Come funziona la figura della badante di condominio: vantaggi e costi sostenibili per un’assistenza di qualità
La figura della badante di condominio nasce a Bologna, circa un decennio da Confabitare. L’associazione dei proprietari immobiliari lanciò per prima una sperimentazione destinata a ridefinire i contorni dell’assistenza domiciliare. L’intuizione alla base del progetto era la condivisione delle risorse per superare due ostacoli al benessere anziano: l’isolamento sociale e l’insostenibilità economica di un’assistenza individuale continuativa. Oggi il modello della badante di condominio si è diffuso in numerose città italiane, riconosciuto da associazioni di categoria e amministrazioni locali, ultima la città di Torino.
I benefici della badante di condominio
In Italia un cittadino su 4 è over 65 e gli ottantenni superano i 4,5 milioni di persone. Inoltre, circa 4 milioni di anziani vivono soli, spesso con reti familiari assenti o distanti. Un dato preoccupante, se si considera che quasi la metà dei single ha almeno 65 anni. Si tratta di 3.331.000 single per scelta, 3.089.000 vedovi e 1.945.000 separati. C’è poi una criticità di natura economica. Con le pensioni che spesso si aggirano intorno ai 1.000 euro mensili e i costi per una badante individuale che oscillano tra i 1.000 e i 1.500 euro al mese (esclusi contributi e tredicesima), l’assistenza continuativa rimane spesso un lusso inaccessibile. Una disparità economica che rischia di compromettere la dignità e il benessere di una fascia sempre più ampia della popolazione.
Il valore dell’assistenza collettiva in condominio
Il meccanismo alla base della badante di condominio è semplice ma efficace. Più nuclei familiari residenti nello stesso edificio assumono collettivamente una o più figure professionali per l’assistenza. Viene quindi implementato un sistema di ripartizione delle ore e dei costi che risulta proporzionale alle specifiche necessità di ciascun anziano. Nella pratica, la badante condominiale alterna la sua presenza negli appartamenti degli anziani aderenti al servizio, occupandosi di una vasta gamma di compiti essenziali. Questi includono la preparazione dei pasti, la pulizia domestica, l’accompagnamento per visite mediche o commissioni, la somministrazione di farmaci, ma anche la compagnia e la socializzazione.
Vantaggi tangibili: risparmio e qualità del servizio
I vantaggi dell’assistenza della badante di condominio sono evidenti. Una famiglia che necessiterebbe di 3-4 ore giornaliere di assistenza individuale può arrivare a ridurre la spesa fino al 60-70% attraverso la condivisione dei costi con altri condomini. Nonostante la riduzione della spesa individuale, il servizio offerto rimane personalizzato e di elevata qualità, garantendo agli anziani un’assistenza adeguata alle loro esigenze specifiche.
La badante di condominio, un modello flessibile
L’implementazione del modello della badante di condominio può assumere diverse forme a seconda del contesto e delle esigenze specifiche del condominio. In alcuni casi, è l’amministratore di condominio a svolgere un ruolo di intermediario, facilitando l’incontro tra le famiglie interessate e le badanti. In altre situazioni, i condomini si organizzano in piccole cooperative di scopo, gestendo direttamente l’assunzione e la retribuzione della badante. Infine, in alcuni contesti, il servizio viene mediato da imprese sociali o associazioni del terzo settore, che offrono un supporto professionale nell’organizzazione e nella gestione del servizio.
Supporto condominiale agli anziani: numeri e prospettive
Nel 2025 il panorama dell’assistenza agli anziani in Italia continua a mostrare profonde disparità territoriali. Con una media nazionale di 8,5 badanti ogni 100 ultrasessantenni soli, il divario tra Nord e Sud del Paese rimane significativo, oscillando dalle 12,7 badanti in Lombardia alle 4,2 in Calabria. In questo scenario, la badante di condominio contribuisce a ridurre queste disparità, rendendo l’assistenza accessibile anche in contesti economicamente fragili. Si stima che oggi oltre 650 condomini in Italia abbiano adottato questo modello, coinvolgendo circa 15.000 anziani e creando 2.800 posti di lavoro regolari nel settore dell’assistenza. Per contro il tasso di irregolarità contrattuale si è ridotto del 78%, facendo emergere una parte del lavoro sommerso che caratterizza il settore.
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