In Europa la solitudine peggiora con l’età, ma negli USA sono i 50enni a soffrirne di più
Uno studio comparativo ha analizzato i livelli di solitudine di oltre 64.000 persone tra i 50 e i 90 anni in 29 nazioni europee e negli Stati Uniti. I ricercatori hanno utilizzato una scala di misurazione della solitudine che valutava la frequenza con cui i partecipanti percepivano la mancanza di compagnia, si sentivano esclusi o socialmente isolati. La ricerca, pubblicata sulla rivista Aging & Mental Health, ha evidenziato come gli adulti di mezza età e gli anziani a Cipro e in Grecia sperimentino i livelli di solitudine più elevati. Al contrario, Danimarca, Svizzera e Austria si distinguono per i tassi di solitudine più bassi. L’Italia si trova in posizione intermedia.
In Europa anziani più soli, i dati italiani
La solitudine non è un’esperienza uniforme nel Vecchio Continente. Un recente studio ha messo in luce significative differenze tra paesi nel modo in cui le persone di diverse età percepiscono la mancanza di connessioni sociali. Utilizzando una scala da 0 a 6, dove 0 indica l’assenza di solitudine, la Danimarca si è distinta per i livelli più bassi, con una media di appena 0.4. All’estremità opposta, Grecia e Cipro hanno registrato i punteggi più elevati, attestandosi su una media di 1.7. l’Italia ha un punteggio di 1,3 con un’età media di 70,4 anni, in maggioranza donne (56,2%)
Stati Uniti in controtendenza
In questo panorama spicca il dato degli Stati Uniti, dove la solitudine riguarda prevalentemente gli adulti di mezza età. “C’è una percezione generale che le persone diventino più sole con l’avanzare dell’età, ma negli Stati Uniti è vero il contrario. Le persone di mezza età sono più sole delle generazioni più anziane”, spiega Robin Richardson, autrice principale dello studio. “Le iniziative e gli interventi per affrontare l’epidemia di solitudine si sono storicamente concentrati sugli anziani e sugli adolescenti. Gli adulti di mezza età rappresentano una popolazione critica che viene trascurata”, aggiunge.
I perché della solitudine dei cinquantenni americani
Negli Stati Uniti, la solitudine colpisce maggiormente la fascia di mezza età a causa di un intreccio di fattori. La perdita del lavoro, ad esempio, ha un peso maggiore sull’isolamento sociale rispetto ad altri paesi. Poi c’è la morsa del tempo: lavoro, figli e genitori anziani da accudire lasciano un vuoto per le relazioni. A questo si aggiunge una rete sociale meno protettiva e un costo della vita elevato, specialmente per la sanità, che può isolare ulteriormente. Insomma, quello tra i 50 e i 60 anni è un periodo denso di responsabilità che, unito a un minor supporto, rende gli americani particolarmente esposti alla solitudine.
“La solitudine non è solo un problema della tarda età”
In conclusione, sebbene spesso si diventi più soli con l’età, il grado di questo incremento variava notevolmente a seconda della nazione. A prescindere dall’età, lo studio ha infatti rilevato una correlazione tra la solitudine e fattori come la disoccupazione, lo stato civile non coniugato, la depressione e la salute precaria. Tuttavia, l’importanza di questi fattori variava in base al paese e alla fascia d’età considerata. Le differenze tra paesi e fasce d’età suggeriscono, dunque, che la solitudine non è semplicemente una conseguenza inevitabile dell’invecchiamento. Piuttosto si intreccia con fattori sociali più ampi, come le dinamiche lavorative e le esigenze di assistenza. Esteban Calvo, autore dello studio, conclude: “I nostri risultati mostrano che la solitudine non è solo un problema della tarda età. Dunque un approccio unico non risolverà questo problema mondiale”.
TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SU SPAZIO50.IT
© Riproduzione riservata