Le fermate degli autobus, nelle città italiane, si assomigliano un po’ tutte: di solito sono riservate alla cartellonistica pubblicitaria, spesso son mal ridotte e, a volte, senza pensiline. Ma a Palermo, da un po’ di giorni, c’è una fermata decisamente fuori dagli schemi.
La fermata solidale a Palermo
Laddove c’erano i cartelloni promozionali, infatti, è stato poggiato del cibo. Con una frase: “Se hai bisogno prendi quello che vuoi”. Quell’immagine così insolita non è passata inosservata. Ha iniziato a circolare su Facebook e, nel giro di poche ore, ha collezionato più di tremila condivisioni.
Non ci mette tanto, il popolo della rete, a scovare il luogo ritratto nella foto: via Uditore, precisamente all’altezza del civico 12/S. Parte subito la caccia al tesoro e, con grande sorpresa, chi si reca alla pensilina si trova davanti a del cibo. Non lo stesso della foto virale sui social: al posto del latte c’è una scatoletta di mais. La salsa di pomodoro è sparita ma è comparso del tonno, una merendina e un pacco di biscotti. Non mancano le riviste: del resto si sa che l’attesa dell’autobus, in alcune zone d’Italia, può toccare tempi biblici.
La panchina di Fenfer
La panchina è stata verniciata di recente ed è in evidenza una scritta: “L’attesa non può essere solo una perdita di tempo, approfittane”. Firmato: Fenfer. Uno gnomo, pseudonimo usato da Marcello Fenoaltea, attivista e ben conosciuto in città che, tra i vari progetti, ha dato vita alla Città dei Ragazzi. Marcello ha spiegato la genesi di questa iniziativa. Beneficiario del reddito di cittadinanza, da quando è iniziato il lockdown ha interrotto molte attività. E così ha deciso di fare qualcosa di utile per il suo quartiere.
Ha cominciato dipingendo le panchine poi, fortuitamente, ha trovato a terra un quadretto liberty e ha deciso di utilizzarlo per abbellire la fermata del bus. All’inizio ha pensato di realizzare un punto free book, dove le persone potessero prendere dei libri e lasciarne altri. Poi però ha optato per la fermata solidale.
L’idea da replicare
La pandemia infatti ha fatto aumentare la povertà e il numero delle famiglie indigenti è cresciuto in maniera esponenziale. Una crescita che però si accompagna alla vergogna, al pudore, e così, troppo spesso, le persone si chiudono, perché non ce la fanno a chiedere aiuto. Ecco allora che, uno spazio libero e anonimo, così come può essere una fermata solidale, dove chiunque può prendere qualcosa, può rappresentare una luce di speranza. E Marcello punta in alto: creare più punti del genere in città, coinvolgendo volontari anche in altri quartieri.
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