La pandemia in Australia
È passato poco più di un mese dal primo lockdown che ha interessato alcune regioni dell’Australia. A partire dal 7 luglio, infatti, circa 6,6 milioni di persone sono state isolate a causa di un nuovo aumento dei casi di Covid. A preoccupare maggiormente sono stati i due Stati australiani più popolosi, quello di Victoria e il Nuovo Galles del Sud. Le misure adottate si sono concentrate sulla chiusura delle frontiere, la diramazione di regole per il distanziamento sociale e di un’app governativa. Rimane, comunque, la possibilità per ogni regione di scegliere se adottare misure di contenimento più stringenti. Nonostante tutto, però, la pandemia è sempre sembrata sotto controllo. Almeno fino a quando un agglomerato di case popolari a Melbourne si è tramutato in un focolaio composto da nove palazzi, successivamente isolati dalla polizia.
Il nuovo lockdown
E così, com’è accaduto in Italia all’inizio di marzo, la città di Melbourne si è trovata a fronteggiare un’ondata di casi. Il premier dello stato australiano di Victoria, di cui Melbourne è la capitale, non ha tardato molto a dichiarare uno stato di calamità e a introdurre misure più stringenti. Dal 2 agosto, infatti, i provvedimenti prevedono anche un coprifuoco per tutti gli abitanti a partire dalle 20 e fino alle 5 del mattino. Le nuove regole dello Stato australiano permettono di uscire di casa solo per motivi di lavoro, d’emergenza o di comprovata necessità. Per fare la spesa ogni giorno può uscire una sola persona per nucleo familiare ed è possibile fare attività fisica per massimo un’ora al giorno nel raggio di 5 km dalla propria abitazione. Una serie di restrizioni che, salvo prolungamenti, sarà in vigore fino al 13 settembre.
L’impegno di Tyson
Leggere queste notizie non può che far riaffiorare i ricordi di un periodo complicato. Un periodo fatto di incertezze, ma anche di tante iniziative solidali. Soprattutto per tutelare i più fragili. Ed è quello che sta cercando di fare anche Tyson, un ragazzino dodicenne di Wedderburn, cittadina rurale dello Stato di Victoria. Mentre le varie regioni si preparano nuovamente ad indossare la mascherina, infatti, Tyson Blair vuole assicurarsi che ce ne siano abbastanza per tutti. Così ha iniziato a realizzare mascherine da distribuire gratuitamente agli anziani residenti nella sua cittadina. “Tutti meritano di sentirsi protetti”, ha raccontato al quotidiano australiano The Senior. “Alcune persone potrebbero non avere abbastanza soldi per comprare le mascherine, perciò ho deciso di aiutarli.”
Una protezione per tutti
In queste settimane, Tyson ha già realizzato circa 50 mascherine dopo aver assistito ad una lezione a casa di un amico. “Un pomeriggio abbiamo visto un tutorial su come costruire mascherine. Sono molto semplici, perciò ho deciso di andare a comprare il materiale e iniziare a produrne il più possibile per chi ne ha bisogno”. Ad aiutarlo c’è la mamma Melinda, meravigliata e orgogliosa dell’iniziativa del figlio. “Cuciamo le mascherine con una mia vecchia macchina da cucire”, ha raccontato la donna. “Inizialmente abbiamo deciso di farle per la famiglia, ma poi Tyson ha pensato di regalarle agli anziani della nostra città e a me è sembrata un’idea meravigliosa!” Il fatto ancora più sorprendente è che i ragazzi australiani nello Stato di Victoria non sono obbligati a portare la mascherina se non hanno superato i 12 anni. Ma Tyson non ha dubbi: lui vuole portarla per proteggere sé stesso e tutti i senior della sua cittadina.
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