Perché il tempo, con il passare degli anni, sembra correre a più non posso? E perché le vacanze finiscono in un baleno? Domande ricorrenti soprattutto superata una certa età. In realtà, il tempo è sempre uguale a se stesso, quello che cambia è il nostro rapporto con esso. Sono diversi gli studi che hanno dimostrato il nesso tra lo scorrere del tempo e l’età.
Una questione di routine
Sulle diverse percezioni dello scorrere del tempo, è intervenuta recentemente la neuropsicologa Marie Sebbag in un articolo pubblicato su madame Figaro. «Questa sensazione che il tempo acceleri con gli anni è legata al fatto che viviamo in un contesto di routine e a noi familiare. In questi casi le aree del cervello coinvolte nella percezione del tempo richiedono meno attenzione in quanto le azioni che si compiono sono già note. Per questo le persone che hanno una vita più ripetitiva hanno la sensazione che il tempo corra più velocemente».
Quando, invece, la routine viene interrotta, la percezione del tempo cambia, si allunga: «Questo accade – prosegue – perché davanti a una novità il cervello impiega più tempo a memorizzare le nuove informazioni. E’ per tale ragione che quando si è bambini si ha una percezione del tempo più rallentato. Man mano che si cresce, e in mancanza di novità, invece, il tempo sembra scorrere più velocemente».
La tesi trova riscontro anche in altre indagini. Il noto psicologo e ricercatore Michael A. Wallach, professore emerito di scienze psicologiche e cerebrali al Massachusetts Institute of Technology, in uno dei suoi lavori aveva riscontrato che se si chiede a un giovane di rappresentare il tempo attraverso una metafora, la sua scelta cade su un’immagine statica, come “un mare immobile”; chi invece è avanti con gli anni, sceglie un’immagine in movimento, come “un treno in corsa”.
Quando il tempo non basta mai
Un altro studio dell’Università Ludwig Maximilian di Monaco ha dimostrato che l’impressione che gli ultimi 10 anni della propria vita siano passati velocemente raggiunge il suo picco a 50 anni. Riguardo invece alla sensazione che il tempo “sembra non bastare mai” si ha trai 20 e i 59 anni. E’ questa l’età in cui si fa il pieno di impegni prima con lo studio, poi con il lavoro e la famiglia.
Il peso delle emozioni
La percezione dello spazio temporale è anche correlata allo stato d’animo e alle attività che si svolgono. Tutto dipende dal carico emotivo che si mette in quello che si fa. «Quando sei a tuo agio, utilizzi meno risorse energetiche. Tutto è più automatico e le aree del cervello colpite funzionano in modo più fluido», afferma Marie Sebbag. «Questo è il motivo per cui, quando si svolge un’attività che piace, il momento sembra passare più velocemente». Sarà per questo che il periodo delle vacanze sembra passare in un soffio.
Comunque, un aspetto positivo dello scorrere veloce del tempo c’è: «Significa che quello che stiamo facendo è alla nostra portata». E speriamo sia anche piacevole.
© Riproduzione riservata