Il 30 luglio è la Giornata Mondiale dell’Amicizia. Istituita dall’Onu per promuovere una cultura di pace tra i popoli, si ispira dall’idea che l’amicizia tra Paesi, culture e individui costruisca ponti tra le comunità.
L’amicizia, un elisir di benessere e longevità
Affermava il filosofo Epicuro che «Di tutte le cose che la saggezza procura per ottenere un’esistenza felice la più grande è l’amicizia». Pitagora, dal canto suo, raccomandava, in caso di malattia, di chiamare un amico prima del dottore. Queste parole racchiudono una grande verità: l’amicizia è un dono straordinario che può cambiarci la vita.
Su questo sentimento non solo filosofi, ma anche poeti, letterati e persino scienziati hanno scritto fiumi di parole. Potremo immaginare la nostra vita senza gli amici? L’amicizia contiene in sé i valori più alti dell’esistenza: onestà, sincerità, sostegno, lealtà. È così importante che può persino influenzare la nostra salute.
Secondo le neuroscienze, infatti, contribuisce a rafforzare il nostro sistema immunitario, mettendoci al riparo da virus e batteri. Non è un caso che nelle comunità dove vivono molti centenari, le persone attribuiscono un grande valore alle relazioni basate sulla disponibilità e sul sostegno reciproco. Nella lista dei comportamenti salutari per invecchiare bene, non può mancare quindi una rete amicale.
Amicizia e salute in terza età, un legame ancora più stretto
Che le amicizie allunghino la vita, rendano felici e migliorino la salute, emerge anche da una recente indagine condotta dallo psicologo William Chopik dell’Università dello Stato del Michigan. Chopik ha indagato gli effetti dell’amicizia sull’età anziana. Ha così dimostrato che, sebbene esista, nel corso di tutta l’esistenza, un legame tra le relazioni soddisfacenti e il vivere bene e in salute, è proprio nella terza età che questo collegamento diventa ancora più stretto. L’indagine è divisa in due studi, correlati tra loro.
Un indicatore della felicità in vecchiaia
Il primo studio ha coinvolto circa 280mila persone di ogni età, provenienti da 100 Paesi diversi. Ai partecipanti è stato chiesto di valutare lo stato di felicità e benessere con un punteggio che, in seguito, è stato messo in relazione con quanto risposto dagli stessi sull’importanza del rapporto con familiari ed amici.
Si è così scoperto che, con l’avanzare dell’età, le amicizie assumono un’importanza maggiore rispetto alla famiglia. Anche perché in alcuni i casi i rapporti familiari sono percepiti come stressanti o monotoni. Ma, incrociando le risposte, si deduce anche una stretta correlazione tra felicità e amicizia. Infatti, chi assegna un punteggio più alto all’importanza degli amici nella propria vita dichiara anche di avere una salute più solida.
L’importanza di avere buoni amici
Il secondo studio, invece, riguarda un campione di poco più di 7.000 anziani, tutti americani. Qui Chopik ha dimostrato la capacità degli amici di influenzare la salute di chi hanno accanto. Nel bene e nel male. Infatti, i partecipanti per i quali gli amici sono fonte di stress, ammettono di soffrire di patologie croniche in percentuale maggiore rispetto a chi, invece, dichiara di avere rapporti amicali sereni. Al contrario, quando le amicizie sono appaganti e forniscono un punto di sostegno e appoggio, le malattie croniche diminuiscono e gli intervistati ammettono di essere più felici.
Insomma, non basta avere delle amicizie. È importante che, soprattutto in terza età, queste amicizie siano vere e profonde. Del resto, come afferma lo stesso Chopik, solo queste ultime resistono al passare degli anni: «Tenersi accanto una manciata di buoni amici può fare una grande differenza per la nostra salute e il nostro benessere. Quindi è una mossa intelligente quella di investire nelle amicizie che ci rendono più felici».
Un antidepressivo naturale
Al di là della ricerca, c’è un ulteriore aspetto da considerare, in relazione all’importanza del rapporto tra età e amicizia: la socialità. Avere degli amici vuol dire partecipare alla vita comunitaria ed essere coinvolti nella rete sociale. L’impegno attivo nel sociale o il semplice coinvolgimento in attività ludiche, come andare al cinema o a teatro, riducono il rischio di sviluppare un disturbo depressivo. E non bisogna pensare che questo si traduca semplicemente in un banale miglioramento dell’umore.
La depressione può avere anche conseguenze negative per la salute. Afferma infatti Rossella Liperoti, geriatra presso il Policlinico Gemelli di Roma: «La depressione è associata ad una peggiore prognosi delle malattie e ad una mortalità più elevata. Ad esempio, la sopravvivenza dopo un infarto del miocardio risulta ridotta». Quando si diventa anziani la famiglia di origine si sfalda, i figli vivono lontani. Si può affacciare la solitudine. Ecco che l’amicizia diventa sempre più importante per garantire il benessere e la felicità. Ricordiamocelo, in questo 30 luglio, Giornata Mondiale dell’Amicizia: ci assicurerà una terza età più lunga e serena e una migliore qualità di vita.
© Riproduzione riservata