L’uso regolare della tecnologia digitale da parte degli anziani si rivela un alleato inatteso per la salute del cervello
Anziani e tecnologia, un binomio vincente. Contrariamente, infatti, ai timori sugli effetti deleteri della tecnologia sul cervello senescente, un’analisi pubblicata su Nature Human Behaviour offre una prospettiva inedita. Gli studiosi dell’Università del Texas e della Baylor University hanno infatti scoperto che gli anziani che usano abitualmente dispositivi tecnologici sono più protetti da eventuali problemi cognitivi. L’indagine, che ha osservato 57 studi diversi con oltre 411.000 partecipanti di età media pari a 69 anni, suggerisce che la tecnologia non è un nemico subdolo per il cervello che invecchia. Al contrario è un potenziale e inatteso alleato contro la demenza.
Tecnologia protettiva: un nuovo strumento per la terza età
Questa scoperta rappresenta una svolta nella comprensione dei fattori che possono preservare il cervello dall’insorgenza della demenza. Una condizione che riguarda una parte considerevole della popolazione anziana. Le statistiche attuali rivelano che circa due terzi degli individui sperimentano un certo grado di declino cognitivo entro i 70 anni. Inoltre, la probabilità di sviluppare demenza nel corso della vita si attesta al 37% per le donne e al 24% per gli uomini, con un’età media di insorgenza rispettivamente di 83 e 79 anni. Questi dati sottolineano l’importanza di identificare strategie efficaci per tutelare la salute cognitiva nella terza età, e la tecnologia appare ora come un valido strumento in questo scenario.
Prove solide, ma la variabile genetica rimane
L’aspetto più convincente di questa ricerca è nei risultati degli studi longitudinali inclusi nell’analisi che hanno monitorato i partecipanti per oltre sei anni. I dati evidenziano un rischio inferiore di sviluppare disturbi cognitivi tra gli anziani che utilizzavano abitualmente la tecnologia. Anche considerando variabili determinanti come l’età, il livello di istruzione, il reddito e lo stato di salute generale. Ciononostante, i ricercatori considerano sempre il ruolo primario del Dna. Infatti, non si esclude che alcune persone siano geneticamente avvantaggiate sia nel mantenimento della funzione cognitiva in età avanzata sia nell’essere più inclini a integrare la tecnologia nella propria vita.
I meccanismi di difesa: la tecnologia alleata della mente anziana
I ricercatori hanno avanzato diverse ipotesi plausibili per chiarire come gli strumenti digitali esercitino un effetto protettivo sulle funzioni cerebrali degli anziani. Uno dei principali meccanismi è la stimolazione cognitiva continua. Le attività svolte attraverso i dispositivi tecnologici, come la gestione della posta elettronica, la navigazione sul web, l’utilizzo di applicazioni e i giochi interattivi, spesso sollecitano diverse facoltà cognitive, tra cui la memoria, l’attenzione, il ragionamento e la capacità decisionale. Questo costante “esercizio mentale” potrebbe contribuire a mantenere il cervello attivo e reattivo, contrastando il naturale declino associato all’invecchiamento.
Anziani e tecnologia: il digitale per restare connessi
Parallelamente, un altro meccanismo cruciale concerne il mantenimento delle connessioni sociali. Le piattaforme di comunicazione digitale, come le app di messaggistica, i social network e le videochiamate, offrono agli anziani l’opportunità di restare in contatto con familiari, amici e comunità, contrastando efficacemente l’isolamento sociale, un noto fattore di rischio per lo sviluppo della demenza. Il senso di appartenenza e l’interazione sociale stimolano il benessere emotivo e cognitivo, contribuendo a preservare la salute del cervello.
Il valore dell’apprendimento costante
Un ulteriore elemento protettivo potrebbe risiedere nell’apprendimento costante richiesto dall’uso di nuove applicazioni e funzionalità dei dispositivi tecnologici. L’esplorazione di nuove app, la comprensione di interfacce inedite e l’adattamento a nuove modalità di interazione digitale stimolano la plasticità cerebrale, ovvero la capacità del cervello di formare nuove connessioni neurali e di adattarsi ai cambiamenti. Questa continua sfida intellettuale potrebbe rafforzare le riserve cognitive e rendere il cervello più resiliente al danno.
Una ginnastica per la mente
Infine, l’organizzazione della vita quotidiana agevolata dalla tecnologia potrebbe contribuire indirettamente alla salute cognitiva. L’impiego di calendari digitali, promemoria, applicazioni per la gestione dei farmaci e per il monitoraggio della salute può ridurre lo stress e migliorare l’efficienza, liberando preziose risorse cognitive. Anche le attività digitali quotidiane, apparentemente semplici, come gestire le email, navigare sul web alla ricerca di informazioni o utilizzare app per scopi diversi, rappresentano una forma di “ginnastica mentale” leggera ma costante. Che nel lungo periodo può dare i suoi frutti.
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