30 anni fa, il 24 novembre 1991, ci lasciava Freddie Mercury. Frontman carismatico dei Queen, interprete straordinario capace di conquistare il pubblico con decine di canzoni rimaste nella storia e milioni di dischi venduti. Ad oggi la sua arte e il suo ricordo sono più vivi che mai.
Nato a Zanzibar nel 1946 da genitori di origine parsi, Freddie Mercury (nome acquisito quando si trasferisce a Londra) si avvicina giovanissimo al mondo della musica prendendo lezioni di piano da sua zia. Torna anni dopo a coltivare la sua passione grazie alla fascinazione per la chitarra elettrica. Vuole diventare una pop star e inizia a cantare in una serie di piccole band fino all’incontro causale con gli Smile, il gruppo fondato nel 1968 da Brian May e Roger Taylor. Nel 1970 i tre si uniscono e “diventano” i Queen; tre anni dopo, insieme al batterista John Deacon, pubblicano il loro primo album omonimo.
Il successo di Freddie Mercury e dei Queen
É con il quarto disco, però, A Night at the Opera del 1975, che i Queen vincono la diffidenza degli addetti ai lavori, e con il brano Bohemian Rhapsody raggiungono la fama a livello planetario. Una miscela tra rock, pop e opera che suona insolita per il pubblico in quegli anni, un brano dal sound dirompente che sovverte le regole della canzone.
Negli anni ’80 i Queen sono all’apice del successo, trascinati dalla forza del carisma di Freddie Mercury. Riempiono gli stadi con performance live indimenticabili: celeberrimo il doppio concerto a Wembley, l’esibizione di Freddie al Live Aid e i record di presenze del Magic Tour nel 1986.
Col tempo si alternano tensioni e divergenze che rischiano di schiacciare il gruppo. Nell’ottobre ’91, viene pubblicato l’ultimo singolo estratto da Innuendo, il 15esimo album dei Queen, dal titolo The show must go on. Con questo brano i membri sono costretti a fare i conti con l’inesorabile concetto di fine che sta travolgendo la vita del cantante e dell’intera formazione. Dopo una dolorosa lotta contro l’AIDS, infatti, Freddie Mercury si spegne all’età di 45 anni nella sua casa di Logan Place a Kensington. Solo gli amici e pochi intimi erano a conoscenza della malattia fino a quando nel ’91 la notizia è stata resa pubblica.
Una serie di webinar dedicati alla musica
Oggi, quindi, celebriamo una leggenda: la grandezza di un artista che ha donato al mondo intero capolavori senza tempo, un uomo capace di tenere alta l’attenzione del pubblico grazie al suo genio e all’esuberante personalità nella vita come sul palco. Nella sua carriera è riuscito a lavorare anche a due progetti solisti ma resta per tutti l’immortale autore di brani di successo come Crazy Little Thing Called Love, Don’t Stop Me Now, It’s a Hard Life, Killer Queen, Love of My Life, Play the Game, Somebody to Love e We Are the Champions.
Per chi lo ricorda, per chi lo ama e, più in generale, per gli appassionati di musica di tutte le generazioni, a partire dal 30 novembre, Spazio50 lancia un nuovo ciclo di webinar. Sotto la guida esperta dal noto critico e giornalista Dario Salvatori, infatti, sarà possibile approfondire vari aspetti del panorama musicale. A partire dal primo appuntamento dedicato agli artisti italiani in America, passando per le classifiche musicali e la fruizione della musica odierna, ci saluteremo poco prima di Natale con un appuntamento dedicato alle hit che caratterizzano il periodo più magico dell’anno. Guidati dalla passione e dall’esperienza di questo docente, autore di numerosissimi saggi e biografie, analizzeremo notizie di attualità, eventi, brani e videoclip italiani e internazionali.
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