L’azienda torinese AccessiWay ha presentato un report sui siti istituzionali dei Comuni italiani: il 68% dichiara di rispettare i requisiti di accessibilità della Legge Stanca, ma non è conforme
Si dicono accessibili, ma non lo sono. Il 100% dei siti dei Comuni italiani non rispetta pienamente i requisiti previsti dalla Legge Stanca. Il 68% delle amministrazioni dichiara di avere un sito web accessibile, ma si sbaglia. A renderlo noto è l’azienda torinese AccessiWay, che ha presentato il report “Accessibilità digitale dei Comuni d’Italia 2024”.
Scopo della ricerca, prima in Italia, è quello di offrire una “fotografia” – aggiornata ad aprile 2024 – dei livelli di accessibilità digitale che il cittadino incontra nell’espletare le principali funzioni online.
“Accessibilità digitale dei Comuni d’Italia 2024”: il metodo della ricerca
L’indagine ha riguardato i 20 comuni italiani che sono anche capoluoghi di Regione. Per ciascuno di questi, sono stati analizzati tre documenti pdf che potrebbero essere interessanti per il cittadino. Si tratta del curriculum del sindaco; il regolamento edilizio comunale e il regolamento della gestione dei rifiuti urbani o della raccolta differenziata. Successivamente sono stati analizzati anche siti web dei comuni. In particolare la dichiarazione di accessibilità; il livello di accessibilità delle prime 20 pagine web su massimo cinque sottolivelli.
“Nonostante l’esistenza di normative specifiche e gli sforzi profusi, i risultati dimostrano che molte pratiche attuali non sono sufficienti per garantire un’effettiva accessibilità”, spiega Edoardo Arnello, Ceo di AccessiWay. “Il problema dell’accessibilità digitale non è meramente tecnico o normativo, ma è questione di inclusione sociale. Le tecnologie digitali, che dovrebbero essere strumenti di empowerment e inclusione, diventano invece barriere quando non sono accessibili a tutti. Questo limita non solo l’accesso a servizi fondamentali ma anche la partecipazione attiva alla vita sociale e civica di persone con disabilità”.
Accessibilità, tra il dire e il fare
Il 100% dei comuni analizzati presenta diversi errori di accessibilità e il 37% dei comuni ha scritto la dichiarazione di accessibilità utilizzando criteri ormai obsoleti. Sono state analizzate, in particolare, le prime 20 pagine web di ogni sito dei capoluoghi di regione. Di tutti i criteri analizzati automaticamente solo il 57% sono conformi alla normativa; il 20% sono avvisi di pericolo; il 23% evidenziano errori gravi.
Di fatto, l’accessibilità digitale è un diritto essenziale spesso negato ad oltre un miliardo di persone con disabilità o bisogni specifici in tutto il mondo. Appena il 3% circa del web è realmente accessibile, mentre circa il 90% dei siti internet non è adeguato alle tecnologie assistive. Nel nostro Paese, oltre 13 milioni di cittadini trovano ostacoli che impediscono loro di accedere al mondo digitale. Secondo i dati più recenti, nel nostro Paese ci sono infatti 2 milioni di persone con disabilità visiva, oltre 3 milioni di persone con limitazioni funzionali importanti, 2,5 milioni di persone con daltonismo, 500 mila persone con epilessia, 3 milioni di persone con Dsa, mentre fra gli adolescenti circa il 7% ha una diagnosi di ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività). In Italia, secondo uno studio condotto da AccessiWay, sono pochissimi i siti, le applicazioni mobili e i documenti digitali in grado di rispondere al 100% ai requisiti richiesti per l’accesso completo delle persone con disabilità.
© Riproduzione riservata