Premiati al Teatro Argentina di Roma i vincitori della quarta edizione
Roma, 18 maggio 2022 – È il Teatro Argentina a fare da cornice alla cerimonia di premiazione di Corti di Lunga Vita. Il concorso internazionale, giunto alla sua quarta edizione, ha raccolto opere provenienti non solo dall’Italia, ma anche da Polonia, Serbia, Romania, Paesi Bassi e Regno Unito, da paesi oltreoceano come Stati Uniti (New York), Ecuador e Brasile.
“Abbracciami!”, un imperativo con un’accezione positiva e dolce, un gesto semplice, una forma di comunicazione non verbale molto forte che racchiude una valenza sociale inestimabile di sensazioni e significati che possono essere ben veicolati dai contenuti di un cortometraggio. Il tema di quest’anno ha ispirato registi e videomaker di tutte l’età, dai 16 ai 74 anni, appassionati alla “settima arte”.
Sono 12 i cortometraggi, tra gli 80 pervenuti al Centro Studi 50&Più, che hanno superato la selezione per essere sottoposti alla giuria tecnica presieduta dal regista Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, nel ruolo di presidente, Flavio De Bernardinis, critico cinematografico e docente al Centro Sperimentale di Cinematografia, Silvia Giulietti, produttrice cinematografica indipendente e docente di tecnica di ripresa digitale e montaggio a Roma e Londra, Lidia Ravera, giornalista e scrittrice della collana “Terzo Tempo” dedicata a romanzi che narrano storie di over 60 e Marco Trabucchi Presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria (AIP) e della Fondazione Leonardo.
Al primo posto si è classificato “Μυοσωτίς (Myosotis)” di Pierdomenico Minafra e Leonardo Piccinni, due giovani registi, nati a Bari, rispettivamente nel 1998 e 1993.
“Un cortometraggio che inizialmente sembra cadere nella retorica ma stupisce, all’ultimo momento, con un finale per niente scontato” commenta il Presidente di giuria.
Pierdomenico Minafra e Leonardo Piccinni condividono una formazione attoriale comune oltre che un rapporto di amicizia. Pierdomenico fa esperienza a teatro e sui set come attore mentre Leonardo si dedica principalmente alla sceneggiatura cinematografica frequentando la Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti di Milano.
“Un anziano, in una casa grande e vuota, vive le sue giornate scandite dalle sue abitudini sempre uguali, a prescindere dall’ora del giorno. Qualcosa cambia quando l’anziano decide di dare una scossa alla sua routine nella speranza di un incontro” spiegano i vincitori. https://www.spazio50.org/myosotis/
Si aggiudica il secondo posto “Una storia d’amore” di Filippo Tamburini, regista e sceneggiatore fiorentino, classe 1993, negli anni ha spaziato in progetti documentaristici legati all’attualità con temi di approfondimento sociale, cortometraggi indipendenti, spot pubblicitari e video clip musicali. La sua opera racconta di un tardo pomeriggio primaverile, in una casa-famiglia, una signora sulla settantina, entra nel grande salone guardandosi intorno. Subito la sua attenzione viene rapita da un grande divano blu, nell’angolo lettura. La donna lentamente ma decisa, arriva al divano, sedendosi di fianco ad un uomo nascosto dietro un quotidiano. Dopo qualche battuta davanti a un caffè come fossero due sconosciuti, l’uomo saluta la donna chiamandola per nome, dandole appuntamento alla settimana successiva, prima di abbandonarsi al pianto. https://www.spazio50.org/una-storia-d-amore/
Il terzo posto è andato a “The perspective that no longer exists” di Fausto Felice Pasotti. Milanese, nato nel 1955, ingegnere elettronico, durante la sua carriera ha aiutato a nascere un centinaio di startup, ora vorrebbe applicare le sue capacità creative e manageriali nel terzo settore. La sua opera è un monologo interiore di un sessantenne disilluso dalla vita che sente sfuggirgli di mano. Il testo, recitato da un doppiatore professionista americano, è accompagnato da immagini iconografiche dello stato d’animo e dei sentimenti comuni alla maggior parte degli uomini e delle donne che affrontano il percorso della terza età. https://www.spazio50.org/the-perspective-that-no-longer-exists/
Oltre ai primi tre classificati, sono state assegnate anche due menzioni speciali. La prima è andata al cortometraggio “Vecchio” di Dino Lopardo – classe 1985 originario della provincia di Potenza – che racconta la storia di Aldo, ospite in una RSA che attende ogni giorno i propri cari affacciato alla finestra della sua stanza. Il giorno del suo compleanno avviene una sorpresa che interrompe la sua solitudine: un regalo speciale sarà la giusta ricompensa per tutti i sacrifici fatti in una vita intera. https://www.spazio50.org/vecchio/
La seconda menzione speciale è assegnata a “Giovanni” di Marco Di Gerlando, film-maker e Ludovica Gibelli, attrice e regista, entrambi liguri. Il loro cortometraggio racconta di Giovanni, un bambino di sei anni che sta andando al parco insieme a alla madre. Si siede su una panchina e inizia a giocare con il suo bambolotto, al suo fianco è seduto un anziano signore a cui non sembra piacere ciò che sta facendo.
https://www.spazio50.org/giovanni/
“I cortometraggi finalisti hanno raccontato il tema dell’abbraccio declinandolo in molte forme e usando diversi linguaggi visivi. Spesso, evitando il rischio più grosso: la retorica – ha commentato Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, in qualità di Presidente della giuria e ha aggiunto – 50&Più ha tra i suoi meriti quello di aver incentivato la produzione di cortometraggi”
Durante la premiazione è stato consegnato il Premio 50&Più al cortometraggio intitolato “Un gesto secolare”. L’opera, realizzato da 50&Più Lecce, evidenzia due temi fondamentali e critici che in questi anni hanno sconvolto, e ancora oggi preoccupano, sia l’Italia che il territorio salentino (Covid-19 e Xylella). Il cortometraggio ha voluto raccontare la gradualità con cui si stanno recuperando la vita quotidiana e le sue abitudini, celebrando il ritorno alla normalità con l’abbraccio dell’ulivo. https://youtu.be/V7G88_exnsU
“Il concorso di quest’anno è stato caratterizzato da grande creatività. Il bisogno del contatto fisico traspare in quasi tutti i cortometraggi, dimostrando quanto gli anni del distanziamento sociale ci abbiano segnato – dichiara il Presidente nazionale 50&Più Carlo Sangalli – è emersa anche l’importanza del rapporto intergenerazionale e di scardinare gli stereotipi legati all’anzianità, tematiche che 50&Più sostiene da tempo”.
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