Stare nel verde, di qualunque tipo sia, fa bene alla salute fisica e mentale, è risaputo. Ma c’è la possibilità di potenziare ancora di più gli effetti terapeutici della natura progettando spazi che offrono un concentrato perfettamente dosato di elementi salutari: colori, suoni, odori che provengono da alberi da frutta, piante aromatiche, fiori, fontanelle, uccellini. Sono i cosiddetti “healing garden”, i giardini della guarigione, pensati proprio per favorire il benessere psico-fisico di chi li frequenta.
Presto a Milano ne sarà inaugurato uno pensato proprio per gli anziani. Ma sarà poi aperto a tutti, completamente accessibile a chi si muove in carrozzina. È il giardino terapeutico pubblico realizzato nei 3mila metri quadrati intorno alla Residenza Sanitaria Assistenziale “Anni Azzurri San Faustino” e del Polo Geriatrico Riabilitativo, a cui possono accedere gli ospiti della struttura e i loro famigliari, ma anche gli abitanti del quartiere.
Lo spazio, che risponde ai requisiti dei giardini terapeutici, è stato realizzato nell’ambito del Progetto “Green Age” del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, grazie al supporto del Gruppo KOS Care. Abbiamo chiesto alla professoressa Natalìa Fumagalli, coordinatrice del Progetto “Green Age”, di raccontarci come nasce un giardino della guarigione, quali caratteristiche deve avere e quali sono i benefici che procura.
Come è stato progettato il giardino di Milano. In cosa si distingue da altri tipi di spazi verdi?
Il giardino della residenza di San Faustino rientra in un più ampio progetto di ricerca finanziato dalla Fondazione Cariplo il cui scopo era quello di misurare i benefici procurati dalle aree verdi alle persone anziane. Per calcolare questi benefici abbiamo pensato di condurre degli esperimenti in tre contesti differenti: all’interno della struttura residenziale, all’esterno in uno spazio verde non progettato e in uno spazio progettato. Abbiamo i risultati dei primi due scenari, ma non ancora del terzo visto che abbiamo dovuto interrompere la ricerca per l’emergenza Covid.
In cosa consistevano gli esperimenti?
Abbiamo chiesto agli ospiti della residenza di svolgere alcune attività sia all’interno che all’esterno, misurando prima e dopo tre diversi parametri: i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, le capacità cognitive e la percezione soggettiva delle proprietà rigenerative del luogo. Abbiamo osservato che le attività svolte all’aperto avevano maggiori effetti positivi sulla salute rispetto a quelle svolte all’interno. Per esempio: una persona che iniziava un’attività con elevati livelli di stress riusciva a rilassarsi solamente negli spazi verdi e non al chiuso. All’aperto, inoltre, si ottenevano risultati migliori nei test sulle abilità cognitive. Infine, nel verde migliorava anche la percezione di benessere: le persone infatti attribuivano alla natura un potere rigenerante superiore a quello dei luoghi chiusi.
Il verde quindi fa bene anche quando non è stato progettato appositamente per curare. Qual è allora il valore aggiunto di un giardino terapeutico disegnato ad hoc?
Il giardino terapeutico è stato progettato ascoltando le esigenze delle persone anziane. La loro voce è stata fondamentale per realizzare uno spazio che fosse per loro attrattivo, che fosse ricco di stimoli e che li invogliasse a uscire interrompendo la routine. Uno dei principali punti di forza dell’healing garden è quello di sembrare un mondo a parte, distaccato da tutto il resto capace di far sentire le persone protette e lontane dal quotidiano. Il luogo ideale in cui ricevere le visite dei famigliari o semplicemente distrarsi e rigenerarsi.
Sembra l’Eden. Viene voglia di andarci subito… Ci faccia sognare: come è fatto?
È un giardino ricco di stimoli, a partire dai colori. Le fioriture si alternano nel corso delle stagioni in modo tale da garantire la presenza dei fiori tutto l’anno. Le piante aromatiche sono state disposte ad un’altezza tale da poter essere toccate per apprezzarne il profumo anche da chi si muove su una carrozzella. Sono state inserite piante specifiche, come quelle che producono bacche, per attirare gli uccellini e sono state introdotte mangiatoie per permettere alle persone di dare da mangiare agli animali. In tutto ci sono più di 80 specie diverse di piante. Ci sono gli alberi tipici della pianura lombarda come frassini, e gelsi, le piante da frutto, peri, cachi, nespoli, le siepi, le ortensie, i viburni, le erbacee perenni, salvia, rose, rabarbaro. Tutto facilmente fruibile e comodo. I viali pavimentati sono semplici da percorrere in carrozzella e le panchine dotate di braccioli aiutano ad alzarsi. Ci sono pergolati per l’ombra, sedute solitarie per chi vuole stare isolato e luoghi di aggregazione per chi preferisce stare in compagnia.
Una meraviglia. Quando sarà possibile andarci?
Verrà inaugurato dopo l’estate e sarà aperto a tutti. Un luogo pensato per favorire il benessere degli anziani non potrà che rivelarsi utile anche a tutti gli altri.
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