Il 23 marzo, alla Camera di Commercio di Roma, sarà presentato il volume “Età anziana: tempo di diritti e responsabilità”, nato dalla collaborazione di 50&Più e Fondazione Leonardo. Un lavoro corposo che, grazie al contributo di oltre 20 autori, guarda a una società che sappia tutelare i diritti e le responsabilità dei senior
Diritti e responsabilità sono due parole complementari, perché la garanzia dei diritti implica sempre l’assunzione di responsabilità. Lo sappiamo bene come corpi intermedi che si assumono la responsabilità di interpretare gli interessi delle persone della terza età in una società in trasformazione. Vittorino Andreoli nel bel libro Lettera ad un vecchio scrive: «Non si può confinare la vecchiaia a numeri anagrafici. Essa corrisponde ad una vera metamorfosi, non diversa nel suo significato da quella che segna il passaggio dall’infanzia all’adolescenza. La vecchiaia si lega ad un nuovo stile di vita, ad una nuova visione del mondo».
Per questo l’impegno di una realtà come 50&Più è proprio quello di proporre una comunità e uno stile di vita, quasi una visione del mondo, fatta di rispetto e valorizzazione di una fase della vita che non è un “parcheggio” e tantomeno una “prigione”. Per questo le notizie degli ultimi mesi sullo stato delle RSA colpiscono dolorosamente: non è possibile leggere di anomalie in 1.934 strutture sanitarie e 165 posizioni lavorative irregolari tra infermieri, medici e operatori sanitari in tutta Italia. Non è possibile sentir parlare ancora di deferimenti, esercizi abusivi della professione, risorse umane non adatte, titoli abilitanti non riconosciuti, accuse di frode in pubbliche forniture, turni di oltre 24 ore senza riposo. Parliamo di una serie di problematiche che, oltre a ledere la sicurezza, la dignità e la salute dei lavoratori, danneggiano gravemente anche quelle degli assistiti. È un quadro disastroso, che certamente non rispecchia la totalità dei casi, ma che rappresenta un campanello d’allarme indifferibile, a cui ha dato una prima risposta l’ultimo disegno di legge sulla non autosufficienza che proprio in queste pagine abbiamo già accolto come una buona, un’ottima notizia. Non dobbiamo tuttavia dimenticare che non ci sono solo i diritti essenziali, come quello ad un trattamento umano o a ricevere i servizi di cura adeguati. Esistono anche diritti più “sottili”, meno evidenti, ma che sono ugualmente spessi, corposi, per la vita e la dignità delle persone.
Pensiamo al diritto all’alfabetizzazione digitale che, quando manca, compromette l’accessibilità a servizi e utilities importanti. Pensiamo a quante volte un anziano viene “scavalcato”, se il medico non gli comunica una diagnosi parlandone prima con i figli o con i nipoti, o quando i familiari (pensando anche di fare per il meglio e a volte per semplificare la vita) gli negano alcune attività di autonomia, come fare la spesa o prelevare con il bancomat. Tutto questo sembra quasi fisiologico, nell’assunzione scontata (ma non esatta) che anzianità significhi per forza progressiva perdita di autonomia e vita attiva.
È innegabile che il tempo cambi le cose, ma – proprio tenendo stretta la connessione tra diritti e responsabilità – si può immaginare che ogni tempo della vita abbia più libertà. Ed è un po’ questo il senso del nuovo volume che 50&Più ha realizzato con Fondazione Leonardo, Età anziana: tempo di diritti e responsabilità (Edizioni Il Mulino). Si tratta del lavoro corale di 20 autori che richiama la possibilità di costruire un futuro e una società in cui i diversi diritti degli anziani, dall’assistenza alla socialità, siano al primo posto, grazie anche ad una vera e propria assunzione di responsabilità della popolazione senior sulla propria vita e sul futuro del Paese. La responsabilità praticata è infatti un ottimo modo per realizzare una vita vissuta, dando voce e soprattutto sostanza ai diritti di tutti.
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