativi ed economici
Si parte da una serie di aspetti organizzativi ed economici che vanno dagli asili nido ai congedi parentali fino alle bollette da pagare e la lontananza delle famiglie di origine e, quindi, dei nonni. In Italia, infatti, secondo le stime mancherebbero circa 15.000 posti negli asili nido della Penisola per accogliere tutti i bambini che ne avrebbero bisogno. Un dato che si scontra con la difficile realtà dei congedi parentali, che per i padri ammontano a 10 giorni costringendoli a lasciare la cura dei figli principalmente sulle spalle delle madri, e che nel 2021 hanno portato oltre 49.513 genitori a dimettersi dal proprio posto di lavoro per difficoltà a conciliare il carico familiare e quello lavorativo.
Conciliare vita e lavoro
Tuttavia, non si può non considerare che nel nostro Paese il costo medio per mantenere un figlio è pari a 640 euro al mese: una cifra che se considerata dagli 0 ai 18 anni oscilla tra i 96 mila e i 183 mila euro. Perciò il lavoro, che già di per sé ricopre un grande ruolo sociale, diventa una necessità per garantire un futuro ai propri figli. In questo senso, Plasmon ritiene che sia importante che le aziende riconoscano il valore aggiunto che una famiglia è in grado di apportare alla società intera. Così come è altrettanto importante che siano in grado di attuare politiche aziendali adeguate per rispondere alle necessità dei genitori. “Dobbiamo riuscire a passare dall’idea di un figlio come costo economico e come complicazione organizzativa per i genitori a intenderlo come valore collettivo su cui tutta la società ha convenienza ad investire”, sostiene Alessandro Rosina, noto demografo italiano, che nel cortometraggio Adamo 2050 interpreta sé stesso nel futuro.
Adamo 2050 verso gli Stati Generali della Natalità
Secondo i dati raccolti sulla natalità del nostro Paese, è necessario invertire la rotta e farlo al più presto. Ogni 4 minuti, infatti, nel mondo nascono circa 1.000 bambini e solo lo 0,3% di questi è in Italia. Nel 2021, inoltre, abbiamo segnato il nostro nuovo record negativo con un calo del 25% di nuovi nati sulla cifra raggiunta dieci anni fa. Questo significa che i residenti in Italia nel 2022 sono 1,36 milioni in meno rispetto al 2014 (potremmo dire che in soli otto anni sia scomparsa una città come Milano) e che per ogni bambino si contano circa 5,4 anziani. Tematiche che verranno discusse agli Stati Generali della Natalità, il prossimo 11 e 12 maggio a Roma, in cui verrà presentato il manifesto di Adamo 2050 e politica, istituzioni, aziende, banche, media, mondo della cultura e dello spettacolo e società civile si incontreranno per cambiare insieme il futuro dell’Italia.
© Riproduzione riservata