
Leggere e rileggere i classici: “Non è un paese per vecchi” di Cormac McCarthy
Perché leggere e rileggere i classici: incontri con Enrico Valenzi
I classici letterari sono libri che leggiamo una volta in un periodo della nostra vita e poi continuiamo a ricordarli e a immaginarli ancora nel tempo. Fino a che non sentiamo il desiderio, perfino l’urgenza, di doverli rileggere. Ma perché vogliamo rileggere una storia che sappiamo già come va a finire? Perché le parole che leggiamo in questi libri hanno ogni volta bellezza e valore rinnovati.
In questa nuova stagione, alterneremo un classico del “passato” con uno del “futuro”, cercando sempre di riconoscere in ognuno di loro le proprietà letterarie che lo rendono tale. Di ogni opera scorreremo la prima pagina per sentire in che modo un classico si presenta subito al cuore e alla mente di chi legge. E vedremo insieme le scene indimenticabili di quei libri per coglierne la musica e carpire i segreti dell’arte letteraria.
Perché leggere e rileggere Non è un paese per vecchi di Cormac McCarthy
Per leggere o rileggere i classici qualche volta ci vuole fegato. Specie nella narrativa recente e contemporanea. La violenza, l’insensatezza, la sociopatia sono ormai parti della società che stanno entrando sempre più nella narrazione. Ma la musica asciutta, paurosa e vischiosa che suona McCarthy nel suo romanzo Non è un paese per vecchi è impressionante. Ogni personaggio che dovrebbe portare con sé il bene è soffocato dai fantasmi dei sensi di colpa mentre il male non ha retropensieri. È piatto, con una voce monocorde che svetta in modo tremendo sulle altre. L’omonimo film dei fratelli Coen tratto dal romanzo è la celebrazione dei dialoghi perfetti di McCarthy che spesso vengono presi dal romanzo e messi direttamente in bocca ai protagonisti del film. Come in questo dialogo tra lo psycho killer e il proprietario di un emporio:
Anton Chigurh: Qual è la cosa più grossa che hai perso a testa o croce?
Proprietario: Scusi?
Anton Chigurh: La cosa più grossa che hai perso a testa o croce.
Proprietario: Non lo so… non saprei dire…
Anton Chigurh: Scegli.
Proprietario: Scelgo?
Anton Chigurh: Sì.
Proprietario: Per cosa?
Anton Chigurh: Scegli e basta.
Proprietario: Be’… dovrei almeno sapere che cosa c’è in ballo…
Anton Chigurh: Devi scegliere tu. Non posso scegliere io per te, non sarebbe onesto.
Proprietario: M-ma … non mi sono giocato niente.
Anton Chigurh: Sì, invece. Te lo stai giocando da quando sei nato, solo che non lo sapevi.
E noi lettori cosa ci stiamo giocando?
Conduce: Valerio Urru
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Relatore
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Enrico Valenzi
Fondatore e direttore della scuola di scrittura Omero, la prima scuola di scrittura creativa in Italia dal 1988. Tra i docenti la scuola Omero ha avuto Vincenzo Cerami, Sandro Veronesi, Giancarlo De Cataldo, Lidia Ravera, Francesco Piccolo, ecc. Il nostro allievo più famoso è Gianrico Carofiglio. Enrico Valenzi ha contribuito a introdurre in Italia l’insegnamento della scrittura creativa e ha lavorato con moltissimi scrittori e studiosi, italiani e stranieri. Insegna le tecniche della narrativa presso scuole medie, licei, università. Ha condotto corsi di autobiografia per alcolisti (col finanziamento del Policlinico Umberto I di Roma) e corsi di autobiografia per anziani in collaborazione con i Centri anziani del Primo Municipio di Roma. È fondatore della rivista e della casa editrice “Omero”.