Preoccupazione per il riscaldamento climatico in Europa: Copernicus “il 2024 è stato l’anno record per temperature e inondazioni”
Il riscaldamento climatico in Europa procede a ritmo veloce, confermando il vecchio continente come l’area del pianeta che si riscalda più velocemente. Secondo il rapporto Stato Europeo del Clima 2024 (European State of the Climate 2024 – Esotc 2024) del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus, il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato, con temperature record nelle regioni centrali, orientali e sudorientali. Contestualmente, il continente ha affrontato le inondazioni più diffuse dal 2013, evidenziando gli impatti sempre più severi del riscaldamento climatico in Europa.
Ondate di calore senza precedenti
L’intensificazione del riscaldamento climatico in Europa ha portato nell’estate 2024 a situazioni estreme, particolarmente nell’area sudorientale, colpita da un’ondata di calore record di 13 giorni consecutivi, interessando il 55% della regione. Questa zona ha registrato numeri mai visti prima di giorni con “forte stress da caldo” (66) e di notti tropicali (23), segno di come il caldo estremo stia diventando più intenso e prolungato. Anche i mari europei hanno sofferto temperature eccezionali, con la temperatura superficiale marina superiore alla media di 0,7°C in tutta la regione europea, e picchi di 1,2°C sopra la media nel Mar Mediterraneo.
Precipitazioni estreme e impatto sulla popolazione
Gli effetti del riscaldamento climatico in Europa si manifestano anche attraverso precipitazioni anomale. Il 2024 si è classificato tra i dieci anni più piovosi per l’Europa occidentale dal 1950, con quasi un terzo della rete fluviale europea che ha superato la soglia di alluvione “elevata”. Le conseguenze sono state devastanti: circa 413.000 persone colpite e almeno 335 vittime a causa di tempeste e alluvioni. “Questo rapporto evidenzia che l’Europa è il continente che si riscalda più rapidamente e sta subendo gravi impatti a causa di fenomeni meteorologici estremi”, afferma Celeste Saulo, segretario generale dell’OMM.
Ghiacciai in ritirata e incendi devastanti
Il riscaldamento climatico in Europa sta accelerando lo scioglimento dei ghiacciai: tutte le regioni hanno subito perdite significative, con i ghiacciai scandinavi e delle Svalbard che hanno registrato i tassi più elevati a livello globale. La Scandinavia ha perso mediamente 1,8 metri di spessore glaciale, mentre le Svalbard hanno visto una riduzione di ben 2,7 metri. Sul fronte degli incendi boschivi, settembre ha visto il Portogallo affrontare una crisi senza precedenti: in una sola settimana sono andati in fumo circa 110.000 ettari di territorio, pari a un quarto dell’area totale bruciata annualmente in Europa. Si stima che circa 42.000 persone siano state colpite dagli incendi in tutto il continente.
Strategie per affrontare il riscaldamento climatico in Europa
Di fronte all’accelerazione del riscaldamento climatico in Europa, emerge però un segnale positivo: il 51% delle città europee ha già adottato un piano specifico di adattamento climatico. “Questo sottolinea il valore delle nostre informazioni, radicate nell’eccellenza scientifica, per supportare meglio il processo decisionale sull’adattamento al clima”, evidenzia Florence Rabier, direttore generale dell’ECMWF. “Questo rapporto evidenzia che l’Europa è il continente che si riscalda più rapidamente e sta subendo gravi impatti a causa di fenomeni meteorologici estremi e dei cambiamenti climatici. Ogni frazione di grado in più di aumento della temperatura è importante perché accentua i rischi per le nostre vite, per le economie e per il pianeta. L’adattamento è d’obbligo”, afferma Celeste Saulo, segretario generale dell’OMM.
(immagine in apertura: temperatura rilevata il 12 agosto 2024 a Valencia, Spagna)
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