43 grandi opere, più vere del vero, esplorano l’autentica natura dell’esistenza umana lasciando il pubblico sbalordito. A Roma la mostra antologica della scultura iperrealista Sembra vivo! è aperta fino al prossimo 8 ottobre.
Woman With A Purse, “donna con una borsa”, di Duane Hanson del 1974 è l’icona della scultura iperrealista. L’artista americano è stato chiamato due volte – nel 1977 e nel 1990 – per restaurarla. Qualcuno dei visitatori del Museo Ludwig di Colonia, dove è conservata, l’aveva urtata per sbaglio, confondendola con una persona reale. E ogni volta Hanson l’ha rifatta leggermente sfiorita e incanutita, con ironico riferimento al Ritratto di Dorian Gray che Oscar Wilde fece invecchiare al posto del suo protagonista.
Ritorno al realismo
Praticamente indicò il ritorno al realismo più dettagliato, reagendo alle idealizzazioni del post-romanticismo, le introversioni dell’espressionismo, le esasperazioni dell’astrattismo, e tutte le altre “follie” dell’arte moderna, con il rischio, ironicamente sottolineato nel 1978 da Alberto Sordi ne Le vacanze intelligenti, episodio del film Dove vai in vacanza?, che avvenisse il contrario di quanto successo a Colonia, ovvero che una persona reale qualsiasi – la moglie Augusta, nel caso del film – fosse “letta” come un’opera d’arte. Del resto che il corpo dell’artista o di chi per lui fosse arte lo teorizzavano già gli happening e la performance art.
Quello che venne definito “fotorealismo” e poi “superrealismo” e infine “iperrealismo” ebbe negli americani Hanson, John DeAndrea e George Segal i suoi primi capiscuola, riconosciuti a partire dalla fine degli Anni 60. Si sviluppò quasi esclusivamente nell’ambito della scultura e senza disancorarsi dalla teorica concettuale. Perché, oltre a sondare il rapporto tra aspettativa e percezione reale dell’osservatore, gli artisti pongono domande, sia ironiche che ciniche o le due cose insieme, sulla vera natura dell’esistenza umana.
La mostra a Roma
Ce lo dimostra appieno la mostra Sembra vivo! Sculture iperrealiste dei più grandi artisti contemporanei, aperta a Palazzo Bonaparte in piazza Venezia a Roma fino all’8 ottobre (orario: 10/20 tutti i giorni; biglietto intero € 16; info: 068715111). Con un taglio antologico, parte dai primi maestri – di Hanson è esposto il Two Workers degli Anni 90, di DeAndrea il recente American Icon – Kent State, di Segal due delle sue tipiche sculture monocromatiche – per arrivare ai quarantenni italiani Valter Adam Casotto, che mette l’individuo a confronto con il tempo e la collettività, e Fabio Viale, che crea “marmi” classici con polistirolo e plastica.
In mezzo una sorta di luna park immerso in un allestimento che fa risaltare le opere illuminate nel buio delle sale, dove il vero più del vero va a braccetto con l’assolutamente falso. Dove ogni tipo di materiale, dal bronzo ai capelli umani, dal legno alle gomme siliconiche, dal vetro alle protesi di ogni tipo, è utile per creare l’illusione perfetta della fisicità umana, esplorare l’autentico significato di individualità e identità, affrontare la natura della quotidianità sociale, riflettere sulla fugacità della vita. Persino ironizzare sulla crisi economica mondiale: lo fanno gli svizzeri Daniel Glaser e Magdalena Kunz con uno Jonathan che sembra prendere vita grazie alla proiezione di un video sul volto.
43 opere di 29 artisti internazionali
Fra le 43 opere di Sembra vivo! si passa da manichini parlanti (la francese Mathilde ter Heijne), culle abbandonate (gli scandinavi Elmgreen & Dragset), le braccia che fanno il saluto romano e la banana, vera, appesa con nastro adesivo di Maurizio Cattelan, il ritratto kitsch di Andy Warhol del giapponese Kazu Hiro, uomini chiusi in un lenzuolo (l’australiano Ron Mueck) oppure che sorgono dal pavimento (il macedone Zharko Basheski), facce sottoposte a distorsioni visive (il sudafricano Evan Penny) e via dicendo. A dimostrare che, in un’epoca pluralista e onnivora come la nostra, l’iperrealismo spicca come pratica artistica che, dopo cinquant’anni, è ancora molto viva e non è rimasta ancorata all’ambiente artistico a stelle e strisce in cui è nata.
(Foto in apertura, due opere di Sam Jinks: Untitled (Kneeling Woman) e, sullo sfondo, Woman and Child)
Alcune immagini della mostra "Sembra Vivo"
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