L’Associazione Italiana Giovani Avvocati (Aiga) ha riconosciuto l’intenzione di semplificare le procedure sull’AdS. L’emendamento però presenta gravi criticità, poiché riduce le garanzie e indebolisce la protezione patrimoniale del beneficiario mettendo a rischio la figura dell’Amministratore di Sostegno.
L’Associazione Italiana Giovani Avvocati (Aiga) ha espresso seria preoccupazione sull’emendamento normativo proposto nell’ambito delle misure per la semplificazione normativa in tema di amministrazione di sostegno, interdizione e inabilitazione. Rischierebbe di compromettere la tutela dei soggetti più fragili, come anziani, persone con disabilità e individui in condizioni di vulnerabilità.
L’Aiga ha riconosciuto l’intenzione di semplificare le procedure, ma vuole sottolineare come l’emendamento presenti gravi criticità, in quanto riduce le garanzie e indebolisce la protezione patrimoniale del beneficiario.
A rischio la figura dell’Amministratore di Sostegno
Secondo l’Aiga “il superamento degli strumenti tradizionali di tutela, poi, quali l’interdizione e l’inabilitazione, che negli anni si sono dimostrati essenziali in casi complessi, come quelli legati a disturbi psichici combinati a tossicodipendenza, sebbene miri ad assicurare a ogni soggetto ‘fragile’ la possibilità di conservare uno spazio di autonomia, appare inopportuno e rischia di compromettere ulteriormente la ratio dell’Amministrazione di Sostegno”. L’Aiga ha ribadito quindi la necessità di promuovere una riforma equilibrata e giusta dell’Amministrazione di Sostegno, che rappresenti un reale progresso per il sistema giuridico italiano e una garanzia concreta per i più deboli della società.
Una proposta di legge per un approccio responsabile
In tale ottica si muove la proposta di legge presentata dall’Associazione, che intende riconoscere la professionalità degli amministratori di sostegno, garantire un compenso equo e dignitoso, definire chiaramente le responsabilità degli amministratori, rafforzare la tutela fiscale e legale.
“Riteniamo che proprio per assicurare a ciascun soggetto una limitazione – alla propria capacità d’agire – minima e necessaria, debba essere rispettato l’ambito di ciascun istituto, ridisegnando l’amministrazione di sostegno come misura ‘taylor made’, che deve adattarsi alla situazione ed alle esigenze concrete – fanno sapere dall’Aiga -. Il legislatore deve adottare un approccio responsabile e lungimirante, che tuteli i diritti dei soggetti fragili senza sacrificare la dignità professionale degli amministratori di sostegno”.
Cosa fa un Amministratore di Sostegno
L’Amministratore di Sostegno è una figura che aiuta chi non è in grado di gestire i propri interessi a causa di una menomazione fisica, psichica o di un’infermità. Può essere nominato anche per persone interdette o inabilitate.
Amministratore di sostegno
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Chi può richiederlo
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La persona interessata, un familiare, il pubblico ministero
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Chi lo nomina
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Il giudice tutelare del luogo di residenza o domicilio della persona interessata
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Chi può essere scelto
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Coniuge, convivente, parenti fino al quarto grado, ma anche un estraneo
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Cosa fa
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Gestisce le attività quotidiane, sceglie il luogo di vita, alloca le risorse economiche
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Quando può essere revocato
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Se non è idoneo o se l’interessato non ne ha più bisogno
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La richiesta di nomina di un Amministratore di Sostegno si presenta con un ricorso al Tribunale. Per la presentazione del ricorso non è necessaria l’assistenza di un avvocato. Deve giurare di svolgere il proprio incarico con fedeltà e diligenza, tenendo conto dei bisogni del beneficiario. Può essere utile anche per le persone con deficit sensoriali, come sordomutismo, cecità, dislessia, etc.
(Foto apertura: Brenda Kean / Shutterstock.com)
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