Il 29 settembre si celebra la Giornata Mondiale del cuore, un evento istituito dalla World Heart Federation per ricordare alla politica e ai cittadini l’importanza della prevenzione nelle malattie cardiovascolari.
Le malattie cardiovascolari: un killer pericoloso
Come riporta il sito della World Heart Federation, le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte al mondo, responsabili di 18,6 milioni di decessi ogni anno. L’invecchiamento stesso della popolazione favorisce l’emergere di molte malattie cardiache strutturali, quali le patologie degenerative delle valvole cardiache. La ricerca scientifica e la prevenzione possono fare molto per invertire questo trend.
L’importanza della prevenzione
Le malattie cardiovascolari, infatti, sono in gran parte prevenibili. A fattori di rischio non modificabili (età, sesso e familiarità) si accompagnano diversi fattori modificabili. Questi ultimi sono legati a comportamenti e stili di vita (fumo, alcol, scorretta alimentazione, sedentarietà) che a loro volta possono causare diabete, obesità, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa. Da qui l’importanza di una corretta informazione e prevenzione.
L’impatto del Covid
Oggi più che mai l’attenzione al cuore è necessaria. In Italia, a causa del Covid, la cardiochirurgia è diminuita del 55%: si sono ridotti gli interventi valvolari, i bypass coronarici e la chirurgia dell’aorta. L’emergenza sanitaria ha comportato anche un calo della diagnostica, con una riduzione del 75% circa degli ecocardiogrammi transesofagei e delle diagnostiche per cardiopatia ischemica. Peraltro nell’ultimo anno e mezzo si è registrato un incremento del 20% della mortalità cardiovascolare e di quella in generale. I medici hanno così registrato una correlazione pericolosa e letale tra il Covid e le pregresse patologie cardiovascolari.
La Fondazione Italiana per il Cuore
Anche a fronte di questi dati, arriva la campagna di sensibilizzazione che in Italia è promossa e coordinata dalla Fondazione Italiana per il Cuore. Le numerose iniziative di prevenzione, gratuite e aperte al pubblico, comprendono distribuzione di materiale divulgativo, conferenze e dibattiti. Quest’anno la parola d’ordine è “restare connessi”. “Connessi” a scelte di vita salutari e alla consapevolezza del proprio livello di rischio, controllando la pressione arteriosa, la glicemia e il colesterolo. “Connessi” ai propri valori, monitorando il movimento e il peso corporeo, anche grazie alla nuova tecnologia di telefonini e orologi smart.
Le iniziative
L’elenco delle iniziative, svolte in collaborazione con Conacuore (Coordinamento nazionale delle associazioni di volontariato dei cardiopatici) è disponibile su fondazionecuore.it, conacuore.it e sulla pagina Facebook. Sulle pagine del sito del Progetto Cuore è inoltre possibile consultare le carte di rischio cardiovascolare e il punteggio individuale, strumenti utili per valutare le probabilità di incorrere nella malattia.
Rischio cardiovascolare: i dati in Italia
Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nel nostro Paese, essendo responsabili del 34,8% di tutti i decessi (31,7% nei maschi e 37,7% nelle femmine). Secondo i dati Istat del 2018, la cardiopatia ischemica è responsabile del 9,9% di tutte le morti (10,8% nei maschi e 9% nelle femmine), mentre l’ictus dell’8,8% (7,3% nei maschi e 10,1% nelle femmine).
Diffusione delle malattie cardiovascolari negli adulti
Secondo un’indagine condotta su un campione di italiani tra 18 e 69 anni, 100 su 20 soffrono di ipertensione, 23 di ipercolesterolemia, 34 sono sedentari, 25 fumatori, 42 sono sovrappeso. Solo 10 consumano 5 porzioni di frutta e verdura al giorno come raccomandato. Inoltre, quasi il 5% degli intervistati riferisce una diagnosi di diabete. L’ipertensione, invece, è poco frequente fra i giovani adulti, ma la sua diffusione cresce considerevolmente con l’età, passando da meno del 3% prima dei 35 anni al 36% fra i 50-69enni. Fortemente associata all’eccesso ponderale (supera il 30% fra le persone in sovrappeso/obese), è più frequente fra gli uomini. Anche l’ipercolesterolemia è legata all’età (cresce dal 7% fra i 18-34enni e al 34% fra i 50-69enni) e al peso eccessivo.
Cuore e menopausa
Inoltre, per molto tempo si è pensato che le patologie del cuore colpissero solo gli uomini. Per questo gli studi sulle donne sono iniziati tardi, intorno agli anni ’90. Si è così scoperto che nella popolazione femminile i problemi cardiovascolari si presentano con un ritardo di almeno 10 anni rispetto agli uomini. Infatti fino alla menopausa le donne godono della protezione ormonale. Tuttavia, successivamente, trascorsi 10-15 anni, le donne vengono colpite persino più degli uomini.
I dati al femminile
Un’indagine recente, condotta su un campione femminile mediamente di 64 anni di età, mostra dati rilevanti. Circa il 60% delle intervistate risulta ipertesa, mentre l’ipercolesterolomia le riguarda per il 56 %. Dall’indice di massa corporea risulta che il 36% delle donne osservate è in sovrappeso e il 33% addirittura obeso. Legato al valore dell’obesità e della inattività fisica è quello della glicemia, con una prevalenza stimata di diabete a questa età del 13%. Infine l’abitudine al fumo riguarda il 16% del campione, con una media di 12 sigarette al giorno. Un’abitudine molto dannosa per le donne e uno dei fattori di rischio cardiovascolare più seri. Nelle over 60 è addirittura più importante dell’età stessa. Con pochi semplici step, però, possiamo proteggere il nostro cuore: informarsi può fare la differenza perché, può sembrare banale, ma “prevenire è meglio che curare”.
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