La pandemia da Covid-19 ha amplificato la centralità di temi come la diffusione e l’uso delle tecnologie nelle esistenze dei cittadini. Si tratta di argomenti che hanno ormai assunto grande rilievo nella società dell’informazione in cui viviamo e che l’Associazione 50&Più e Fondazione Leonardo hanno deciso di affrontare nel volume Ipotesi per il futuro degli anziani. Tecnologie per l’autonomia, la salute e le connessioni sociali. Un’opera realizzata grazie al contributo di 23 autori per un totale di 16 capitoli divisi in tre sezioni tematiche.
Secondo di una proficua collaborazione tra 50&Più e Fondazione Leonardo – che lo scorso anno hanno trattato il tema del lavoro in relazione alla popolazione anziana -, il volume vede come motore del dibattito il rapporto che intercorre tra i senior e la tecnologia. Le persone anziane rappresentano infatti quella fascia di età che sta registrando la maggiore crescita, destinata ad assumere un ruolo sempre più centrale sia in termini sociali che economici. Tuttavia, i senior restano i più colpite da fenomeni quali il digital divide, la difficoltà di acquisizione di competenze digitali, l’esercizio della tutela della privacy e dei propri diritti in relazione alle innovazioni tecnologiche stesse.
La grande sfida: luci e ombre della tecnologia
Ma accanto agli ostacoli che si frappongono tra una più equa fruizione degli strumenti tecnologici e gli anziani, c’è anche il rovescio della medaglia. Si fanno sempre più concrete le grandi opportunità offerte proprio dalle innovazioni più rivoluzionarie. Parliamo di Intelligenza Artificiale, Internet of Things e, più in generale, delle nuove forme di tecnologie dell’informazione e della comunicazione, su cui spiccano quelle cruciali per l’articolazione di una telemedicina realmente vicina alle esigenze degli utenti anziani.
Pensare al futuro degli anziani: un’introduzione
Il volume, diviso in tre parti, si apre dapprima con un’introduzione di Carlo Sangalli e Marco Trabucchi. Un’approfondita riflessione sui rapporti tra la tecnologia e gli anziani in cui si cerca di elaborare risposte che tengano in debita stima il rischio di emarginazione, di sottovalutazione e di discriminazione. In tal modo, l’Associazione 50&Più e Fondazione Leonardo, forti della loro esperienza, delineano le chiavi di lettura di tale incontro per cercare di migliorare concretamente le vite delle persone. Ma soprattutto cercano di porsi in linea con un orizzonte etico, prima ancora che tecnico. Si riconferma, così, l’imprescindibile essenzialità della dignità della persona e in particolare delle vite degli anziani. Solo così è possibile operare un lavoro di tessitura tra l’universo tecnologico e quello umano. Solo così i progressi delle invenzioni scientifiche trovano compimento nella capacità di entrare in contatto con le persone.
Tecnologia per la qualità della vita: presente e futuro
La prima delle tre sezioni del volume si apre con un contributo di Pierlugi Ascani, presidente dell’istituto di ricerca Format Research, che in collaborazione con 50&Più indaga quale sia la percezione della tecnologia da parte dei senior. Lo studio scandaglia a livello statistico il rapporto nelle sue disparate declinazioni. Si va dall’effettivo utilizzo dei dispositivi ai modi e tempi della loro fruizione, dall’uso dei social network agli effetti nelle relazioni sociali, dal ruolo della domotica alle tecnologie a supporto della salute e dell’informazione.
Il capitolo successivo, di cui è autore Alberto Diaspro, risulta essere un interessante percorso di scoperta in cui vengono trattate sfide e opportunità che le tecnologie sono destinate a portare con sé. Tutto prende le mosse da un atteggiamento di solida fiducia nella scienza e nelle sue possibilità. Ma anche nella capacità scientifica di inventare e re-inventare gli strumenti attraverso cui giungiamo a conoscere la realtà. Con entusiasmo e consapevolezza vengono indagati gli esiti più recenti della ricerca, la loro utilità per l’anziano e le nuove possibili forme di longevità.
Diverso l’approccio del terzo capitolo che chiude questa prima parte. Realizzato da Laura Palazzani, affronta il tema dell’etica nella gestione dei dati digitali in rapporto alle persone anziane, mettendo in guardia sull’attento adeguamento nelle modalità di gestione dei dati stessi. Senza correzione delle possibili distorsioni, il rischio è che gli utilizzatori della rete, in primo luogo gli anziani, possano soffrire di forme di discriminazione o marginalizzazione, se non di un vero e proprio ageismo digitale.
La tecnologia a supporto della salute dell’anziano
La seconda parte del volume si apre con un’analisi di Linda Russo e Valerio Maria Urru sull’impiego della tecnologia telematica in Italia attraverso i progetti delle Regioni. Si delinea così lo stato dell’arte della telemedicina nel nostro Paese evidenziando quante e quali prestazioni sono utilizzate, prendendo in esame alcuni dati riguardanti progetti di telemedicina e modelli virtuosi realizzati.
Anche nel capitolo successivo, quello di Francesco Gabbrielli, si affronta il crescente ruolo della telemedicina dal punto di vista del Recovery Plan. Il suo incremento sarà adeguato alle sfide che ci attendono? Sì, a condizione che l’organizzazione sanitaria italiana si renda idonea ad accogliere le opportunità offerte dal Recovery Plan. Ma anche a sfruttare pienamente i cambiamenti in atto e quelli che verranno.
E come valutare i molteplici aspetti della relazione tra anziani e tecnologie se non si pone lo sguardo sui punti nodali di questo rapporto? Temi come identità, memoria e libertà sono cruciali. Soprattutto se si vogliono esplorare i riflessi delle innovazioni tecnologiche nelle vite di persone fragili come gli anziani, in particolare quelli ammalati. È quello che fanno Marco Trabucchi e Leo Nahon, affrontando argomenti legati all’intelligenza artificiale e all’Internet of Things applicati in medicina. Qui si riconosce l’importanza assoluta delle tecnologie, ma la concezione dell’assistenza all’anziano può progredire solo a una condizione. Quella in cui agli strumenti tecnologici e digitali si affiancano le componenti umane dell’empatia, del dovere etico e del rispetto della dignità e delle prerogative umane.
Il lungo percorso della rivoluzione digitale in atto nel mondo della salute viene ulteriormente approfondito da Oscar Zanutto che affronta il concetto di “personalizzazione di massa” dei servizi sanitari. Questa è già in corso da tempo, ma per permetterle una definitiva affermazione e un’espansione che preveda l’introduzione di reali processi partecipativi e di co-progettazione tra cittadini, istituzioni ed aziende, bisogna agire per abbattere le principali barriere che sono di ostacolo a questo traguardo. Tra queste anche le carenze di tipo infrastrutturale .
Tassello quasi conclusivo di questa seconda sezione è il contributo di Emilia Garito, che tratta gli aspetti dell’Intelligenza Artificiale (IA), nonché molte delle implicazioni di carattere filosofico che investono uno degli argomenti attualmente più discussi. Cosa comporterebbe infatti tutto ciò per le persone anziane? Di fronte al fenomeno dell’invecchiamento globale, le analisi sugli utilizzi dell’IA e della robotica inducono a interrogarsi sulle possibili risposte nel settore sanitario e socio-assistenziale. Anche in considerazione di possibili conseguenze che non si esauriscano unicamente nell’introduzione tout court di nuove tecnologie.
Joumana Bakri, Roberto Borin e Maria Beatrice Gazzola chiudono questa parte centrale del volume descrivendo l’impiego e l’utilità della tecnologia proprio nel contesto delle RSA e in piena emergenza pandemica. Il capitolo è un viaggio fra le condizioni di vita degli anziani ospitati nelle Residenze Sanitarie Assistenziali durante il periodo del lockdown nel marzo 2020. Un viaggio che racconta la capacità di reazione da parte del personale delle RSA e degli anziani stessi di elaborare strategie per superare alcuni disagi sorti con l’adozione delle disposizioni ministeriali. Strategie di comunicazione con l’esterno messe in atto proprio grazie alla tecnologia.
L’anziano e la relazione con gli altri. Il contatto diretto con la mediazione tecnologica
La terza e ultima sezione del libro apre con un’analisi approfondita del grey digital divide, ovvero il divario di penetrazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione tra gli anziani e il resto della popolazione. Ad esaminarlo attraverso la lente di dati provenienti da ricerche e letteratura scientifica di settore è Simone Carlo, restituendo così un quadro che va al di là degli stereotipi. Se gli studi sul fenomeno del digital divide in passato si sono infatti concentrati soprattutto sul possesso o meno di strumenti tecnologici di informazione e comunicazione per spiegare le cause del divario, in seguito si è riflettuto di più sulle differenze in termini di alfabetizzazione digitale e di motivazione all’uso delle tecnologie. Non sembra essere pertanto l’età in sé la discriminante nell’uso delle TIC da parte della popolazione anziana. È soprattutto il contesto sociale che agisce con maggiore impatto. Per i senior, dunque, non è la tecnologia in quanto tale ad avere valore, ma sono i contesti a rendere le risorse digitali significative.
Nel capitolo successivo Elena Rolandi analizza l’uso dei Social Network tra le generazioni più anziane. Questi possono rivelarsi utili a supportarle nel loro desiderio di restare in contatto con familiari e amici, incentivando il dialogo intergenerazionale. Al tempo stesso, però, tra i senior permangono dubbi e rischi connessi al loro uso e frustrazione di fronte agli ostacoli tecnici. È fondamentale puntare, allora, sul ruolo della famiglia come facilitatore di questi processi. Ma ancora di più su percorsi di alfabetizzazione digitale che rimuovano gli impedimenti che negano agli anziani un equo accesso ai Social Network e che in generale riducono i loro margini di partecipazione nella società.
Il digital divide, che spesso può rappresentare per i senior uno scoglio nel percorso di fruizione dei servizi online, nel caso delle helpline non si è rivelato un ostacolo insormontabile e il ricorso al telefono ha rappresentato una valida, se non addirittura più utile, alternativa agli strumenti informatici, dimostrando che le tecnologie tradizionali possono essere ancora un ottimo veicolo di supporto. Ad affrontare il tema delle helpline, le linee telefoniche nate per fornire supporto emotivo a persone in difficoltà, in sofferenza o in crisi, è Elena Lucchi, che traccia una pluridecennale storia di questi servizi sino alle linee di ascolto sorte per far fronte alla pandemia.
Il benessere degli anziani può anche passare per una partecipazione attiva alla realizzazione delle tecnologie. Enrico Maria Piras analizza il tema dell’ideazione di strumenti tecnologici partendo proprio dai processi di partecipazione degli utenti senior durante la progettazione e realizzazione. Un loro ruolo attivo infatti può risultare particolarmente interessante per creare applicazioni ICT specifiche, le cosiddette “gerontotecnologie”.
Cosa succede quando la tecnologia incontra il mondo del lavoro e ne modifica le ritualità? L’introduzione dello smart working ha prodotto infatti importanti cambiamenti che Giuditta Alessandrini e Valerio Massimo Marcone hanno indagato. Entrambi ragionano sulle opportunità di empowerment dei lavoratori, di aumento della produttività delle imprese e di una fertile interazione fra generazioni diverse. Ma ovviamente riflettono anche sui pericoli a danno dei lavoratori più anziani. Quella fascia a maggior rischio d’emarginazione a causa delle nuove tecnologie, di un’inadeguata presenza all’interno delle aziende in rapporto ai colleghi più giovani, di mancato re-skilling.
La sicurezza in Rete è una questione inter- e multi-generazionale. Valerio Maria Urru e Dario De Felicis affrontano il tema dal punto di vista dei senior. Nell’indagine emerge il bisogno degli anziani di porre estrema attenzione all’utilizzo delle tecnologie. Non da meno c’è anche il desiderio di proseguire con interventi di alfabetizzazione digitale e di sensibilizzazione sui temi delle truffe. Se in futuro infatti gli attacchi saranno sempre più focalizzati sugli individui, allora c’è bisogno di dotarli di contromisure adeguate e di consapevolezza sul tema.
L’ultimo capitolo del volume, realizzato da Gabriele Sampaolo, Anna Maria Melloni e Linda Russo, approfondisce la strategia condotta dall’Associazione 50&Più per contrastare gli effetti dell’isolamento da pandemia tra i propri soci. Si tratta di una serie di iniziative nate dalla necessità di far fronte all’emergenza, innanzitutto riorganizzando le modalità di offerta dei propri servizi. Ciò è stato possibile soprattutto attraverso il ricorso agli strumenti digitali: informazione e comunicazione, intrattenimento e formazione sono stati veicolati mediante i canali informatici, permettendo agli associati di poter continuare a partecipare alle iniziative di 50&Più.
Le conclusioni tratte nel volume di 50&Più e Fondazione Leonardo
A fronte dei cambiamenti in atto, il volume scandaglia la complessità delle relazioni fra gli anziani e gli strumenti tecnologici. Lo fa a partire dai processi di miglioramento della qualità della vita, di supporto alla salute e d’incremento delle possibilità di porsi in relazione con gli altri. Ma solo attraverso un’analisi ragionata e multidisciplinare, a un ripensamento in termini pratici ed al contempo etici dell’uso delle tecnologie e del loro impatto sui diritti fondamentali degli anziani, si riuscirà a co-progettare una società realmente aperta ed inclusiva, nel rispetto delle specificità di ciascuno e di tutti, a partire da coloro che sono più fragili.
© Riproduzione riservata