L’Agenzia del farmaco svela le cifre della spesa farmaceutica in Italia. Per il futuro necessaria una strategia legata all’invecchiamento della popolazione
L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha pubblicato il suo ultimo rapporto sulla spesa farmaceutica convenzionata, tracciando un quadro dettagliato dell’andamento dei consumi e della spesa farmaceutica a carico del SSN nel 2024. I dati, appena pubblicati, non solo confermano un trend di crescita generalizzato, ma soprattutto evidenziano una marcata disomogeneità tra le diverse regioni italiane. Un quadro che solleva interrogativi sulle politiche sanitarie territoriali, sulle abitudini prescrittive e sull’accesso ai farmaci da parte dei cittadini, con un focus sempre più stringente sulla spesa farmaceutica.
Spesa farmaceutica in aumento: i numeri
Lo scorso anno la spesa farmaceutica convenzionata, al netto della quota a carico del cittadino, ha raggiunto i 7.290,9 milioni di euro. Con un incremento di 230,8 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Parallelamente, anche i consumi, misurati in termini di numero di ricette dispensate, hanno registrato un aumento pari all’1,4%, attestandosi a 527,9 milioni di ricette. Un altro indicatore in aumento è l’incidenza del ticket totale, che ha mostrato una crescita dell’1,7% rispetto ai primi undici mesi del 2023. Infine, anche l’analisi delle dosi giornaliere dispensate rivela un incremento dell’1,1%, raggiungendo quota 252,1 milioni di dosi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente nella spesa complessiva.
Le regioni con la crescita più sostenuta
In cima alla classifica delle regioni con gli aumenti percentuali più elevati della spesa farmaceutica troviamo il Molise, con un +9,3%. Questo dato, il più alto a livello nazionale, solleva interrogativi sulle specifiche dinamiche sanitarie e prescrittive di questa regione. A seguire, con incrementi comunque significativi nella spesa farmaceutica, si posizionano l’Emilia-Romagna (+6,8%), le Marche (+6,6%) e la Valle d’Aosta (+6,3%). Le Province Autonome di Bolzano (+6,2%) e Trento (+5,5%), insieme all’Umbria (+5,7%), confermano i trend di crescita già osservati nei mesi precedenti nella loro spesa farmaceutica, suggerendo una certa stabilità nelle dinamiche di spesa farmaceutica di queste aree.
Tra incrementi e controtendenze
Incrementi superiori al 4% nella spesa farmaceutica si registrano in regioni come il Veneto (+4,9%), la Toscana (+4,4%) e la Calabria (+4,0%). Anche la Lombardia (+0,7%), pur posizionandosi nettamente al di sotto della media nazionale, mostra un aumento, indicando un cambio di dinamica nella regione con la maggiore spesa farmaceutica in valore assoluto. Crescite più moderate caratterizzano la Liguria (+3,8%), il Friuli-Venezia Giulia (+3,5%), il Piemonte (+3,7%) e la Campania (+3,9%). Chiudono la classifica della spesa farmaceutica, con valori di crescita più contenuti, la Sicilia (+3,3%) e la Sardegna (+2,7%), analogamente ad Abruzzo (+2,7%), Lazio (+2,2%) e Puglia (+2,5%).
La Basilicata in controtendenza
L’unico caso in controtendenza rispetto al trend nazionale della spesa farmaceutica è rappresentato dalla Basilicata (-1,0%), che registra una lieve riduzione. Questo dato isolato merita un’analisi specifica per comprendere le ragioni di questa diminuzione, che potrebbe essere legata a particolari politiche sanitarie regionali, a una diversa adesione a farmaci generici o biosimilari, o ad altre dinamiche locali che influenzano la spesa. L’analisi dei dati AIFA convenzionata nel periodo gennaio-novembre 2024 solleva diverse questioni cruciali per il futuro del sistema sanitario nazionale. La marcata disomogeneità regionale nella crescita della spesa non è un semplice dato statistico, ma il riflesso di dinamiche complesse che meritano un’attenta valutazione per ottimizzare i costi.
Spesa sanitaria e invecchiamento della popolazione, gestire le risorse
Il monitoraggio della spesa farmaceutica è cruciale per orientare le politiche sanitarie e promuovere un uso più efficiente dei farmaci, con l’obiettivo primario di contenere i costi. Tuttavia, l’incremento complessivo della spesa solleva serie preoccupazioni sulla sostenibilità del sistema sanitario nel lungo periodo. In particolare, considerando il progressivo invecchiamento della popolazione italiana. Questa dinamica demografica, unita alla crescente necessità di farmaci innovativi e spesso costosi, impone un approccio strategico per gestire i fondi in modo efficace e sostenibile. L’obiettivo finale rimane quello di garantire un accesso universale e di qualità alle cure per una fascia di popolazione sempre più anziana, le cui esigenze sanitarie sono in aumento e richiedono una gestione oculata delle risorse disponibili.
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