Il 31,8% dei lavoratori dipendenti ha provato forme di burn-out. Tale stato psicologico coinvolge il 47,7% dei giovani, il 28,2% degli adulti, e il 23% dei dipendenti più anziani.
Tre milioni di dipendenti nel nostro Paese soffrono della cosiddetta sindrome da corridoio. Si tratta di un intreccio di ansia e stress legato al lavoro e alla vita personale. Una situazione che manda in burnout – un insieme di sintomi che deriva da una condizione di stress cronico e persistente – una percentuale molto elevata di lavoratori dipendenti, compresi quelli più anziani.
Si tratta di una situazione che, nelle aziende italiane, rende difficile reclutare o trattenere lavoratori. È uno dei dati che emerge dall’8° Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, realizzato in collaborazione con Eudaimon, leader nei servizi per il welfare aziendale, con il contributo di Credem, Edison, Michelin e Ovs, dal titolo Lavoro, aziende e benessere dei lavoratori: un’epoca nuova.
Circa un quarto dei dipendenti anziani è in burnout
Il 31,8% dei lavoratori dipendenti – secondo il Rapporto – ha provato sensazioni di esaurimento, di estraneità o comunque sentimenti negativi nei confronti del proprio lavoro, cioè forme di burn-out. Tale stato psicologico coinvolge il 47,7% dei giovani, il 28,2% degli adulti, e il 23% dei dipendenti più anziani.
Le motivazioni sono diverse. Sono molte le sofferenze sperimentate dai dipendenti. Il 73% ha vissuto situazioni di stress o ansia legate al lavoro; il 76,8% non sempre è riuscito a trovare un equilibrio tra vita privata e lavoro; il 75,9% si sente spesso sopraffatto dalle responsabilità quotidiane; il 73,9% sente di avere troppa pressione addosso quando lavora.
Inoltre, il 67,3% ha provato frustrazione per via del mancato supporto da parte del datore di lavoro; il 68,5% sente che in azienda non viene promosso un ambiente lavorativo buono e sano; il 65,0% ha comunque difficoltà a concentrarsi sul lavoro a causa dello stress; il 36,7% è andato da uno psicologo o ha fatto ricorso al counseling a causa del proprio lavoro.
Cos’è il burnout
Il burnout – o sindrome da esaurimento emotivo – è una condizione di stress cronico legata al lavoro che porta a un esaurimento fisico, emotivo e mentale. Non è una semplice stanchezza. Si tratta di un vero e proprio stato di logoramento che può avere gravi conseguenze sulla salute e sulla qualità della vita. Le cause principali sono un carico di lavoro eccessivo, la mancanza di controllo sulle decisioni lavorative, ricompense insufficienti, una comunità lavorativa carente, l’assenza di equità e valori contrastanti tra il lavoro e i propri principi personali.
Come si riconosce il burnout anche nei lavoratori anziani
Il burnout si manifesta attraverso una serie di sintomi che possono essere raggruppati in tre categorie principali: esaurimento emotivo, depersonalizzazione (cinismo) e ridotta realizzazione personale. L’esaurimento emotivo si caratterizza per una sensazione di stanchezza cronica, frustrazione, difficoltà di concentrazione e isolamento. La depersonalizzazione si manifesta con un atteggiamento distaccato e cinico verso il lavoro e i colleghi, perdita di interesse e motivazione.
La ridotta realizzazione personale si traduce in sentimenti di incompetenza, perdita di fiducia e diminuzione della produttività. Altri sintomi comuni includono insonnia, mal di testa, problemi gastrointestinali, ansia, depressione e abuso di sostanze. Se si riconoscono questi sintomi, è importante rivolgersi a un medico o a uno psicologo per una valutazione e un supporto adeguato.
(Foto Apertura: Pagina Facebook Censis)
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