La quarantena è uno stato di fatto. Ci obbliga a stare a casa. Le mura domestiche diventano confini invalicabili. Ma nessuno cede, nessuno vuole essere sopraffatto da questa restrizione. Ecco allora che si moltiplicano le iniziative.
L’ultima, degna di nota, arriva dal Piemonte, da Torino per la precisione. Qui, da alcuni giorni, è partito un originale programma di prevenzione dell’invecchiamento mentale pensato per gli over 65. Come si sviluppa? Attraverso il mezzo forse oggi più popolare: WhatsApp.
L’iniziativa porta il nome di Cristina Rositano, psicologa e psicoterapeuta, che da anni è impegnata in servizi di neuro-psicologia pubblici. «L’idea mi è venuta partendo dai nostri laboratori che sono concepiti come delle palestre per la mente», ha raccontato la Dottoressa Rositano. «L’impossibilità a continuare questi incontri, anche se ristretti, mi ha spinto – continua – a provare la modalità degli incontri virtuali tramite piccoli gruppi WhatsApp».
Come funziona, dunque, il servizio? Gli anziani possono collegarsi in gruppi di quattro (quattro è il massimo numero di partecipanti ad una conversazione in WhatsApp) e partecipare ad esercizi di attenzione uditiva e memoria.
«L’attenzione uditiva – spiega Cristina Rositano – si basa su quello che diciamo o su delle letture, mentre per quella di memoria visiva provvedo ad inviare delle immagini prima degli incontri».
La dottoressa è soddisfatta di questo periodo di prova, ha riscontrato una viva partecipazione ed anche delle piacevoli scoperte: le persone si mostrano serene e resilienti. E si è data una possibile spiegazione a ciò: «Essendo abituati a stare a casa, gli over 65 si adeguano con molto entusiasmo a questa modalità virtuale». Non ci sarebbe, dunque, un disagio nella privazione della libertà personale. Ed anche sul fronte tecnologico, la risposta è stata massiccia e positiva: chi non aveva l’App l’ha scaricata in poche ore. Tutti hanno imparato ad interagire. Una rete di sostegno virtuale, dunque, che va avanti, per combattere solitudine ed isolamento.
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