Olive Freud, novantenne insegnante di matematica in pensione, contrariamente a quanto l’età potrebbe far pensare, è un’attivista schierata in prima linea per la salvaguardia del suo quartiere, uno dei più gettonati dalla ricca borghesia rampante di New York.
La combattiva Olive, infatti, dopo aver già fatto causa (e averla vinta) contro il prestigioso Lincoln Center, accusandolo di aver distrutto una parte di parco per ampliare le sue strutture in occasione della Settimana della Moda, stavolta è riuscita addirittura a bloccare l’altezza vertiginosa di un grattacielo in costruzione sulla prestigiosa Amsterdam Avenue.
Lo scorso febbraio, infatti, dopo una battaglia legale portata avanti dal Comitato cittadino e grazie all’appoggio economico proveniente delle sottoscrizioni volontarie, il giudice ha revocato il permesso di costruzione per un condominio di 52 piani, ordinando la rimozione di 20 dei piani già edificati.
«Amo la vita cittadina, ma c’è un limite a tutto», ha dichiarato Olive ai giornalisti corsi ad intervistarla dopo la vittoria. A lei, che abita in quel quartiere da 60 anni, quel gigante con i suoi 200 e passa metri di altezza, i cui appartamenti erano già stati messi in vendita con prezzi “vertiginosi”, dai 2 milioni e mezzo agli 8 milioni di dollari, proprio non andava giù. «Pensate forse che solo i ricchi hanno il diritto di vedere il sole ed il cielo, mentre noi dobbiamo restare all’ombra?», amava ripetere, mentre nel corso degli ultimi tre anni organizzava comizi e raccoglieva fondi per la battaglia in tribunale.
Ancora oggi agli amici preoccupati per la sua sicurezza, poiché temono si stia facendo troppi nemici potenti in città, Olive ribatte affermando che non potrebbe proprio agire in un modo diverso. Il suo forte senso di giustizia le impedisce di chiudere un occhio davanti alle prepotenze dei grandi gruppi finanziari. Non può fare a meno di continuare a portare avanti questa importante battaglia ogni giorno.
Una sola cosa la amareggia. «I volontari sono tutte persone anziane e in pensione, forse perché i giovani sono troppo impegnati a guadagnare. Ma c’è molto da fare in questo mondo e solo lottando possiamo sentirci vivi», ha raccontato ai quotidiani che le hanno dedicato una pagina.
La vittoria di Olive appartiene a tutta la città di New York, perché d’ora in avanti chiunque vorrà violare le leggi in materia di costruzioni e di edilizia sa che dovrà affrontare una intrepida cittadina, pronta a battersi per la comunità. Forse, come lei stessa ha dichiarato alla stampa all’uscita del tribunale: «Questa è la fine dell’era delle costruzioni giganti. Penso che New York ne abbia abbastanza di vivere all’ombra».
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