Tutti gli anziani dovrebbero poter vivere una vita dignitosa, indipendente ed essere attivi nel tessuto sociale. Questo è anche l’obiettivo fondante del documento noto come “Carta di Nizza”
Il tutto è più della somma delle singole parti”. Questa frase rappresenta un dogma della “Psicologia della Gestalt”, una corrente scientifica di pensiero che si è sviluppata in Germania agli inizi del XX secolo e che fonda la sua filosofia su due pilastri fondamentali: la percezione e l’esperienza. Ed è proprio attraverso il vissuto dei senior, la quotidianità, la condizione sociale e familiare, che abbiamo voluto indagare sul loro diritto ad essere liberi nel volume dal titolo L’età anziana: tempo di diritti e responsabilità, pubblicato da 50&Più Associazione e Fondazione Leonardo. Lo abbiamo fatto ricordando l’articolo 25 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, noto anche come “Carta di Nizza”, che recita: «L’Unione riconosce e rispetta il diritto delle persone anziane di condurre una vita dignitosa e indipendente e di partecipare alla vita sociale e culturale».
Un inciso che, in Italia più che in Europa, colma anche un vuoto legislativo, poiché a tutela dei diritti dei senior non esistono specifici dettami di legge. Certamente, negli ultimi anni, anche grazie all’impulso di associazioni, comitati internazionali e realtà sociali, il faro sulla condizione degli anziani è diventato una luce sempre più forte. In Italia vivono 13 milioni di over 65 e oltre 7 milioni di over 75. Un dato demografico importante che mette il Paese in una condizione privilegiata di osservazione, di studio e di analisi, soprattutto in ragione dei mutamenti sociali che si sono registrati negli ultimi anni, anche a seguito della pandemia e della crisi economica.
È la possibilità di scegliere come, dove vivere e con chi farlo. È, ancora, l’opportunità di decidere in maniera autonoma cosa è meglio per sé (dalle visite mediche al tempo libero) a garantire agli anziani il diritto “ad essere liberi”. Voci, testimonianze e racconti di donne e uomini, caregiver, single, non autosufficienti, tutti con un’età compresa tra i 66 e i 94 anni, che rappresentano una fotografia nitida di una società in trasformazione. Rappresentano, più di tutto, la manifestazione di diritti e doveri, la loro evoluzione nel corso del tempo, anche in relazione alle dinamiche famigliari. Dall’indagine condotta emergono aspetti importanti: il 92% degli intervistati over 64 trascorre il tempo prevalentemente con la famiglia, rimarcando il ruolo centrale che essa ricopre nella nostra società. In molti chiedono ai figli, ai familiari o ai caregiver di intervenire, per sicurezza propria e non per invasione altrui, sia nelle scelte legate al quotidiano che in quelle specifiche per la salute. La quasi totalità dei senior ha espresso preoccupazione e speranza allo stesso tempo su un tema centrale anche nell’attuale dibattito pubblico: l’assistenza agli anziani, soprattutto agli anziani non autosufficienti affinché il diritto ad “essere liberi” venga garantito a tutti. E saranno gli attori sociali a dover lavorare perché questo accada e perché nell’agenda politica i senior ricoprano un ruolo centrale. È così che la somma delle singole parti – delle singole persone e dei loro sacrosanti diritti – diventa il “tutto” di cui parlava la filosofia della Gestalt.
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