È insapore, inodore e incolore, eppure si tratta di un vero e proprio alimento, indispensabile al benessere fisico e alla stessa sopravvivenza.
Lo impariamo sin dalla nascita. L’acqua è un elemento fondamentale per l’essere umano e forse non ricordiamo abbastanza quanto sia presente… in ciascuno di noi. Il nostro corpo, infatti, è costituito in gran parte da acqua. In particolare, nell’adulto raggiunge circa la metà del peso totale e nei lattanti addirittura l’80%. Ecco perché è bene conoscere più da vicino le funzioni e l’utilità dell’acqua, non solo come un elemento indispensabile alla sopravvivenza, ma anche come strumento decisivo per il benessere fisico.
A cosa serve l’acqua?
Insapore, inodore, incolore, eppure l’acqua è un vero alimento. Senz’acqua non sarebbe possibile il funzionamento di tutti gli apparati del nostro corpo. È il mezzo con cui le cellule comunicano fra di loro; è la via che trasporta il nutrimento ai differenti organi ed elimina le scorie e i residui tossici tramite l’urina; è parte essenziale di alcuni liquidi biologici, tra cui quello oculare e quello sinoviale, che è prodotto dall’omonima membrana e protegge le cavità articolari, e di quello cerebro-spinale. L’acqua è anche il principale componente delle secrezioni degli apparati respiratorio, gastrointestinale e genito-urinario.
Quanta acqua dobbiamo bere?
I nutrizionisti ci dicono che dovremmo assumere circa 2-2,5 litri al giorno totali (2 le donne e 2,5 gli uomini), di cui almeno 1 litro e mezzo di pura acqua, quantificabile in circa 8 bicchieri nelle fasi normali della vita. Il resto può arrivare da altri liquidi (meglio tè e tisane senza zuccheri, spremute o estratti di frutta e verdura, piuttosto che succhi di frutta o bibite gassate) e da alimenti particolarmente ricchi di acqua, in primis la frutta e la verdura.
Ma ci sono condizioni particolari in cui il fabbisogno aumenta, come malattie che fanno perdere liquidi o situazioni come la gravidanza (il volume del sangue della donna aumenta e serve acqua per la formazione del liquido amniotico, oltre che del sangue e dei tessuti del feto), l’allattamento o la menopausa.
Più scontate, inoltre, le variazioni dovute a fattori ambientali, come clima e temperatura (e l’arrivo della bella stagione deve far suonare il campanello d’allarme per evitare la disidratazione), oppure come l’attività fisica o lavorativa che comportano un aumento della sudorazione.
Attenzione ai “livelli idrici”
Se manca il giusto apporto di acqua il nostro organismo va in allarme e lo segnala con alcuni sintomi caratteristici, primo fra tutti la sensazione di sete. Poi, secchezza della cute e delle mucose di occhi e bocca, affaticamento, crampi muscolari. La raccomandazione è tuttavia di non arrivare mai a questo punto, sorseggiando sempre un po’ di acqua nell’arco della giornata, anche se non si ha veramente sete. Perché se la percentuale di acqua si abbassa, anche solo del 20%, sono guai seri, talvolta letali. La disidratazione si può manifestare in principio con l’affaticamento dei reni, la pelle secca, stanchezza cronica e immotivata, torpore, svogliatezza, nausea, vertigini, sdoppiamento della visione e mal di testa. E può poi portare a problematiche gravi, come l’ipertensione, l’insufficienza renale, difficoltà cognitive come un rallentamento della memoria, della concentrazione e dell’apprendimento.
È importante sapere che con l’avanzare dell’età il meccanismo della sete non funziona bene e anche per questo motivo aumenta il rischio di disidratazione. Se l’acqua non viene introdotta bevendo, l’organismo fa riassorbire acqua nei reni, riducendo la quantità di acqua eliminata con le urine e questo può portare a danni anche gravi. Per questo le persone anziane dovrebbero abituarsi a bere frequentemente. Consumare ogni giorno frutta e verdura, oltre a fornire importanti nutrienti e fibra alimentare, aiuta ad assumere una sufficiente quantità di acqua.
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