Se per qualche strana ragione doveste rinunciare a tutti i vostri sensi tranne uno, quale salvereste? La vista, il tatto, l’udito, l’olfatto o il gusto?
In altre parole: qual è il senso più importante, quello che più degli altri si teme di perdere? Per completezza, ai canonici cinque sensi ne andrebbero aggiunti altri tre, perché gli studi recenti hanno allungato la tradizionale lista risalente ad Aristotele inserendovi anche l’equilibrio, la percezione della temperatura e la sensazione del dolore (di quest’ultimo in molti, c’è da scommetterci, farebbero volentieri a meno).
Un gruppo di ricercatori inglesi ha condotto un sondaggio su un campione di 250 persone tra i 20 e gli 80 anni abitanti nel Regno Unito. I risultati dell’indagine, non a caso, sono stati pubblicati su Jama Ophthalmology, rivista specializzata nelle malattie dell’apparato visivo. Sì, perché la vista ha stravinto sugli altri: è il senso più importante per l’88% degli intervistati. Seguono udito ed equilibrio. Mentre vivere senza il senso del tatto o dell’olfatto non sembra quasi per nessuno un grande problema.
I ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di stilare una classifica degli 8 sensi, partendo dal più prezioso fino al meno rilevante. Come abbiamo detto i primi due classificati sono stati la vista e l’udito. Nella seconda fase dell’inchiesta, agli intervistati è stato chiesto uno sforzo di immaginazione: se aveste davanti solo 10 anni di vita, preferireste vivere il più possibile pur avendo perso completamente la vista, oppure vivere meno a lungo in perfetta salute?
In media i partecipanti scambierebbero 10 anni di cecità assoluta con 4,6 anni di benessere fisico. Meglio vivere di meno con la possibilità di guardare il mondo, che vivere di più senza poter vedere nulla. Gli intervistati rinuncerebbero quindi a più di 5 anni di vita, nel caso in cui fossero condannati a passarli al buio completo. La perdita di udito è un po’ più tollerabile: 10 anni di vita senza sentire verrebbero scambiati con 7 in perfetta salute.
Una curiosità: le donne sono più inclini a sopportare il deficit sensoriale rispetto agli uomini, che sarebbero disposti a sacrificare un anno in più di vita da non vedenti pur di godere di buona salute. Per gli uomini la vista sembra avere un’importanza vitale. Questo risultato però è in contrasto con quanto accade nella realtà: gli uomini sono infatti i primi a trascurare la salute dei loro occhi e a rimandare la visita dall’oculista. Tanto che i maschi hanno il 16% di probabilità in più di ricevere una diagnosi di glaucoma allo stadio avanzato rispetto alle femmine.
Dall’indagine è emerso un altro aspetto interessante: le persone che soffrono di una malattia cronica sono più inclini ad accettare di vivere più a lungo pur avendo perso completamente l’udito rispetto alle persone in salute. Probabilmente perché i malati cronici hanno sperimentato sulla loro pelle la possibilità di adattarsi a condizioni di vita difficili. Neanche loro però vorrebbero prolungare l’esistenza se i loro occhi non fossero più in grado di vedere.
L’inchiesta inglese conferma alcune ricerche precedenti condotte negli Stati Uniti secondo le quali la possibilità di perdere la vista spaventa molto di più del rischio di perdere la memoria. Da uno studio americano del 2016 era emerso che la maggior parte della popolazione teme il buio perenne molto più di patologie croniche come l’Aids o le malattie cardiovascolari.
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