Con “A casa coi nonni” parte da Potenza il nuovo progetto di cohousing tra giovani e anziani per uno scambio di alloggio, aiuto e compagnia.
“A casa coi nonni” altro non è che una casa dello studente diffusa che permetterà ai giovani di risparmiare sostituendo all’affitto un contributo spese mensile e allo stesso tempo offrirà agli anziani che li ospiteranno supporto materiale e compagnia. Questi in sintesi gli obiettivi prefissati dall’iniziativa della cooperativa Universosud di Potenza con il patrocinio – tra gli altri – dell’Università degli Studi della Basilicata.
Un patto etico tra generazioni
“A casa coi nonni” utilizza una piattaforma digitale sulla quale possono registrarsi sia i giovani in cerca di alloggio che i pensionati disposti a condividere il proprio appartamento in un contesto di autonomia. Un progetto nel quale domanda e offerta si incontrano sulla base di uno spirito di collaborazione tra due fasce d’età che si ritrovano nella necessità, come spiega il presidente di Universosud Antonio Candela. A buon titolo si può infatti parlare di “contratto etico” volto ad allargare l’offerta degli alloggi offrendo un contributo sociale a sostegno delle problematiche diffuse dei senior.
Chi aiuta chi
I primi interessati (non solo studenti ma anche lavoratori del south working), alle prese col caro affitti e i contratti in nero, risparmieranno circa il 50% dei costi di un normale affitto. I secondi potranno invece contare su un aiuto materiale per le piccole incombenze, ma soprattutto avranno un antidoto alla solitudine e la possibilità di acquisire nuove conoscenze in campo digitale. Presentato nell’aprile del 2022, il progetto, premiato al Mind di Milano, decollerà in tempo per il prossimo anno accademico. Determinante per il successo sarà la collaborazione con l’Ordine degli psicologi che incrocerà le domande dei giovani e le offerte dei pensionati per abbinare i profili, dando vita così ad un modello virtuoso di housing sociale.
Un modello virtuoso di convivenza intergenerazionale
Il vivere intergenerazionale non è affatto una novità. In molti paesi del mondo come gli Stati Uniti, la Finlandia e i Paesi Bassi infatti anche le case di cura stanno aprendo le stanze ai giovani millenial disposti a fare volontariato in cambio di un affitto più economico. Negli States poi funzionano da tempo app che – sul modello di “A casa con i nonni” – mettono in contatto proprietari di casa anziani e giovani universitari. E la tendenza è in crescita, anche su canali informali come il passa parola.
Obiettivo: mantenere l’autonomia
Del resto quello della solitudine non desiderata degli anziani è un problema che riguarda non solo gli individui ma anche la società. Chi è solo infatti non soltanto è più triste, ma è anche meno in salute e ha davanti a sé una prospettiva di vita più breve. Per contro – a fronte della crisi degli alloggi nelle grandi città (soprattutto se a costi sostenibili) – migliaia di stanze restano inutilizzate. Uno spreco, tanto più nell’attuale contesto demografico che vede ricercatori e professionisti impegnati nella continua ricerca di soluzioni per favorire l’ageing in place (l’invecchiare in casa propria) e l’invecchiamento attivo.
© Riproduzione riservata