Scoperta l’impronta di un dinosauro gigante che popolava la Sardegna nel Giurassico, 165 milioni di anni fa
Durante il Giurassico un dinosauro bipede attraversava le paludi della Sardegna di 165 milioni di anni fa. La straordinaria scoperta si deve ad un team di ricercatori delle Università di Sassari e Cagliari, avvenuta nelle campagne di Baunei, in Ogliastra. Il Giurassico è un periodo geologico dell’era Mesozoica, che va da circa 201 a 145 milioni di anni fa, noto per essere il periodo di dominanza dei dinosauri sulla terra. Il nome “Giurassico” deriva dalla catena del Giura, dove le rocce di questo periodo sono molto diffuse. Il ritrovamento è la prima prova dell’esistenza di questi colossali rettili nel Mesozoico sardo. Incise nella roccia per circa 165 milioni di anni, le orme appartengono a un dinosauro teropode, un rettile bipede con una lunga coda e artigli agli arti superiori e inferiori, di cui finora non si avevano prove in Sardegna.
Un dinosauro di nome Bibi
La superficie rocciosa che ha preservato per ere geologiche le impronte del dinosauro del genere teropoda offre agli studiosi ulteriori indizi sulla composizione della fauna dell’epoca. La presenza di queste tracce fossili indica chiaramente che il dinosauro scoperto non era un isolato abitante di queste terre, ma parte integrante di un ecosistema preistorico molto più ricco e diversificato. I ricercatori hanno soprannominato affettuosamente il dinosauro Bibi. Sebbene l’attribuzione del genere femminile sia al momento un’ipotesi basata su osservazioni preliminari, e saranno necessarie analisi scientifiche più approfondite per confermarla con assoluta certezza.
Un erbivoro gigante nelle paludi sarde del Giurassico
In conferenza stampa il paleontologo dell’Università di Sassari, Marco Zedda, ha fornito dettagli sull’identità del dinosauro e sul suo ambiente. “Le impronte sono come un libro aperto che racconta la storia di 165 milioni di anni fa,” ha spiegato. L’analisi delle impronte rinvenute a Baunei suggerisce che Bibi fosse un dinosauro erbivoro. Questa conclusione si basa principalmente sull’assenza di impronte di artigli affilati, una caratteristica distintiva dei teropodi carnivori. Zedda ha stimato che questo gigante preistorico fosse un bipede di dimensioni ragguardevoli, con una lunghezza compresa tra i 120 e i 160 centimetri.
La Sardegna dei dinosauri
La ricostruzione dell’habitat in cui “Bibi” viveva è suggestiva. Gli esperti ipotizzano che questo dinosauro popolasse le zone costiere caratterizzate da sedimenti sabbiosi e fangosi. Un ambiente tipico delle aree palustri e delle zone periodicamente sommerse dalle maree. Questa scoperta offre uno sguardo inedito su un paesaggio sardo preistorico radicalmente diverso da quello attuale. Un mondo in cui rettili giganti calpestavano i terreni che oggi formano le montagne e le vallate dell’isola. Il ritrovamento delle orme di dinosauro in Sardegna non è un semplice fatto locale. Fornisce infatti la prima prova della presenza di dinosauri nel Mesozoico sardo, un’informazione cruciale per affinare la conoscenza paleobiogeografia del Mediterraneo nel Giurassico.
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